“LA RUSSIA HA CERCATO DI RUBARE LE NOSTRE RICERCHE SUL VACCINO” - L’ATTACCO DI USA, REGNO UNITO E CANADA: UN GRUPPO DI HACKER RUSSI “SPONSORIZZATI” DAL GOVERNO DI MOSCA, E CONOSCIUTI COME “GLI ORSACCHIOTTI”, HA CERCATO DI INTRODURSI NEI SERVER DELLE SOCIETÀ FARMACEUTICHE E DELLE ISTITUZIONI PUBBLICHE IMPEGNATE NELLA RICERCA, NELLA SPERIMENTAZIONE E PRODUZIONE DEI VACCINI - IL CREMLINO SMENTISCE

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Giuseppe Sarcina per www.corriere.it

 

vladimir putin

I governi di Stati Uniti, Canada e Regno Unito accusano: «I russi stanno cercando di rubare informazioni sui vaccini anti-Covid». A Washington l’allarme arriva dalla Nsa, National security agency, la struttura che coordina i servizi segreti americani. L’intelligence sostiene che gli hacker, conosciuti come «I Duchi» o gli «Orsacchiotti», hanno cercato di introdursi nei server delle società farmaceutiche e delle istituzioni pubbliche impegnate nella ricerca, nella sperimentazione e, si spera a breve, nella produzione dei vaccini.

 

boris johnson lbc

Gli incursori, classificati anche con la sigla Apt29, sono una vecchia conoscenza per il controspionaggio Usa. Sono considerati i più pericolosi, i più efficaci e, soprattutto, i più collegati al Cremlino. «Hanno una lunga storia di azioni contro enti pubblici, sedi diplomatiche, centri studi e poli sanitari», spiega al New York Times Anne Neuberger, direttrice della sezione «cybersecurity» della Nsa.

Gli hacker avrebbero cercato di carpire notizie utili, inviando e-mail fasulle e contaminando il software delle reti aziendali. Al momento non è chiaro se l’offensiva abbia raggiunto gli obiettivi.

 

DMITRIJ PESKOV

Da Londra, Paul Chicester, responsabile del National Cyber Security Center, conferma i sospetti: «Condanniamo queste spregevoli minacce contro le realtà in prima linea nella lotta al Covid-19». Il ministro degli esteri britannico, Dominic Raab, per altro, sostiene che «entità russe abbiano cercato di interferire» nelle elezioni nazionali del 2019.

 

Mosca respinge tutti gli addebiti. Dmitri Peskov, portavoce di Vladimir Putin, ha dichiarato:«Non abbiamo alcuna informazione su chi possa aver condotto operazioni di hackeraggio contro le società farmaceutiche e i centri di ricerca britannici. Ma possiamo dire una cosa: la Russia non ha nulla a che fare con questi tentativi». Peskov ha anche smentito ogni intromissione nella politica britannica.

 

william barr

L’amministrazione americana ritiene che il fronte delle minacce sia più ampio. Due mesi fa un rapporto dell’Fbi avvertiva che anche la Cina sta provando a «sottrarre informazioni sui vaccini negli Stati Uniti». Giovedì il ministro della Giustizia William Barr ha detto: «Pechino è stata colta con le mani nel sacco mentre tentava di coprire la diffusione del contagio. Ora è alla disperata ricerca di un colpo per riabilitarsi agli occhi dell’opinione pubblica mondiale». Nell’elenco dei Paesi sospetti c’è anche l’Iran.

 

E’ chiaro, però, che la corsa al vaccino sia ormai una questione geopolitica e geo economica. L’Organizzazione mondiale della Sanità ha censito più di 160 progetti, ma solo 23 hanno iniziato la sperimentazione sugli esseri umani.

 

astraZeneca

Americani e britannici sembrano i più avanti. Sul campo si sono formate alcune alleanze tra i società farmaceutiche. Per esempio quella tra la statunitense Pfizer e la tedesca BioNtech. Oppure collaborazioni tra enti di ricerca e industria, come tra la britannica Oxford University e la multinazionale AstraZeneca. I leader delle principali nazioni, a cominciare da Donald Trump, assicurano che la formula anti-Coronavirus sarà messa a disposizione di «tutto il pianeta». In realtà non ci sono al momento meccanismi sovranazionali che possano garantire un’ordinata e universale distribuzione delle dosi. Finora si è vista più competizione che cooperazione tra le diverse aree del mondo. Tanto che sono entrate in gioco anche le spie.