“CON IL SUO PULCINELLA NON VOLEVA ESSERE OSÉ NÉ OFFENDERE NAPOLI” – I FIGLI DI GAETANO PESCE PROVANO A SPEGNERE LE POLEMICHE PER L’ENORME PULCINELLA FALLICO CHE HA SCATENATO UN’ONDATA DI INDIGNAZIONE SOCIAL: “NON AVREBBE MAI AVUTO UN COMPORTAMENTO IRRIVERENTE VERSO LA CITTÀ CHE AMAVA. SICURAMENTE STARÀ SORRIDENDO. SAREBBE STATO D’ACCORDO CON IL SINDACO DI NAPOLI CHE HA ACCOLTO POLEMICHE E IRONIE COME UN’ENORME CAMPAGNA DI MARKETING DI SUCCESSO…”
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Estratto dell’articolo di Mirella Armiero per il “Corriere della Sera”
«Dove è adesso, nostro padre starà sicuramente sorridendo! Di certo, non avrebbe mai pensato di offrire a Napoli qualcosa di offensivo o scontato. Non avrebbe mai avuto un comportamento irriverente verso la città che amava profondamente: ogni volta che veniva era felice».
Milena e Jacopo Pesce sono i figli di Gaetano Pesce, autore di oggetti cult del design contemporaneo e anche del Pulcinella «fallico» che sta mandando in tilt i social. […]
Vostro padre sarebbe stato d’accordo con il sindaco di Napoli, che ha accolto polemiche e ironie come una enorme campagna marketing di successo?
«Certo che sì: l’atteggiamento di positività, la capacità di trovare una soluzione ottimistica alle cose era il suo modo di vivere».
Lui amava Napoli: ci raccontate il suo incontro con Pulcinella?
«Ricordiamo benissimo una passeggiata sul lungomare, quando ci siamo imbattuti in un Pulcinella. Ci fermammo a parlare con lui, della sua vita dietro la maschera, della vita a Napoli... lo abbiamo incontrato piu volte».
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Come fu scelto il nome dell’opera, «Tu sì ‘na cosa grande»?
«Amava la canzone di Domenico Modugno».
Come lavorava? Chiedeva consigli a voi figli?
«Gli piaceva sedersi, quando poteva, davanti al mare o a casa sua davanti all’East River di New York, ascoltando musica ad alto volume; disegnava o faceva dei modelli delle idee che aveva... E non chiedeva consigli a nessuno».
Viveva da tanto a New York: cosa apprezzava dell’America e cosa gli mancava dell’Italia?
«L’Italia era il suo Paese e appena poteva ci tornava. Quello che gli mancava erano il cibo e il calore del suo Paese d’origine, ma amava anche l’energia di New York e la sua apertura alla novità».
La generazione di vostro padre, e lui fra i primi, ha cambiato il modo di vedere gli oggetti, ha portato il design nelle case…
«Lui ha sicuramente portato nelle case il colore, la gioia, ha voluto trasformare gli oggetti utili e semplici in messaggi complessi».