“LA SERIE È PIENA DI BUGIE” - LYUDMILA IGNATENKO, LA MOGLIE DI UNO DEI PRIMI SOCCORRITORI A ENTRARE NELLA CENTRALE DI PRIPYAT, SDERENA LA SERIE “CHERNOBYL”: “NON AVEVO DATO IL PERMESSO A HBO PER PORTARE LA MIA STORIA SULLO SCHERMO. SONO STATA ASSEDIATA DAI GIORNALISTI, HANNO PRESO A CALCI LA MIA PORTA. MI HANNO OFFERTO 3MILA DOLLARI A RIPRESE TERMINATE E…” - VIDEO
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Micol Sarfatti per "www.corriere.it"
I capelli biondi, gli occhi cerulei e una vita che fino a quel maledetto 26 aprile 1986, il giorno dell’esplosione della centrale di Chernobyl, sembrava perfetta. Lyudmila Ignatenko era sposata con Vasily: un pompiere forte e bello. Aspettavano un bambino.
Una delle più grandi tragedie nucleari della storia ha spezzato il loro amore. Lui fu uno dei primi soccorritori a entrare nella centrale di Pripyat, spense gli incendi, ma le radiazioni non gli diedero scampo.
Morì in un ospedale di Mosca tra atroci sofferenze. La moglie era rimasta sempre al suo capezzale, ignara del pericolo radioattivo per lei e il bambino, che portava in grembo. Il piccolo morì quattro ore dopo la nascita.
La storia triste di Lyudmila ha ispirato uno dei personaggi principali diChernobyl, acclamata serie tv Hbo trasmessa in Italia da Sky Atlantic. A darle volto e corpo sullo schermo è l’attrice irlandese Jessie Buckley. La BBC è riuscita a intervistare per la prima volta la vera Lyudmila.
«Sono stata assediata dai giornalisti»
«Quando ho saputo che sarebbe stata fatta una fiction in cui veniva raccontata anche la mia storia mi sono preoccupata. Non avevo dato il permesso a Hbo per portarla sullo schermo ho sentito il dolore riaffiorare», ha raccontato la donna al microfono di Olga Malcheveska.
«Sono stata assediata dai giornalisti, hanno preso a calci la mia porta. Volevano a tutti i costi un’ intervista. La produzione si è comportata molto male con me. Non mi hanno mai avvisata. Un giorno ho ricevuto una chiamata da Mosca. Mi hanno detto che stavano girando la serie tv a Kiev e in Lettonia, dicevano di avermi provata a contattare, ma non erano riusciti.
Le riprese erano già terminate, per questo mi offrivano 3.000 dollari. Ho riattaccato il telefono, pensavo fosse una truffa». «Il fatto che chiamassero da Mosca l’ha messa in allerta?», ha chiesto la giornalista. «Certo», ha ribadito Ignatenko, «tra il mio Paese, l’Ucraina, e la Russia è in corso un conflitto. Mi sono spaventata».
La replica
Hbo ha risposto alle accuse della donna con una nota in cui fa sapere «Di aver lavorato a Chernobyl con l’intento di rappresentare al meglio e con la massima sensibilità tutti i protagonisti della vicenda reale, inclusa Lyudmila Ignatenko, che abbiamo contattato più volte.
La signora non ha mai detto di non volere che la storia sua e del marito Vasily venisse portata sullo schermo». La stessa Buckley ha detto che le sarebbe piaciuto molto incontrare la donna da lei interpretata, ma di comprendere e rispettare il suo dolore: «Avrei tanto voluto darle un abbraccio. Spero di aver raccontato fedelmente la sua storia».
Un grande amore
Lyudmila ha avuto occasione di vedere solo qualche spezzone della serie Hbo sulla tv ucraina. «È piena di bugie», ha commentato, «in tanti poi mi hanno accusato per aver messo a rischio la vita del mio bambino.
Ma ai tempi non sapevamo nulla delle radiazioni, pensavo fosse al sicuro dentro la mia pancia». «Ci sono anche dettagli molto accurati», ha aggiunto. «Gli abiti, ad esempio. Io stessa avevo un maglione grigio come quello indossato dall’attrice che mi ha interpretata».
Trentatrè anni dopo, Lyudmila non si è mai risposata, ma ha dato alla luce un altro figlio. Ancora si commuove ripensando al suo Vasily. «Poco prima di morire mi ha regalato tre fiori, li teneva sotto il cuscino del suo letto d’ospedale. È stato il nostro ultimo momento romantico».