“LA RUSSIA HA PERSO A BAKHMUT PIÙ SOLDATI CHE IN AFGHANISTAN” – IL MINISTRO DEGLI ESTERI UCRAINO, DMITRO KULEBA, SPIEGA PERCHÉ L’ESERCITO NON SI RITIRA DALLA CITTÀ DEL DONBASS (IN SOSTANZA, PER FAR FUORI PIÙ RUSSI POSSIBILE): “CONTINUEREMO A COMBATTERE FINCHÉ NON DIVENTERÀ IMPOSSIBILE FARLO”. POI SMENTISCE LE VOCI DI SCAZZI INTERNI AL GOVERNO E BOCCIA IL PIANO DI PACE CINESE: “NON È UN PIANO, È UNA POSIZIONE…”
-Estratto dell’articolo di Fabio Tonacci per www.repubblica.it
"La Russia ha perso a Bakhmut più soldati di quanti ne ha perduti l'Unione Sovietica in dieci anni di conflitto in Afghanistan". Per Dmitro Kuleba basta questo a giustificare la resistenza a oltranza nella città del Donbass devastata da sette mesi di combattimenti. Ma il ministro degli esteri ucraino, in videoconferenza con Repubblica, La Stampa e Agenzia Nova, vuole essere ancor più preciso, quando gli si chiede della possibilità di una ritirata controllata delle forze armate di Kiev che riduca il bagno di sangue.
"Se ti ritiri da Bakhmut e costruisci una linea di difesa diciamo a Kostjantynivka, la stessa intensità dei combattimenti si sposterà lì. E non c'è differenza tra combattere a Bakhmut e combattere a Kostjantynivka. Se puoi ancora combattere a Bakhmut, allora devi combattere".
Fin quando avrà senso tenere quella la linea?
"Fino a quando non diventerà impossibile farlo. Nessuno sarà sacrificato, voglio sottolinearlo: se ci sarà una minaccia concreta di accerchiamento, allora i nostri generali potranno prendere altre decisioni".
Il presidente Zelensky e il comandante generale delle Forze Armate Zaluzhny hanno litigato su come condurre le operazioni militari a Bakhmut. E' così?
"Alla gente piacciono le voci. Ci sono sempre persone interessate a diffondere voci per mostrare presunte divisioni e conflitti all'interno del nostro team. Io però non vedo alcun conflitto. Stiamo combattendo una guerra contro un nemico molto forte e possiamo vincere, ma solo se rimaniamo una squadra. […]”
[…] Perché non state prendendo in considerazione il piano di pace formulato dal governo della Cina?
"Perché non è un piano, è una posizione. Hanno offerto una descrizione completa della loro posizione sull'aggressione russa all'Ucraina, senza purtroppo definirla 'aggressione russa', anche se è questo che intendono. C'è differenza tra un piano e una posizione. Il piano ti dice come raggiungere un obiettivo.
La posizione descrive l'atteggiamento nei confronti di un problema. Nella posizione cinese ci sono delle parti che coincidono con il piano di pace di Zelensky, che è pragmatico e ragionevole. L'Assemblea generale delle Nazioni Unite ha adottato una risoluzione per una pace duratura e giusta in Ucraina, e 141 paesi hanno votato a favore di questa risoluzione. L'Ucraina vuole la pace".
Temete che la Cina alla fine possa essere la causa di un escalation nel conflitto?
"Sentiamo alcune dichiarazioni, ma seguiamo i fatti. E i fatti dicono che sarebbe molto irragionevole, per la politica estera cinese, aprire al sostegno alla Russia. […] La nostra linea rossa, nelle relazioni con ogni Paese, è la fornitura di armi o munizioni a Mosca. Speriamo che la Cina non oltrepassi questa linea".