“PIÙ TI SBATTO E PIÙ IL TUO CULO SI AGITA, SALE, SALE E MI SVELA TUTTO IL TUO PUDORE UMIDO, TUMEFATTO” – LA LETTERA PORCELLA CHE IL POETA GUILLAUME APOLLINAIRE SCRISSE, IN PUNTA DI PENNA, ALLA SUA AMATA LOUISE: “LA PROSSIMA VOLTA DOVRAI APRIRTI MEGLIO PERCHÉ POSSA FRUSTARE L'OMBROSO VALLONCELLO TRA LE NATICHE, DOVE ABITA LA PASTICCA DI CUI SEI TANTO AVARA" - "I TUOI SOPRASSALTI ERANO BRUSCHI COME QUELLI DI UNA CARPA CHE SCHIZZA FUORI DALL'ACQUA" - LA RACCOLTA DELLE LETTERE PICCANTI CHE GLI INTELLETTUALI INVIAVANO A MOGLI E AMANTI


 

Estratto dal libro "Lettere d'amore - Carteggi di scrittori del Novecento, da Apollinaire alla Wharton” – Il Saggiatore – Pubblicati da “Il Fatto Quotidiano”

 

APOLLINAIRE A LOUISE

Guillaume Apollinaire

Mia Lou, penso ai tuoi occhi quando mi ami, alla tua bocca, una profonda ferita. Ho in mente l'adorabile posizione che hai preso sabato, le natiche spinte su al massimo in tutta la loro pienezza e, nel mezzo, il cuscinetto di carne bruna e grassa dove si apre a perpendicolo la bocca muta che adoro. Si apre ogni volta che il tuo culo si agita. Sembra lì lì per parlare, e io, padrone della frusta giustiziera, colpisco questo meraviglioso mappamondo.

 

Più ti sbatto e più il tuo culo si agita, sale, sale e mi svela tutto il tuo pudore umido, tumefatto. La prossima volta dovrai aprirti meglio perché possa frustare l'ombroso valloncello tra le natiche dove abita la gialla pasticca di cui sei tanto avara. I tuoi soprassalti erano bruschi come quelli di una carpa che schizza fuori dall'acqua... Mi piace palpare i tuoi seni tiepidi e teneri, che subito dopo voglio cavalcare con lo slancio che tu assecondi così bene.  […]

Guillaume Apollinaire CON LA MOGLIE LOUISE

 

D'ANNUNZIO ALLA MOGLIE

Ancora io sento su la mia bocca / fremer le tue labbra voraci... Ho amata te sola, sempre; te lo giuro. Soltanto una volta, quando non ci vedevamo mai e io ero così disperato, tentai di far tacere l'angoscia tuffandomi nel piacere. In una notte comprata, una orribile notte... Ne uscii nauseato, triste, col freddo nel sangue, adirato contro me stesso, con un odio cupo contro quella donna. Perdonami... Tu vorrai vedermi per l'ultima volta? Tu vorrai baciarmi? Lo sai, Maria, quanto quanto quanto ti ho amato? Ti lascio quel quadro da dove le pecore ci han guardato baciarci.

 

PIERRE DRIEU LA ROCHELLE A VICTORIA OCAMPO

Mi sono rimesso da una violenta crisi di fegato e da una malattia della pelle. Tutta colpa dei nervi, dice il dottore. "Gran simpatico in rivolta permanente". Dopo la partenza, quando rimarrò so-lo, ti scriverò con più calma... Ricordi certe sere e certi giorni? C'insultavamo con tale accanimento. Victoria, sei la vacca più bella della pampa, come direbbe Omero.

 

D ANNUNZIO

JAMES JOYCE ALLA MOGLIE

Cara, ti prego di abbandonare quella corazza perché non mi piace abbracciare una cassetta per le lettere. Un bacio di venticinque minuti sul tuo collo... Ti lasceranno uscire stasera? In virtù di poteri apostolici conferitimi da Sua Santità Papa Pio X vi accordo il permesso di venire senza sottane a ricevere la Benedizione Papale che sarò lieto di dispensarvi...

 

Spero che stia prendendo quel cacao tutti i giorni espero che quel tuo corpicino (o meglio certe parti) stiano un po' ingrassando. Sto ridendo adesso al pensiero di quei tuoi seni da bambina. Eppure come mi si intenerisce il cuore al pensiero delle tue spalle sottili e delle tue membra puerili. Che birichina che sei!... Vorrei che portassi indumenti intimi neri. Vorrei che ti preoccupassi di piacermi, di provocare il mio desiderio. [...]

Lettere d'amore. Carteggi di scrittori del Novecento - COPERTINA

 

JAMES JOYCE

GABRIELE D ANNUNZIO 2
JAMES JOYCE
james joyce e nora