“LO STATO NON È PIÙ PRESENTE NELLA REGIONE MOLISE” – PAOLO CIRINO POMICINO: “LO DIMOSTRA DA OLTRE SEI MESI L’INFERNO DI FUOCO SCATENATO NELLA SANITÀ MOLISANA DAL PRESIDENTE DONATO TOMA ” – “QUAL È L’INTERESSE DELLA MELONI, O PROBABILMENTE DI QUALCUNO DEL SUO STAFF, PER NON PROCEDERE? È LO STATO CHE NON C’È PIÙ E TANTA POVERA GENTE OGNI GIORNO DEVE FARE LUNGHI TRAGITTI PER FARSI CURARE…”

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Lettera di Paolo Cirino Pomicino a Dagospia

 

paolo cirino pomicino foto di bacco

Ormai è un dato accertato. Lo Stato italiano non è più presente nella regione Molise. Lo dimostra da oltre sei mesi l’inferno di fuoco scatenato nella sanità molisana da due personaggi inadeguati e mossi da interessi personali ed elettorali: Giacomo Papa e Donato Toma. I loro decreti in contrasto con sentenze della magistratura amministrativa hanno messo in gravi difficoltà centinaia di ammalati di due grandi eccellenze mediche, gli Istituti a carattere scientifico Gemelli e Neuromed, quest’ultimo con un parco ricercatori frequentato da professori provenienti da innumerevoli paesi.

 

 Tanto per cominciare il presidente della regione Toma, nella  vana ricerca di una ricandidatura, ha incassato dalle altre regioni decine e decine di milioni per prestazioni effettuate dai due Istituti nel 2020 e nel 2021 e ha deciso di non trasferirli ai due istituti. La conseguenza è stata la messa in crisi dei fornitori e della manutenzione della delicate strutture mediche e gli stipendi del personale.

DONATO TOMA MOLISE

 

Non è bastato. Attila, così come è stato denominato dalla stampa locale, ha deciso una serie di appesantimenti burocratici tali da rendere ad esempio impraticabile la radioterapia del Gemelli, unico centro   regionale, per cui ammalati gravi sono costretti ad andare a Benevento o a Chieti ogni giorno per proseguire la terapia quotidiana.

 

Giustamente il presidente del Gemelli Stefano Petracca ha denunciato in Procura la coppia devastatrice con l’accusa di tentato omicidio. Non c’è dubbio che ogni morto per difficoltà di assistenza ricade non solo sulla coppia Toma-Giacomo Papa ma anche sui ministri vigilanti.

GIACOMO PAPA MOLISE

 

Già gli ex ministri Franco e Speranza, il primo per mancanza di coraggio ed il secondo per piccoli interessi di partito, pur essendo informati fecero orecchie da mercanti. Oggi Schillaci e Giorgetti hanno inviato alla presidenza del consiglio il nome del sostituto di Papa ma la sostituzione non viene messa all’ordine del giorno.

 

Qual è l’interesse della Meloni, o probabilmente di qualcuno del suo staff, per non procedere? È lo Stato che non c’è più e tanta povera gente ogni giorno deve fare lunghi tragitti per farsi curare. Quando diciamo lo Stato mettiamo dentro anche l’autorità giudiziaria molisana informata da tempo dell’inferno di fuoco.

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