“RICORDO CHE NON MORIVA E MI SONO STUPITO DI QUANTO FOSSE RESISTENTE IL CORPO UMANO” – L’ASSASSINO DI CHIARA GUALZETTI RACCONTA GLI ULTIMI ISTANTI DI VITA DELLA 15ENNE. IL VIDEO DEL TG1 DI LUI CHE CAMMINA INSIEME ALLA VITTIMA VERSO IL BOSCO: “VOLTATI, HO UN REGALO PER TE”. LEI SI È GIRATA E LUI... - NELL’INTERROGATORIO IL RAGAZZO HA PARLATO DELLE SUE FIGURE DEMONIACHE SOPRATTUTTO SAMAEL, L’ANGELO DEL GIUDIZIO CHE “HO ANCHE VISTO, UN UOMO DI FUOCO” - IL PM: "IL RAGAZZINO POTREBBE UCCIDERE ANCORA"-VIDEO
Giusi Fasano per corriere.it
Il ragazzo confessa con il tono di chi è un po’ seccato da tutte quelle domande. Racconta gli ultimi istanti di vita di Chiara. «Ricordo che non moriva e mi sono stupito di quanto fosse resistente il corpo umano», dice. Lei era già caduta a terra dopo le coltellate, lui la stava prendendo a calci e, appunto, «ricordo che non moriva». Chiara Gualzetti aveva 15 anni, il suo assassino ha pochi mesi più di lei.
La descrizione di quei momenti è del primo interrogatorio, lunedì sera. Ieri quel ragazzo che narra se stesso come posseduto da «una voce che sento dentro», ne ha sostenuto un altro davanti al giudice che ha convalidato il fermo deciso dalla procura per i minorenni guidata da Silvia Marzocchi. Anche stavolta ha raccontato delle sue figure demoniache, soprattutto Samael, l’angelo del giudizio con cui «parlo da molto tempo» e che «ho anche visto, un uomo di fuoco».
Il nuovo interrogatorio
Un’ora di domande e risposte per confermare quel che aveva già detto e per mostrarsi meno sprezzante della prima volta. Per dire almeno un «mi dispiace per Chiara, sono confuso» e per incrociare gli occhi di sua madre, cosa possibile perché ai minorenni è garantita la presenza di un genitore durante l’interrogatorio. Lei, prima di incontrarlo, riesce a dire soltanto «sono come in una bolla».
«Mio figlio non ha mai fatto del male a nessuno, stavamo cercando di risolvere il problema degli scatti di rabbia» ha rivelato invece agli inquirenti. Sua sorella dice che «è spezzata in due dal dolore» e che la loro assenza alla fiaccolata di ieri sera (per le vie di Monteveglio e fino al luogo del delitto) non è indifferenza, piuttosto una forma di rispetto per i genitori della ragazza e per la loro sofferenza.
Il video delle telecamere
Il padre e la madre di Chiara, Vincenzo e Giusi, erano in prima fila mentre la luce del giorno se ne andava per lasciare posto a quella di fiaccole e candele, tanti piccoli punti di luce per illuminare il ricordo di una ragazzina che ha commesso l’errore di voler bene alla persona sbagliata, di sentire il cuore in tumulto ogni volta che lo vedeva. Si è fidata, Chiara.
«Ci vediamo alle 9.30, stiamo fuori una mezz’oretta a chiacchierare e poi ti riporto a casa» aveva proposto lui con un messaggio in chat. L’appuntamento era per domenica mattina. E lei non vedeva l’ora di incontrarlo. Suo padre guarda e riguarda il video di pochi secondi che una telecamera di sicurezza piazzata davanti a casa sua ha ripreso mentre qui due ragazzini salivano verso i campi e il bosco dove poi è stata trovata. Sono le ultime immagini di Chiara. «Voltati, ho un regalo per te» le ha detto lui quando si sono fermati. Lei si è voltata e lui ha preso il coltello dallo zainetto. Nelle mani le hanno trovato capelli biondi, come quelli di lui.
La confessione
Quando ha capito che non l’avrebbe fatta franca, ai carabinieri della Compagnia di Bologna Borgo Panigale e al comandante Riccardo Angeletti che gli elencavano gli indizi raccolti contro di lui, ha detto: «Lo sapevo che prima o poi sareste arrivati a me». Il fermo firmato poco dopo descrive la confessione come «ricostruzione inoppugnabile per coerenza interna e riscontri esterni», ne parla come una storia «a dir poco raccapricciante, sia per i numerosi dettagli macabri e cruenti sia per la freddezza del racconto sia per il movente, che può apparire sotto certi aspetti incredibile e sotto altri estremamente inquietante». Il giudice che ha confermato il fermo ha accolto la richiesta della procura: lo ha convalidato perché quel ragazzo potrebbe uccidere ancora.
La famiglia di Chiara da ieri si è affidata a un legale, Giovanni Annunziata, che premette di non credere alla presunta follia del ragazzo e chiede per lui una «condanna proporzionata». Proporzionata, cioè giusta, come chiede la madre di Chiara che alla luce delle fiaccole ieri sera ha detto: «Mi affido alla Giustizia, e la voglio».