“È UNA STORIA MOLTO TRISTE, PERCHÉ LE INFORMAZIONI NON SONO STATE VENDUTE PER MOTIVI IDEOLOGICI MA ECONOMICI” – ANDREA PURGATORI COMMENTA IL CASO WALTER BIOT: “LA RUSSIA HA UNA TENDENZA NELL’INGERENZA DEGLI AFFARI DEI PAESI OCCIDENTALI E DI CONSEGUENZA QUELLO CHE È SUCCESSO A ROMA DI SICURO AVRÀ UN IMPATTO. ESISTE UN’IMPOSTAZIONE PER CUI LA RUSSIA FA POLITICA ANCHE CON LO SPIONAGGIO E OVVIAMENTE A DANNO DEI…” – VIDEO

-


 

 

 

Da www.liberoquotidiano.it

 

ANDREA PURGATORI - L'ARIA CHE TIRA

Andrea Purgatori ha offerto il suo punto di vista sul caso di spionaggio russo che sta tenendo banco su tutti i quotidiani. In collegamento con Francesco Magnani a L’aria che tira, il giornalista di La7 ha voluto sottolineare due aspetti di questa clamorosa vicenda: “Dal punto di vista italiano questa purtroppo è una storia molto triste, nel senso che le informazioni sono state vendute non per motivi ideologici ma economici, pare che questa persona abbia un problema familiare molto serio, con la figlia che ha bisogno di aiuto, e quindi si trovava pressata”.

WALTER BIOT

 

E poi c’è l’aspetto legato alla Russia, che è anche quello più serio e rilevante: “Qui dobbiamo mettere nel conto che siamo dentro a una questione internazionale. Sappiamo che la Russia è accusata dagli Stati Uniti di interferenze nelle ultime due elezioni presidenziali; sappiamo che ci sono state delle situazioni critiche con diversi paesi europei per l’espulsione di presunte spie. La Russia ha una tendenza nell’ingerenza degli affari dei paesi occidentali e di conseguenza quello che è successo a Roma di sicuro avrà un impatto”.

WALTER BIOT

 

Purgatori è infatti convinto che ora di certo non miglioreranno le relazioni, ma d’altronde il giornalista è convinto che la guerra fredda non sia mai finita: “Si è solo trasformata. Vladimir Putin è stato ex responsabile dell’ex Kgb, esiste un’impostazione per cui la Russia fa politica anche con lo spionaggio e ovviamente a danno dei paesi occidentali. Il controspionaggio ha lavorato molto bene, è stato capace di bloccare questo flusso di informazioni che riguarda non solo l’Italia ma anche la difesa europea”.