“SONO SBUCATE ALL’IMPROVVISO E NON LE HO VISTE” - PIETRO GENOVESE RACCONTA L’INCIDENTE DI CORSO FRANCIA IN CUI SONO MORTE GAIA VON FREYMANN E CAMILLA ROMAGNOLI - OGGI L’INTERROGATORIO DAVANTI AL GIP - IL RAGAZZO DOVRÀ  FARE I CONTI CON I DUE ELEMENTI PRINCIPALI DELL’ACCUSA: LA VELOCITÀ DI MARCIA (SUPERIORE A QUELLA PREVISTA DAL CODICE DELLA STRADA) E IL TASSO DI ALCOL NEL SANGUE (PARI A 1,4 GRAMMI PER LITRO) - NEI GIORNI PRECEDENTI AI FATTI AVEVA ASSUNTO COCAINA E HASHISH…


Ilaria Sacchettoni per www.corriere.it

 

paolo e pietro genovese

«Sono sbucate all’improvviso, non le ho viste» ripete Pietro Genovese, figlio del regista Paolo, dopo l’incidente di corso Francia. È ragionevole pensare che confermi questa versione durante l’interrogatorio di oggi con la giudice per le indagini preliminari, Bernadette Nicotra. Ma non è affatto scontato che risponda. Il ventenne potrebbe infatti avvalersi della facoltà di non rispondere oppure fare una serie di dichiarazioni spontanee, fornendo la propria versione dei fatti senza rispondere alla serie di contestazioni dei magistrati. Tutto dipenderà dalle condizioni psicologiche, visto che da quel 22 dicembre, giorno dell’incidente, il ragazzo versa in un pesante stato confusionale, perennemente in bilico fra pianto e senso di colpa.

pietro genovese

 

IL TASSO DI ALCOL NEL SANGUE

Comunque vadano le cose, che risponda o meno, Genovese, assistito dal suo difensore Gianluca Tognozzi dovrà fare i conti con i due elementi principali dell’accusa: la questione della velocità di marcia (superiore a quella prevista dal codice della strada) e quella del tasso di alcol nel sangue (pari a 1,4 grammi per litro).

 

Vi sono poi altri due aspetti — la positività a sostanze stupefacenti e l’arresto del Suv — destinati ad entrare nel processo sebbene fino a questo momento non siano state considerate delle aggravanti. Se è certo che nei giorni precedenti il ragazzo aveva consumato sostanze stupefacenti (cocaina, hashish) è anche vero che quando ha investito Gaia von Freymann e Camilla Romagnoli l’effetto era svanito.

 

camilla romagnoli gaia von freymann 1

IL NODO DELLA VELOCITÀ

Le dichiarazioni di Genovese saranno confrontate con quelle dei suoi amici, Davide Acampora e Tommaso Edoardo Fornari Luswerg che viaggiavano con lui e saranno ascoltati dai magistrati Roberto Felici e Nunzia D’Elia il 3 gennaio. Per la difesa si tratta comunque di una partita complessa, visto che, praticamente, la totalità dei testimoni concorda sull’aspetto della velocità sostenuta alla quale il Suv attraversava il viadotto di corso Francia. Lo sostiene Orlando Townshend che, quella notte, ha assistito alla scena: «A un tratto vedevo un’auto di colore grigio che correndo a gran velocità travolgeva le due ragazze».

 

gaia von freymann 1

LA CONSULENZA DEI PERITI

La conferma arriva da Jacopo Daliana che viaggiava a bordo della sua minicar: «Ho visto una macchina grigia che proveniva a velocità sostenuta da fuori Roma e che investiva una ragazza...». Ma lo confermano con chiarezza anche altri due testimoni: Moshè David Rubin («Dopo pochissimi istanti è sopraggiunto sulla corsia alla mia sinistra, un suv di color grigio chiaro a velocità sostenuta, che ha investito due ragazze scaraventandole più avanti») e sua moglie Joel Zanzuri («Nel momento in cui hanno impegnato la corsia di sorpasso sono state colpite da un’autovettura di grosse dimensioni di colore chiaro che viaggiava a velocità sostenuta, direi circa ottanta chilometri orari»). Per avere dati certi sulla velocità alla quale il suv marciava bisognerà aspettare il risultato della consulenza disposta dai magistrati, ma intanto le indagini degli agenti della polizia municipale vanno avanti per appurare altri aspetti.

camilla romagnoli

 

L’USO DI STUPEFACENTI

Si darà una risposta anche alla questione dell’assunzione di sostanze stupefacenti: quella sera, alla cena di rientro dall’Erasmus di un amico, erano state consumate sostanze? Per accertarlo gli investigatori potrebbero decidere di ascoltare chi partecipò alla serata.

 

Stando all’ordinanza di arresto Genovese avrebbe accettato il rischio di un incidente: «Pietro Genovese — scrive la gip — la notte di sabato 22 dicembre scorso percorreva una strada all’interno di un agglomerato urbano, in un punto caratterizzato dalla presenza di case e locali notturni della movida romana, a velocità elevata a tenore degli elementi sopra esposti, e con un tasso di alcol nel sangue superiore al limite consentito, con la conseguenza che in astratto pur non avendo concepito come concretamente realizzabile l’incidente stradale e non averlo in alcun modo voluto, in concreto con la sua condotta si sia rappresentato la possibilità di cagionare un evento non voluto confidando al contempo nelle sue capacità alla guida così da poterlo scongiurare».

la macchina di pietro genovese
incidente corso francia il giorno dopo
PIETRO GENOVESE