“I TEDESCHI SOSTENGONO CHE CI SIAMO MOSSI TARDI? FOSSI IN LORO ASPETTEREI PRIMA DI GIUDICARE” – L’INFETTIVOLOGO GIANNI REZZA (ISS): “DAGLI ALTRI PAESI MI SAREI ASPETTATO UNA RISPOSTA PIÙ DECISA. MI SENTO RASSICURATO DAI PROVVEDIMENTI PRESI DAL GOVERNO” – “IL TASSO DI LETALITÀ NON È PIÙ ELEVATO CHE IN CINA, AL CONTRARIO. NEL PASSAGGIO IN EUROPA IL VIRUS NON HA CAMBIATO CARATTERISTICHE E NON È DIVENTATO PIÙ AGGRESSIVO” – VIDEO
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Margherita De Bac per il “Corriere della Sera”
Non è una sorpresa la decisione del governo di inasprire le misure. Nelle ultime ore dai tecnici sono arrivati segnali di allarme. Gianni Rezza, capo dipartimento malattie infettive dell' Istituto superiore di sanità, con le sue dichiarazioni aveva più volte lanciato messaggi di pericolo che ieri sono stati raccolti nel nuovo decreto del presidente del consiglio.
Dare un' altra stretta era necessario per cercare di fermare quella che l' Organizzazione mondiale della sanità ha promosso a pandemia?
«Mi sento rassicurato dai provvedimenti che il governo ha preso, condivisi anche dai governatori del Nord e dalle opposizioni. Noi stiamo facendo tutto quello che era necessario. L' Italia in questo momento ha una situazione a macchia di leopardo, con delle zone pesantemente colpite come Emilia-Romagna e Lombardia e altre che stanno contenendo l' infezione, come il Veneto. Poi ci sono numeri più piccoli nel resto del Paese.
Per quanto riguarda il Centro-Sud e Roma ho sempre ritenuto di dover dare l' allarme per suggerire un contenimento preventivo. Tutti adesso devono collaborare con comportamenti ragionevoli e rispettosi della collettività. Non affollarsi e mantenere le distanze è la regola fondamentale».
Il presidente Conte ha detto che non dobbiamo aspettarci subito i risultati di questi provvedimenti e che se i numeri dovessero crescere dobbiamo continuare lungo questa strada. Fra quanto tempo potremmo valutare se abbiamo fatto bene?
«Ci vogliono settimane, almeno due. I dati vanno analizzati e prima di verificare se effettivamente ci sia stato un calo della curva occorre che siano solidi. Un piccolo decremento non è significativo».
I nostri vicini europei come si stanno comportando?
«Mi sarei aspettato una risposta più decisa. Sembra che adesso in Francia e Germania abbiano cominciato ad agire. La Cina ha fatto molto, Corea e Giappone anche, altrove la situazione è sfuggita di mano. I tedeschi sostengono che ci siamo mossi tardi? Fossi in loro aspetterei prima di giudicare».
L' Oms ha dichiarato la pandemia. Che cambia per l' Italia?
«Non aggiunge molto a noi visto che il virus lo abbiamo già dentro casa da settimane e abbiamo cercato di contrastarlo fin dall' inizio con misure importanti. L' Oms piuttosto si rivolge agli altri. Molti Stati hanno fatto poco e secondo me ancora non hanno compreso che cosa li aspetta».
Il coronavirus che ha colpito l' Italia è diverso da quello intercettato per la prima volta a Wuhan e di cui la Cina ha dato notizia il 30 dicembre?
«L' Istituto superiore di sanità ha sequenziato il virus isolato dallo Spallanzani in un paziente cinese arrivato per turismo in Italia, poi è stato sequenziato il virus che circola in Lombardia, il Veneto sta completando gli studi su un terzo virus. Abbiamo individuato soltanto minime mutazioni del genoma.
Significa che nel passaggio in Europa il SARS-CoV 2 non ha cambiato caratteristiche e non è diventato più aggressivo come qualcuno ha affermato». Si può parlare di un virus più letale? «Il tasso di letalità della malattia non è più elevato rispetto a quello della Cina. Al contrario, se si stratificasse questo dato in base alle età si scoprirebbe che potrebbe essere più basso. Noi siamo un Paese vecchio, con molte persone anziane. Inoltre il tasso di letalità non può essere standardizzato perché dipende anche dalla quantità di tamponi eseguiti».