“LA STATUA DI PUTIN È DA DEMOLIRE” – A VAGLI DI SOTTO, UN PAESINO IN PROVINCIA DI LUCCA, C’È UN ENORME MONUMENTO DEDICATO AL PRESIDENTE RUSSO: LA STATUA È STATA INSTALLATA NEL 2019 DALL’ALLORA SINDACO, MARIO PAGLIA, ALL’INTERNO DEL “PARCO DELL’ONORE E DEL DISONORE”. E ORA LA MAGGIOR PARTE DEI CITTADINI CHIEDE DI BUTTARLA GIÙ…
-Bianca Leonardi per www.ilgiornale.it
Al centro della bufera Vagli di Sotto, il paesino di 844 abitanti immerso nell’Alta Garfagnana lucchese, in Toscana.
Polemiche infuocate, quelle che stanno portando avanti la maggior parte dei cittadini – anche dei paesi limitrofi – a causa della grande statua raffigurante Vladimir Putin, installata nel 2019 sulle sponde del lago.
A volerla l’allora primo cittadino, Mario Puglia, che decise di posizionare l’effige del Presidente russo all’interno del “Vagli Park”, un complesso destinato principalmente a famiglie e gruppi e che negli ultimi anni ha attirato un grandissimo numero di turisti.
Nel complesso naturalistico c’è infatti il cosiddetto “Parco dell’onore e del disonore” dove spiccano le rappresentazioni in marmo non solo di Vladimir Putin, ma anche dell’ex Presidente degli Stati Uniti Donald Trump, del Comandante della Costa Concordia Francesco Schettino, di Alexander Prokhorenko, soldato russo che morì durante una missione in Siria e molte altre.
La controversa statua di Putin si trova, simbolicamente, al confine tra “l’onore e il disonore” e, come affermano i cittadini: “E’ l’ultima dal lato del disonore e molto vicina alle figure che rappresentano l’onore. In ogni caso, visto ciò che sta succedendo, è da demolire”.
Gli abitanti, infatti, non ci stanno a vedere identificato il proprio paese nell’attuale presidente russo, ora volto della discordia dopo gli attacchi in Ucraina e, “anche se si tratta di una raffigurazione, è una mancanza di rispetto per tutti coloro morti sotto le bombe di Putin”.
L’effige è l’unica in Italia, insieme a un’altra targa dedicata sempre all’oligarca russo a Bari dove, anche lì, ci sono importanti mobilitazioni per rimuoverla.
A metterci la faccia e a puntare il dito, senza se e senza ma, a Mario Puglia - che oggi è consigliere comunale di maggioranza – è stato il Segretario del Pd Enzo Coltelli che, facendosi portavoce dei cittadini, ha chiesto pubblicamente la distruzione e, quindi, rimozione della statua.
Coltelli, infatti, ha invitato il Sindaco attuale, Giovanni Lodovici, a muoversi in questa direzione in quanto, “se già non aveva senso averla installata in passato, oggi più che mai il minimo che possiamo fare è eliminarla, considerando ciò che sta succedendo”.
Se da una parte il consenso della città è massimo, con proteste dei cittadini che invocano ogni giorno la demolizione, dall’altra l’Amministrazione comunale non ha accolto con entusiasmo la richiesta.
Le motivazioni sono che la raffigurazione del Presidente Vladimir Putin è inserita in un contesto neutro, non trovandosi esplicitamente dalla parte dell’onore del parco, ed è quindi parte dell’arredo urbano.
Seppur Lodovici si ponga “assolutamente contrarioalla guerra”, sostiene allo stesso tempo che non sia arrivata una richiesta ufficiale in Comune.
In quel caso, comunque, l’idea di demolirla non sembrerebbe essere nelle sue intenzioni: “Se dovesse arrivare una richiesta protocollata porteremo la discussione in Consiglio e decideremo, si potrebbe spostare dalla parte del disonore, in caso”.
A gettare altra benzina sul fuoco l’ex sindaco Puglia che ha risposto alle polemiche sul suo profilo facebook: “La statua è solo un pretesto di becera politica perché è stata donata per la valorizzazione del marmo e la pubblicità al materiale.
Proprio per questo becero oscurantismo che certe menti hanno della storia, dico che la mia amministrazione ha in vent’anni fatto di Vagli una perla turistica”.
“Non sono le statue a fare danni, mi sembra assurdo pensare di fare una guerra alla statua”, conclude l’attuale primo cittadino. Ma la diplomazia del Sindaco in carica e le giustificazioni dell’ideatore dell’effige non placano gli animi arrabbiati dei cittadini, coalizzati con tutti i paesi vicini che non accettano questa superficialità su una questione di estrema importanza. Sostengono infatti di non voler essere rappresentati da chi decide di non demolire una statua che oggi è, inevitabilmente e sotto gli occhi di tutti, l’identificazione del disastro che sta spazzando via l’Ucraina.