“VENITE, C'È UN UOMO CHE STA MORENDO” – IL CINESE 30ENNE, CHE HA AMMAZZATO EROS DI RONZA (ENTRATO NEL SUO BAR DI MILANO PER RUBARE GRATTA E VINCI), HA CHIAMATO L’AMBULANZA DOPO AVERLO COLPITO CON VENTI FORBICIATE: L'UOMO È STATO PORTATO IN CARCERE INSIEME ALLO ZIO - L'AVVOCATO PARLA DI LEGITTIMA DIFESA, MA PER GLI INQUIRENTI SI TRATTA DI OMICIDIO VOLONTARIO - DI RONZA, PADRE DI TRE FIGLI, ERA CONOSCIUTO ALLE FORZE DELL’ORDINE PER…
-Estratto dell’articolo di Andrea Siravo per “La Stampa”
Le piccole forbici da ufficio con il manico blu sono ancora sul marciapiede di viale Giovanni da Cermenate. A poca distanza dal corpo di Eros Di Ronza. Con l'apparente innocuo oggetto da cancelleria, trasformato in arma micidiale, alle cinque di ieri mattina il trentasettenne è stato ucciso. Colpito almeno venti volte da Shou Zhou, trentenne cinese. Con lo zio, Liu Chongbin, 49 anni, il nipote esce in fretta e furia di casa e scende in strada. Fuori è ancora buio.
Poco prima l'allarme del sistema d'antifurto e poi la visione in diretta delle telecamere di sorveglianza acclarano che nel bar-tabaccheria di famiglia c'è in azione un ladro. Una scena già successa negli ultimi tempi. Dopo aver divelto la serranda con un cric il malvivente si intrufola all'interno. Dall'espositore dietro la cassa, Di Ronza arraffa quanti più gratta e vinci può. Fuori ad attenderlo c'è un complice di 48 anni, impegnato a fargli da palo e pronto a scappare con lui a in sella a uno scooter rubato il giorno precedente nel quartiere. Quella che pensavano potesse essere una «spaccata» facile facile finisce, però, con Di Ronza ammazzato.
«Venite, c'è un uomo che sta morendo», dice Zhou all'operatore del 112 nella chiamata delle 5,05. Quando i paramedici arrivano il cuore del trentasettenne ha già smesso di battere. La sequenza di quanto successo pochi minuti prima viene ripresa da un impianto di videosorveglianza.
Quando Di Ronza, con precedenti e attualmente sottoposto all'obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria, sbuca con il malloppo fuori dal locale si trova i due gestori addosso. Il più giovane lo affronta e lo colpisce una prima volta con le forbici prese da casa. Di Ronza prova a fuggire verso lo scooter, un Kymco 125, lasciato dietro l'angolo, ma viene raggiunto ancora da nipote e zio.
Riesce a fuggire il complice che verrà rintracciato e denunciato poche ore dopo per tentato furto. Di Ronza riceve, invece, le altre forbiciate che non gli lasciano scampo.
[…] Zhou e Chongbin vengono caricati in auto […+ Entrambi, incensurati, decidono di avvalersi della facoltà di non rispondere.
«Si tratta di una reazione a una rapina in un contesto di conflittualità delle parti. C'è da valutare se si possa configurare la legittima difesa», prova ad abbozzare una strategia difensiva il loro legale. Per gli inquirenti, però, la morte di Ronza è da ricondurre a un omicidio volontario. Nipote e zio sono dichiarati in stato di arresto e portati al carcere di San Vittore in attesa dell'udienza di convalida. «Sono persone per bene, che lavorano sempre, anche 16 ore al giorno e gestiscono il bar da più di 20 anni», racconta un loro cliente abituale.
Di Ronza […] soprattutto per via dei vistosi tatuaggi, non passava inosservato. Anche alle forze dell'ordine che lo avevano più volte arrestato e denunciato per reati di piccolo cabotaggio. L'ultima volta il 3 ottobre per il possesso di un coltello. Di Ronza, padre di tre figli lasciati a vivere con la madre in Brianza, nell'ultimo periodo abitava da solo nella zona popolare di San Siro.