“SIAMO FATTI DI MEMORIA, E UN PEZZO IMPORTANTE DELLA MEMORIA DI QUESTA GENERAZIONE AVRÀ LA VOCE DI GALEAZZI” - LO SCRITTORE MAURIZIO DE GIOVANNI: “SE DOVESSIMO SPIEGARE LA RADICE DELLA TRISTEZZA CHE CI PRENDE, ALLA NOTIZIA DELLA SCOMPARSA DI QUESTO GIGANTESCO CRONISTA DELLE IMPRESE, SE DOVESSIMO FAR CAPIRE CHI ERA E COM'ERA, AVREMMO DIFFICOLTÀ. PERCHÉ AI RAGAZZI APPASSIONATI DI SPORT DOVREMMO PROBABILMENTE COSTRUIRE UNA..."

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Maurizio De Giovanni per “la Stampa”

 

MAURIZIO DE GIOVANNI

Siamo fatti di memoria, questa è la verità. Pensiamo di lasciarci il passato alle spalle, immersi nel presente e tesi al futuro come siamo; ci illudiamo che quello che è stato è stato, e che i ricordi siano istantanee in una vecchia scatola di biscotti, da andare a pescare in caso di nostalgia o di necessità. E invece siamo fatti di memoria, e i pezzi del passato sono sempre presenti e forti, con colori e sapori, perché sono i mattoni che formano la nostra identità.

 

GIAMPIERO galeazzi mara venier

E spesso i contorni sono più saporiti e profumati delle pietanze che contribuivano ad abbellire, e li ricordiamo con maggiore potenza, ed emergono sulla superficie della coscienza con una nitidezza che li rende immutabili nel tempo, per niente sbiaditi o ammuffiti. Ecco per quale motivo il valore di Gian Piero Galeazzi, per noi che c'eravamo, per noi che in quel tempo avevamo coscienza della grandezza degli eventi che ci riferiva, è forse ancora maggiore di chi c'era davanti ai suoi occhi ed era oggetto del suo arrochito racconto.

 

GIAMPIERO galeazzi mara venier

Ricordiamo Galeazzi, più ancora delle prue eroiche degli Abbagnale che fendevano le acque olimpiche. Ricordiamo Galeazzi, più ancora della ressa attorno ai campioni circondati da microfoni perché non parlavano per contratto ma casualmente, colti nel pieno dell'adrenalina di bordocampo, senza sfondi sponsorizzati alle spalle, senza essersi pettinati nel frattempo.

 

giampiero galeazzi

Ricordiamo Galeazzi, sommerso da spumante e gavettoni come fosse un compagno di squadra, che coglieva lacrime di gioia e scomposti cori a petto nudo nella sacralità di spogliatoi che oggi sembrano reparti di cliniche svizzere. Idealmente raccolti attorno al suo letto di morte, addolorati come fosse un cugino o uno zio di cui da tempo non sapevamo più niente, col vago colpevole rimpianto che sempre si prova quando si è forse trascurato un affetto, riflettiamo sul tempo che era e sul tempo di adesso; e un po' ci sentiamo anche in colpa verso i nostri figli, per quanto era bello allora e per quanto sia asettico e triste il racconto dell'epica sportiva, com' è diventato oggi.

 

Se dovessimo spiegare la radice della tristezza che ci prende, alla notizia della scomparsa di questo gigantesco cronista delle imprese, se dovessimo far capire chi era e com' era, avremmo difficoltà. Perché ai ragazzi (non moltissimi) appassionati di sport dovremmo probabilmente costruire una creatura alla Mary Shelley, un po' qui e un po' lì, perché Bisteccone era enorme, non solo fisicamente ma per la personalità e l'ironia, per l'intelligenza e la sensibilità.

 

PAOLA FERRARI GIAMPIERO GALEAZZI

E dovremmo spiegare ai ragazzi che non è la morte che santifica, non è il fascino della gioventù perduta né una senile tendenza a vedere un necessario degrado dei tempi che ce lo fa dire. Lui era un pezzo di bordocampista, con l'attitudine a leggere anche le gocce di sudore; ma anche un pezzo di telecronista, con una visione d'insieme profonda e competente; ma anche un pezzo di esperto di costume, con domande secche e intelligenti che consentivano di capire l'umanità dei campioni senza uno sgabello e un riflettore; ma anche un acuto commentatore, in grado di analizzare compiutamente un evento a distanza di pochi minuti dalla conclusione; ma anche un opinionista, preparato a largo raggio e capace di entrare nel merito dei fatti pesandone l'effettiva portata.

giampiero galeazzi e diego armando maradona

 

Era un po' di tutto, Galeazzi. E noi, che lo ascoltavamo, eravamo certi che non sarebbe stato mai banale. In nessun caso. I ricordi di cui è portatore nella nostra memoria hanno il pregio di essere comuni, e non è cosa da poco. Non erano quelli i tempi in cui un evento arrivava multiforme e da frammentate angolazioni. Oggi c'è chi ha visto sul satellite e chi ha sentito in radio, chi ha colto sul web e chi ha rivisto in streaming, che preferisce la telecronaca in lingua e chi trova sul blog o il social di riferimento.

 

giampiero galeazzi massimo veneziano foto di bacco

Allora una voce c'era, roca e sudata, ed era quella di Galeazzi, entusiasta e gioioso come avesse giocato o vogato o pedalato lui stesso, in totale condivisione col campione e con chi assisteva, un ponte di sangue e fatica che ti portava sul campo anche senza alta definizione. Una condivisione che lo portò indimenticabilmente a conferire il microfono a un Diego neoscudettato e felice, per intervistare i compagni, insieme a lui e insieme a noi. Non sarà possibile, per noi che c'eravamo, fare a meno di questo ricordo. Perché siamo fatti di memoria, e un pezzo importante della memoria di questa generazione avrà per sempre la voce, il faccione, il sorriso e il sudore di Gian Piero Galeazzi.

susanna e giampiero galeazzi
giampiero galeazzi con giuliano spingardi
giampiero galeazzi con rummenigge e maradona
alberto tomba e giampiero galeazzi
l addio dell olimpico a giampiero galeazzi

susanna galeazzi col padre giampiero foto di bacco