“POLITICI E INTELLETTUALI CI HANNO SEMPRE TRATTATI COME ROBA DI SERIE B. IL CONCERTONE RISCATTA LA NOSTRA STORIA” - JOHNSON RIGHEIRA ESULTA PER LA PRESENZA SUL PALCO DEL CONCERTO DEL 1° MAGGIO: “UN TEMPO I RIGHEIRA SAREBBERO STATI BANDITI DA UN CONTESTO COME QUESTO. CI HANNO CONDANNATI ALL'ISOLAMENTO, ANCHE SE POI LE CLASSIFICHE CI DAVANO RAGIONE. CI STAVO MALE, PERCHÉ NEI BRANI C'ERANO SOTTOTESTI DA DECIFRARE. VAMOS A LA PLAYA, PARLAVA DI BOMBA ATOMICA E…” - VIDEO
-Estratto dell'articolo di Mattia Marzi per “il Messaggero”
«Il mondo della politica ci ha sempre snobbati: due come noi, che cantavano Vamos a la playa, tre milioni di copie vendute in tutto il mondo, in certi circuiti non erano ammessi. Però con le nostre canzoni abbiamo raccontato l'Italia meglio di tanti cantautori impegnati», sorride Johnson Righeira, vero nome Stefano Righi, che dal 2019 porta davanti da solo l'eredità del duo campione delle hit parade negli Anni '80 dopo la separazione dallo storico sodale Michael Righeira (vero nome Stefano Rota).
Non ha un po' paura di quella piazza?
«[…] Un tempo i Righeira sarebbero stati banditi da un contesto come il Primo Maggio. Politici e intellettuali ci hanno sempre trattati come roba di serie b».
Ora invece gli scrittori vi dedicano anche libri-inchiesta, come il recentissimo "Oh, oh, oh, oh, oh.
I Righeira, la playa e l'estate 1983" di Fabio De Luca, appena uscito.
«Riscatta la nostra storia: ci avevano condannati all'isolamento, anche se poi le classifiche ci davano ragione. Ci stavo male, perché nei brani c'erano sottotesti da decifrare. Vamos a la playa, ad esempio, parlava di bomba atomica, in piena Guerra Fredda. Oggi quelle canzoni le conoscono anche i ragazzini. Che però non sanno nemmeno chi siano i Righeira (ride)».
Ne è sicuro?
«Sicurissimo. Una mia amica insegnante ha fatto un esperimento con una classe delle elementari.
Ha chiesto ai bambini se conoscessero i Righeira e quelli inevitabilmente hanno risposto no. Poi ha cantato l'incipit del ritornello di Vamos a la playa e quelli hanno risposto: oh, oh, oh, oh, oh».
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