“SIAMO PRONTI, SIR” – TRUMP CHIAMA E I SUPREMATISTI BIANCHI RISPONDONO. DOPO CHE IL PUZZONE SI È RIVOLTO AI “PROUD BOYS” DICENDO LORO “STATE INDIETRO, MA STATE PRONTI”, I MEMBRI DEL GRUPPO DI ESTREMA DESTRA HANNO ESULTATO SUI SOCIAL, GIURANDO FEDELTÀ AL TYCOON: “CI HA DETTO DI ANDARE A FARE CASINO. SONO MOLTO FELICE” – “CI HA CHIESTO DI ANDARE A FOTTERE QUELLI DI ANTIFA…” - VIDEO

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DAGONEWS

 

donald trump

Trump chiama e i suprematisti di estrema destra rispondono. Dopo che durante il dibattito tv il Presidente si è rivolto direttamente ai Proud Boys, gruppo suprematista di estrema destra, (“State indietro ma state pronti”) sono stati gli stessi militanti a esultare sui social e a rispondere alla chiamata alle armi: «Ci ha detto di andare a fare casino. Sono molto felice».

 

«Siamo pronti» ha scritto un altro esponente dei Proud Boys minacciando di agire e giurando fedeltà a Trump sul gruppo Telegram. Joe Biggs, uno degli organizzatori di Proud Boys, ha scritto: «Il presidente Trump ha detto ai ragazzi di stare a guardare perché qualcuno deve occuparsi di ANTIFA ... beh, signore! siamo pronti! Trump in pratica ha detto di fotterli! questo mi rende così felice».

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Joe Biden ha ritwittato un post di uno dei membri di Proud Boys e ha commentato: «Questa è l'America di Donald Trump».

 

 

Da "www.rivistastudio.com"

Il primo dibattito presidenziale è stato un disastro, o almeno così lo descrivono gli analisti, sui media e sui social: entrambi i candidati sono sembrati in affanno e hanno di molto abbassato il livello del discorso, non rispettando le regole dell’evento e parlandosi addosso il più delle volte. Tra i punti del dibattito che più stanno facendo discutere in queste ore, c’è l’affermazione che il presidente in carica ha fatto sui Proud Boys, un gruppo di estrema destra spesso accusato di incitare alla violenza razziale.

proud boys gruppo suprematista

 

Alla domanda se condannasse o meno i suprematisti bianchi e i gruppi paramilitari, Trump ha infatti riposto: «Proud Boys, fate un passo indietro e rimanete a guardare».

In molti hanno interpretato quello “stand by” anche come un invito a “tenersi pronti”, ma Jason Miller, consigliere senior per la campagna del presidente, ha detto che invece si trattava dell’esatto opposto, «un invito molto chiaro a smetterla».

 

dibattito donald trump e joe biden

Nonostante le ambiguità, i Proud Boys hanno celebrato la menzione durante il dibattito, come riporta il New York Times: già dopo pochi minuti, «i membri del gruppo stavano postando su canali social privati, definendo il commento del presidente “storico”. In un canale dedicato ai Proud Boys su Telegram, un’app di messaggistica privata, i membri del gruppo hanno definito il commento del presidente una tacita approvazione delle loro tattiche violente».

 

il post di joe biden sui proud boys

I Proud Boys sono stati fondati nel 2016 da Gavin McInnes, uno dei fondatori di Vice Media riciclatosi estremista di destra. Si definiscono «un’organizzazione fraterna pro-Occidente per soli uomini». Formalmente, si sono sempre distanziati da gruppi come il KKK di David Duke e l’alt-right di Richard Spencer, ma nel concreto hanno molte similitudini con quel tipo di organizzazioni: McInnes non ha problemi a farsi definire un misogino, e ha dichiarato più volte che il femminismo ha rovinato la vita alle donne, ritiene che i confini dell’America vadano chiusi e che la violenza “giustificata” sia il metodo giusto per risolvere i conflitti della società. Sempre secondo quanto dichiarato da McInnes negli anni, l’Occidente è l’inventore della modernità e per questo superiore a tutte le altre civiltà: «La Russia fa schifo, la Cina fa schifo, il Medio Oriente non è la mia tazza di tè.

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Penso che sia indiscutibile che l’Occidente sia superiore. L’Occidente è costruito sulla libertà e sulla meritocrazia», ha ribadito più volte. Il gruppo è conosciuto anche per i bizzarri riti di iniziazione, come quello di prendere a pugni i nuovi membri mentre recitano a voce alta marche di cereali, e per la spiccata preferenza verso marchi come Fred Perry (che ha infatti ritirato dal mercato la loro maglia preferita, quella nera e gialla).

 

Nel novembre del 2018 McInnes, che si è sempre definito un commentatore che fa satira politica, ha ufficialmente preso le distanze dai Proud Boys con un video pubblicato online: «Mi sto ufficialmente dissociando dai Proud Boys, a tutti i livelli, per sempre, ho lasciato. Il mio team legale e le forze dell’ordine mi hanno detto che questo gesto aiuterà ad alleviare la loro condanna… Non siamo un gruppo estremista e non abbiamo legami con i nazionalisti bianchi».

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La decisione è arrivata dopo che militanti dei Proud Boys sono rimasti coinvolti in alcuni scontri violenti con alcuni gruppi degli Antifa e le autorità li hanno riconosciuti colpevoli di aver incitato la rissa. McInnes, inoltre, è stato bannato da Facebook, Twitter e YouTube.

 

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Quando Abc News gli ha chiesto se ritenesse di avere una qualche responsabilità per quello che erano diventati i Proud Boys, McInnes ha risposto così: «Sì, ho qualche responsabilità. Non sono esente da sensi di colpa in questo. Non avrei dovuto dire “la violenza risolve tutto” o cose del genere senza chiarire il contesto e mi dispiace di averlo fatto».

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