“PAPA FRANCESCO NON VOLEVA ESALTARE LOGICHE IMPERIALISTE” – IL VATICANO TENTA DI METTERE UNA PEZZA ALLA SPARATA DI BERGOGLIO SULL’EREDITÀ DELLA GRANDE RUSSIA – PAROLE CHE HANNO FATTO INCAZZARE GLI UCRAINI E GODERE I RUSSI CHE HANNO APPREZZATO LA “LINEA EQUILIBRATA” – NON È LA PRIMA CHE IL PAPA RISCHIA UN INCIDENTE DIPLOMATICO CON L’UCRAINA: PRIMA LE PAROLE SULLA NATO CHE “ABBAIA” ALLE PORTE DELLA RUSSIA, POI IL COMMENTO SULL'OMICIDIO DI DARYA DUGINA E…
-Estratto dell’articolo di Domenico Agasso per "La Stampa"
Il Vaticano usa i suoi canali ufficiali per gettare acqua sul fuoco delle nuove polemiche tra Kiev e Santa Sede, esplose dopo alcune affermazioni di Francesco. «Nelle parole di saluto rivolte al braccio ad alcuni giovani cattolici russi negli scorsi giorni, com'è chiaro dal contesto in cui le ha pronunciate, il Papa intendeva incoraggiare i giovani a conservare e promuovere quanto positivo c'è nella grande eredità culturale e spirituale russa, e certo non esaltare logiche imperialistiche e personalità di governo, citate per indicare alcuni periodi storici di riferimento».
La dichiarazione del portavoce Matteo Bruni vuole essere un «chiarimento» - come lo definisce il sito Vatican News - in merito alle riflessioni del Pontefice scandite alla fine di un video-collegamento, lo scorso 25 agosto, con i ragazzi partecipanti alla «Giornata della gioventù» russa.
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Non è il primo incidente diplomatico che scuote i rapporti tra Vaticano e Ucraina dall'inizio del conflitto nell'Est Europa. Una dura controversia ci fu per la Via Crucis al Colosseo nel Venerdì santo del 2022, con l'inserimento tra le famiglie portatrici della croce di una russa e una ucraina, legate dall'amicizia tra due donne. Le contestazioni ucraine furono veementi.
Fra il maggio e il giugno successivi, altre fibrillazioni le ha provocato la considerazione del Papa sull'«abbaiare della Nato alla porta della Russia», espressa in un colloquio con il Corriere della Sera e spiegata in un'intervista al direttore della Civiltà Cattolica padre Antonio Spadaro, anticipata da La Stampa: «Un paio di mesi prima dell'inizio della guerra ho incontrato un capo di Stato, un uomo saggio. Mi ha detto che era molto preoccupato per come si stava muovendo la NATO.
Gli ho chiesto perché, e mi ha risposto: «Stanno abbaiando alle porte della Russia. E non capiscono che i russi sono imperiali e non permettono a nessuna potenza straniera di avvicinarsi a loro». Ha concluso: «La situazione potrebbe portare alla guerra». Questa era la sua opinione. Il 24 febbraio è iniziata la guerra. Quel capo di Stato ha saputo leggere i segni di quel che stava avvenendo».
Poi, un anno fa, forti tensioni si sono registrate dopo che il Pontefice ha commentato l'omicidio di Darya Dugina, la figlia dell'ideologo russo: «Penso a quella povera ragazza volata in aria per una bomba che era sotto il sedile della macchina a Mosca. Gli innocenti pagano la guerra, gli innocenti!». L'immediata protesta di Kiev è culminata con la convocazione del Nunzio. Per altro, ieri Francesco è tornato ancora una volta a definire «insensata» la guerra in Ucraina.