“SIAMO FINALMENTE IN DISCESA, LA STRATEGIA DELLE RIAPERTURE GRADUALI È STATA PREMIANTE” – L’IMMUNOLOGO FRANCESCO LE FOCHE È OTTIMISTA: “LE VACCINAZIONI HANNO AVUTO UN RUOLO CHIAVE E ANCOR PIÙ LO AVRANNO NELLE PROSSIME SETTIMANE, QUANDO SARÀ IL TURNO DEGLI ADOLESCENTI” – “IL VACCINO È EFFICACE AL 100%. SE PUNTIAMO A METTERE ALL' ANGOLO IL SARS-COV-2 DOBBIAMO INTENDERE LA VACCINAZIONE COME UN ATTO DI EDUCAZIONE CIVICA. PURTROPPO CONTINUANO A CIRCOLARE FAKE NEWS DELETERIE COME…”
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Margherita De Bac per il “Corriere della Sera”
Siamo ormai in discesa?
«Sì, siamo finalmente in discesa».
Normalità riconquistata?
«Sì, la strategia delle riaperture graduali è stata premiante».
Le vaccinazioni hanno un ruolo chiave?
«Lo hanno avuto e ancor più lo avranno nelle prossime settimane, quando sarà il turno degli adolescenti. Il prossimo passo sarà la disponibilità di dosi autorizzate per bambini tra 6 mesi e 12 anni. Magari il vaccino anti Covid potrebbe essere inserito nel calendario delle vaccinazioni dell' infanzia raccomandate».
È ottimista l' immunologo clinico Francesco Le Foche, che vede «un' estate positiva, nel senso buono».
Eppure tante persone di età superiore ai 60 anni non si sono ancora immunizzate. Non è un rischio per loro stesse e la comunità?
«Credo che non si tratti di no vax ma di cittadini difficili da raggiungere o perché abitano in piccoli paesi o perché non hanno dimestichezza col computer e quindi faticano a entrare nel sistema degli appuntamenti. Le vaccinazioni in farmacia saranno uno sprone per i ritardatari».
È finita la fase dei grandi poli vaccinali, fondamentali finora per imprimere un' accelerazione alla campagna?
«Adesso si dovrebbe passare a centri di prossimità, più vicini agli utenti. Mi riferisco agli ambulatori dei medici di medicina generale che conoscendo personalmente i loro pazienti possono agevolarne l' adesione. Poi le farmacie».
Sta per arrivare la chiamata per i 12-15enni. Che cosa si può dire ai genitori per convincerli a non tirarsi indietro?
«Il vaccino è efficace al 100%. I genitori devono capire che farlo fare ai figli significa ridurre lo spazio di azione del virus che troverebbe nei giovani non immunizzati una sorta di serbatoio di infezioni, pericoloso per gli ultra sessantenni che di Covid possono ammalarsi gravemente e anche morire. Se puntiamo a mettere all' angolo il Sars-CoV-2 dobbiamo intendere la vaccinazione come un atto di educazione civica. Purtroppo a circa cinque mesi dal via alle prime vaccinazioni continuano a circolare fake news deleterie».
Esempi?
«Le racconto le domande di due pazienti. "Professore, è vero che i vaccini a Rna messaggero alterano la fertilità? Professore, è vero che l' Rna messaggero interferisce con il Dna umano fino a modificare il genoma?"».
Smonti le false credenze.
«Evidentemente c' è chi nei social si diverte a farle circolare. L' Rna messaggero raggiunge il citoplasma della cellula, la membrana, ordinandole di produrre la proteina Spike, quella che il virus utilizza per attaccarsi alle cellule stesse. Una volta passata l' informazione, il vaccino si disintegra lasciando al sistema immunitario il compito di produrre le difese dell' organismo, vale a dire anticorpi, linfociti C e linfociti B di memoria. Un esercito pronto a reagire».
C' è un uso inappropriato dei test sierologici?
«Sì, eseguirli in alcune circostanze non ha senso. Ancora più sbagliato farne l' autolettura e paragonare l' esito a quello avuto dall' amico che si è rivolto a un laboratorio differente dal nostro. La conta degli anticorpi non deve servire a stabilire il calendario vaccinale, ad anticipare o posticipare la seconda dose, a decidere se abbiamo sviluppato l' immunità che è composta da tanti elementi. Non basta il titolo anticorpale per definirla».
E allora a che servono questi test?
«Hanno un valore epidemiologico. Infatti sono serviti a condurre l' indagine nazionale di sieroprevalenza su un campione di italiani, i cui risultati sono stati comunicati lo scorso agosto, per capire quante persone erano venute a contatto con il virus: il 2,5% della popolazione. I sierologici ci dicono a livello individuale se, pur non avendo avuto sintomi, c' è stata infezione.
Infine servono agli specialisti nel caso di pazienti con patologie autoimmuni o di altro tipo per le quali è importante conoscere la risposta degli anticorpi».