“IL VERO EREDE SAVOIA È MIO PADRE” – EMANUELE FILIBERTO SI INCAZZA E SCRIVE A “OGGI” DOPO LE DUE LETTERE INEDITE DI UMBERTO II A VITTORIO EMANUELE, IN CUI IL SOVRANO MENAVA SUL FIGLIO, “MINACCIANDOLO” DI PASSARE I DIRITTI DINASTICI AL RAMO AOSTA – “UNA NORMALISSIMA DISCUSSIONE TRA UN PADRE PREOCCUPATO E UN FIGLIO INNAMORATO, LETTERE SCRITTE QUANDO C’È DA CHIARIRE QUALCOSA. IL RE MIO NONNO NON HA MAI…”
-Da "Oggi"
Due lettere inedite di Umberto II a Vittorio Emanuele, pubblicate su OGGI, hanno messo a rumore gli ambienti monarchici italiani e internazionali e spinto Emanuele Filiberto a scrivere una lunga e appassionata lettera al giornale, che la pubblica nel numero in edicola da domani.
Negli scritti inediti, l’ex sovrano richiama il figlio al rispetto delle leggi di famiglia: se ti sposerai senza il mio consenso, gli dice in sostanza, decadrai da tutti i diritti dinastici, che passeranno al ramo Aosta.
Emanuele Filiberto non ci sta e giudica le lettere «due normalissime lettere private, che fanno parte di una normalissima discussione tra un padre preoccupato e un figlio innamorato, lettere scritte quando c’è da chiarire qualcosa, rimproverare o mettere in riga qualcuno, con sincero affetto e amore che mai sono venuti meno tra loro…
Il Re mio nonno non ha mai fatto seguito con altrettanti atti “ufficiali, Decreti Reali o comunicazioni alle Famiglie Reali”». Conclusione? «Re Umberto II riconobbe inequivocabilmente in mio padre Vittorio Emanuele il futuro Capo della Real Casa di Savoia, con mia madre al suo fianco».
Un parere che non convince tutti i monarchici. Scrive per esempio, sempre a OGGI, Aldo Mola, Presidente della Consulta dei Senatori del Regno: «Emanuele Filiberto di Savoia qualifica «menti perverse e malate» quanti non riconoscono suo padre quale Capo della Real Casa di Savoia…
A parlare, anzi a scrivere (scripta manent...), fu Re Umberto II, che richiamò il figlio ad attenersi alla vigente in Casa Savoia sulle nozze dei Principi Reali, identica nei secoli da 29 generazioni e rispettata da 43 Capi Famiglia: il Principe che contrae nozze senza l’assenso del Capo della Casa decade dal titolo e dal rango e si riduce a “privato cittadino”».