“SONO EMERSE ESPRESSIONI OFFENSIVE E UMILIAZIONI MA IL REATO DI MALTRATTAMENTI NON SI PUÒ CONFIGURARE” – LA PROCURA DI MONZA CHIEDE AL GIP DI ARCHIVIARE L’INCHIESTA NEI CONFRONTI DELLA CT DELLE FARFALLE DI GINNASTICA RITMICA, EMANUELA MACCARANI, E DELLA SUA ASSISTENTE, OLGA TISHINA – I PM SOTTOLINEANO COME “LA PRASSI COSTANTE NELL’ALLENATRICE SIA STATA LA DUREZZA, LA MANCANZA DI EMPATIA, INTERVENTI DIRETTI SUL CIBO DURANTE I PASTI”. MA AMMETTONO CHE “A CONTRIBUIRE AL DISAGIO DELLE ATLETE CHE HANNO DENUNCIATO È STATA ANCHE L’INEVITABILE TENSIONE DELL’ATTIVITÀ DI ALTO LIVELLO...”
-Estratto dell’articolo di Marco Bonarrigo per il “Corriere della Sera”
L’ultima buona notizia è arrivata ieri, due giorni dopo la conclusione delle Olimpiadi dove la ginnastica ritmica italiana ha conquistato un prezioso bronzo a squadre oltre a quello individuale di Sofia Raffaeli: la pm della Procura di Monza Manuela Massenz ha chiesto al gip di archiviare l’inchiesta per maltrattamenti nei confronti di Emanuela Maccarani, direttrice dell’Accademia di Desio e ct delle Farfalle, e dell’assistente Olga Tishina.
Le indagini che ipotizzavano l’utilizzo di «metodi di allenamento non conformi ai doveri di correttezza e professionalità» e «pressioni psicologiche provocando disturbi, anche alimentari» sono durate oltre venti mesi.
La Procura spiega che «sono emerse come prassi costante nell’allenatrice la durezza, la mancanza di empatia, il ricorso a epiteti ingiuriosi», e ancora «pesature reiterate, espressioni offensive riferite alle caratteristiche fisiche, umiliazioni e interventi diretti sul cibo durante la consumazione dei pasti», in un sistema «complessivamente poco tutelante».
L’archiviazione è stata però chiesta «perché il reato di maltrattamenti non si può configurare se a condotte analoghe sono derivate conseguenze diverse nelle diverse atlete con quelle più resistenti ai soprusi che hanno proseguito» e perché a contribuire al disagio delle farfalle che hanno denunciato è stata anche l’inevitabile tensione dell’attività di alto livello.
Il caso era nato nel novembre 2022 dalle denunce ai giornali di due ex azzurre, Anna Basta e Nina Corradini che parlarono di ripetuti insulti legati alla loro forma fisica e di privazioni alimentari da parte di una delle più titolate tecniche azzurre e membro della Giunta Coni. Dalle altre farfalle Emanuela Maccarani venne difesa a spada tratta.
«I problemi di peso di Basta — spiegò durante il procedimento sportivo Martina Centofanti, bronzo a Parigi — erano visibili anche ai non esperti. Io rimasi allibita dal fatto che lei fosse arrivata a pesare 8/9 chili più di me. Lei controbatteva qualunque cosa le venisse detta, non accettava alcun tipo di critica e questo comportamento creava tantissimi disagi».
A Parigi, dopo la premiazione, Maccarani accusò la stampa di «aver associato alla parola farfalle immagini raccapriccianti, di ragazze anoressiche, malate. Ma non si può fare una preparazione olimpica se non si è sani». [...]