“IL TURISMO? C’È TUTTA LA PARTE BUROCRATICA, COMUNISTA, CHE BLOCCA TUTTO” – LA DEREGULATION SECONDO FLAVIO BRIATORE: “QUANDO ARRIVO IN ITALIA VORREI VEDERE UN CARTELLO CON SCRITTO 'WELCOME TO ITALY', VORREI VEDERE GLI AEROPORTI SENZA FILE INTERMINABILI, NON ASPETTARE 4 ORE UN TAXI QUANDO SI ARRIVA A ROMA. IL NUOVO LOCALE A CORTINA? È STATO IL SOLITO CHIACCHIERICCIO DEI ROSICONI E DEI GELOSI. POI ABBIAMO APERTO ED È STATO UN GRANDE SUCCESSO - I QUADRI, INVECE DI TENERLI IN CANTINA, FACCIAMOLI VEDERE, METTIAMOLI PER ESEMPIO NELLE HALL DEGLI ALBERGHI DOVE C’È PASSAGGIO…”
-Estratto dell’articolo di Riccardo Bruno per il “Corriere della Sera”
Flavio Briatore, ci dica la verità: la sua amica Santanchè si è arrabbiata per quello che ha detto?
«Assolutamente no. […] In Italia la burocrazia è insormontabile, è una follia. Tra commissioni, divieti e vincoli, tutto diventa difficilissimo. E questo sta ammazzando il turismo».
Lei all’incontro di FdI ad Atreju ha detto che noi italiani tendiamo a «fregare» il turista. Non è molto in sintonia con l’immagine dell’Italia terra di accoglienza.
«[…] In questo momento nel turismo l’Italia è quinta o sesta, la Turchia è più o meno come noi, la Grecia ci ha superato. Ci sarà un motivo? Avete mai sentito dire a qualcuno che va in vacanza in Germania? Eppure anche loro sono al nostro livello. […] l’Italia è il Paese dove la gente si ferma di meno».
Lei ha detto che viene trattata male, tanto si sa che non torna più.
«Adesso con i social media se tu freghi un turista, lui lo scrive e lo sa tutto il mondo.
[…] Dobbiamo cambiare e anche abolire tanti passaggi burocratici».
Mano più libera agli imprenditori?
«Quando fai l’operatore crei posti di lavoro e in questo modo abbatti la povertà. Ma l’imprenditore va aiutato. […] c’è tutta la parte burocratica, comunista, che blocca tutto. Un sacco di gente rema contro».
I comunisti hanno remato contro il suo nuovo locale a Cortina?
«È stato il solito chiacchiericcio dei rosiconi e dei gelosi. Poi abbiamo aperto ed è stato un grande successo. Il prodotto è piaciuto, abbiamo dato qualcosa in più e adesso sono tutti contenti. Cortina è un posto dove da vent’anni non si fa nulla. Per fortuna adesso stanno ristrutturando dei buoni alberghi, ma arrivarci è molto difficile. L’ideale sarebbe avere un aeroporto a 30-40 minuti, poi però trovi sempre qualcuno che si oppone, in Italia c’è sempre la guerra dei no».
Ha proposto di accogliere chi arriva sulle nostre coste con il cartello «Welcome».
«Quando arrivo in Italia vorrei vedere un cartello con scritto “Welcome to Italy”, vorrei vedere gli aeroporti senza file interminabili, non aspettare 4 ore un taxi quando si arriva a Roma. Dobbiamo fare come si fa a Dubai o in Paesi che sono molto avanti».
Dobbiamo copiare Dubai?
«Lì è stata fatta una grandissima operazione di real state e food and beverage. Ci sono 160 alberghi a 5 stelle, vent’anni fa non c’era niente. Operare lì è molto semplice, è tutto bianco o nero, presenti un progetto, te lo approvano e parti. […]».
In Italia abbiamo un patrimonio culturale un po’ più ricco. Qualche vincolo bisogna mantenerlo?
«Sì, ma le opere d’arte restano nelle cantine. Su 5 milioni ne sono esposte appena 400 mila. Apriamo più musei e per esempio mettiamo delle corsie preferenziali: una per i ragazzi che possono aspettare e pagano di meno, e una per chi non ha tempo, non può passare mezza giornata in coda e paga di più per entrare subito. E i quadri, invece di tenerli in cantina, facciamoli vedere, mettiamoli per esempio nelle hall degli alberghi dove c’è passaggio. Facciamo delle cose che diano del valore aggiunto al nostro Paese».