“URLAVO DI LASCIARMI STARE E LORO RIDEVANO” – L’INCUBO DI UNA 20ENNE STUPRATA DAL BRANCO IN UN APPARTAMENTO DI TORINO: I RAGAZZI CHE ERANO CON LEI L’HANNO FATTA BERE E LE HANNO DATO UNA PASTIGLIA DI ECSTASY. È SVENUTA E, QUANDO HA RIPRESO CONOSCENZA, LA STAVANO VIOLENTANDO IN TRE: “MI SONO SVEGLIATA NUDA CON LORO SOPRA. URLAVO, MA NESSUNO MI AIUTAVA. QUANDO HANNO FINITO UNO MI HA RIACCOMPAGNATO IN STRADA E SI È GIUSTIFICATO DICENDOMI CHE, MENTRE DORMIVO, ALTRI STAVANO ABUSANDO DI ME E…”


Estratto dell’articolo di Elisa Sola per "la Repubblica"

 

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«Perché mi hanno fatto questo? Loro non possono fare quello che vogliono». L’inferno è un appartamento all’ultimo piano di una via qualunque di Torino.

Che sta a metà tra il centro e l’estrema periferia. È un divano nella cucina di una casa dove venti ragazzi hanno passato la notte. Una serata che doveva essere una festa. Iniziata al parco, con qualche birra e gli amici di sempre. Proseguita in un alloggio di una palazzina normale.

 

Dove una ragazza di vent’anni è stata stuprata dal branco. Forse più volte. Un branco composto da quelli che lei pensava essere “amici”. Ragazzi di 18, 19 e 20 anni — di cui tre finiti in manette e altri tre denunciati a piede libero per violenza sessuale di gruppo — che le hanno fatto assumere birre, superalcolici e una pastiglia di ecstasy.

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Quando lei è collassata perdendo conoscenza, in tre (forse in sei) l’hanno stuprata. Nessuno è intervenuto. Lei gridava. «Uno guardava e rideva», racconterà un testimone. Alcuni non si sono svegliati nemmeno quando la polizia ha fatto irruzione per le perquisizioni. Dormivano a terra stramazzati da alcol e droghe.

 

È la ragazza a dare l’allarme al 112. Dopo che si sveglia all’improvviso per il dolore. «Mi sono svegliata nuda con loro sopra — racconta alle agenti delle volanti — urlavo di lasciarmi stare, di smetterla. Non veniva nessuno ad aiutarmi. Dopo che si sono fermati, se ne sono andati a dormire. Uno mi ha portata giù per la strada. Prima di andarsene mi ha detto: “Ho visto che lo facevano altri prima, mentre dormivi. E ho pensato di poterlo fare anche io”. Poi è fuggito».

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Sono le nove e mezza del mattino di due giorni fa quando al 112 arriva la chiamata della ventenne. «Venite, mi hanno violentata», piange disperata. Lei resta lì, davanti al portone del palazzo dell’incubo, finché la polizia non arriva a soccorrerla. «Mi hanno violentata. Ma perché mi hanno fatto questo?», continua a domandare.

 

La pm Lisa Bergamasco, che ha coordinato gli agenti durante gli arresti (avvenuti 24 ore dopo il fatto) ha aperto un’indagine per violenza sessuale di gruppo. I sei indagati sono compagni di quartiere. Tre dei sei sono stati arrestati anche perché la ventenne — considerata pienamente attendibile — li ha riconosciuti come autori materiali del reato. Ma c’è il sospetto che alla violenza abbiano partecipato più persone. Più di sei, quindi.

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La ragazza era priva di sensi quando tutto è iniziato.

 

Non sarà un’indagine facile. Gli inquirenti stanno lavorando da 48 ore, anche per contestare, con sentenze della Cassazione alla mano, un’aggravante. Gli autori della violenza avrebbero stordito la 20enne con alcol e droga prima di violentarla quando era priva di sensi. E incapace di difendersi. È un’aggravante che pesa. […]

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