“LA VACCINAZIONE È UN DOVERE” – IL GOVERNO FRANCESE INSISTE SULL’OBBLIGO DI GREEN PASS PER ACCEDERE ANCHE IN BAR E RISTORANTI. TE CREDO! IERI CI SONO STATI 18MILA NUOVI CONTAGI IN UN GIORNO E IL MINISTRO DELLA SALUTE VERAN HA FATTO CAPIRE CHE NON C’È ALTERNATIVA: “LA QUESTIONE NON È TRA PASSAPORTO SANITARIO O LIBERTÀ, MA TRA PASSAPORTO SANITARIO E LOCKDOWN”

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Francesco De Remigis per “Il Giornale”

OLIVIER VERAN OLIVIER VERAN

 

«Passaporto sanitario o lockdown». Il ministro francese della Sanità Olivier Véran non usa mezzi termini. Affrontando un question time tra i più difficili degli ultimi anni, dice chiaro e tondo che «la questione non è tra passaporto sanitario o libertà, ma tra passaporto sanitario e confinément». Una scelta che il governo ha già fatto, lasciando ai deputati aggiustamenti minimi basati sui rilievi del Consiglio di Stato.

 

emmanuel macron 1 emmanuel macron 1

Di fronte a «un virus che contagia alla velocità della luce», il governo ha infatti adottato il disegno di legge che prevede l'obbligo di vaccinazione per gli operatori sanitari da fine estate, e da agosto l'estensione del famigerato «pass» a ristoranti, treni, bus a lunga percorrenza e centri commerciali. Il portavoce dell'esecutivo giustifica la linea dell'Eliseo: «La Francia è entrata nella quarta ondata», dice Gabriel Attal. Mentre Véran (medico) annuncia 18mila nuovi casi positivi in 24 ore, aumento «senza precedenti» del 150% in una settimana; 20 decessi per Covid. E ricoveri in risalita: 360 (contro i 54 di domenica) di cui 76 in terapia intensiva.

 

FRANCIA SCONTRI E PROTESTE CONTRO IL GREEN PASS FRANCIA SCONTRI E PROTESTE CONTRO IL GREEN PASS

L'impennata di contagi è attribuita alla variante Delta (erano 7mila i nuovi contagiati una settimana prima). Certe restrizioni son già tornate: in 45 località turistiche mascherina di nuovo obbligatoria all'aperto. «È qualcosa di mai visto prima», spiega il titolare della Salute. Perciò «il pass sanitario non è una violazione delle libertà, al contrario credo che miri a promuoverle», sostiene il premier Jean Castex in aula. E annuncia: il testo sarà sottoposto anche al vaglio del Consiglio costituzionale.

 

FRANCIA SCONTRI E PROTESTE CONTRO IL GREEN PASS FRANCIA SCONTRI E PROTESTE CONTRO IL GREEN PASS

Ma cosa cambia da oggi, in Francia? Scatta l'obbligo di mostrare il «pass sanitario» (che si ottiene con test negativo inferiore alle 48 ore, certificato di avvenuta guarigione dal Covid o doppia dose di vaccino) per entrare nei luoghi di cultura: cinema, teatri e stadi. O partecipare a eventi con più di 50 persone.

 

jean castex jean castex

Sarà (probabilmente) controllato dai gestori grazie all'app TousAntiCovidVérif. Il pass non si applica però nei luoghi di culto, se non per «eventi di carattere non religioso» (mostre o concerti). Chi non lo fa? Non entra. E chi non controlla? Rischia fino a 1.500 euro di multa; 9mila alla terza recidiva. Si teme l'ira dei ristoratori.

 

emmanuel macron emmanuel macron

In piazza sabato si è vista una maxi-protesta di 120mila persone. I Servizi hanno allertato l'Eliseo sul rischio di sottovalutazione dei cortei, ridotti frettolosamente a ricettacoli di no-vax. In Parlamento si è però formata una maggioranza bipartisan anti-Covid dopo il discorso di Macron. Deputati di vari schieramenti hanno salutato il «coraggio» dell'Eliseo, e alcuni hanno subìto minacce di morte.

 

 Castex ammette che l'obiettivo di 40 milioni di vaccinati potrebbe essere raggiunto a fine luglio. E il titolare della Salute, per giustificare l'obbligo vaccinale che scatterà a settembre per gli ospedalieri, dichiara vaccinato più del 90% dei medici e più dell'85% dei farmacisti, ma tra infermieri e personale di assistenza «osserviamo difficoltà» di inoculazione.

 

Una riluttanza che ha spinto la Francia a puntare su obblighi di categoria. Si rischia posto e stipendio. Anche i vigili del fuoco dovranno essere vaccinati, ma i sindacati dei pompieri si sono opposti: «Attacco alle libertà individuali». L'esecutivo insiste: la vaccinazione è «una scelta, un diritto, ma può diventare un dovere».

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