LEI NON SA CHI SONO IO! – LA PROCURA DI ROMA HA CHIESTO IL RINVIO A GIUDIZIO PER ANGELO CASAMONICA, IL NIPOTE DI VITTORIO, CHE HA PROVATO A SCROCCARE CENE IN UNA DECINA DI RISTORANTI ROMANI – LE ESTORSIONI CHE GLI SONO RIUSCITE SONO ALMENO SETTE: CHIAMAVA CON TONO INTIMIDATORIO LE TRATTORIE DICENDO CHE…
-Francesco Salvatore per "la Repubblica - Edizione Roma"
« Sono Angelo Casamonica, nipote di Vittorio. Vorrei venire a cena nel suo ristorante. Al momento non ho soldi, se lei mi facesse credito. Sa bene come vanno queste cose, non posso spiegarlo al telefono » .
Questo in sostanza il messaggio che Angelo, 39 anni, nipote di Vittorio, capostipite della famiglia di origine sinti incensato nel funerale show del 2015 nella basilica di San Giovanni Bosco, ha recapitato a più di una decina di ristoratori di Roma. Stando almeno all' indagine della procura che ne ha appena chiesto il rinvio a giudizio.
Sono sette le estorsioni compiute, e sei quelle non riuscite a causa dell' opposizione dei ristoratori, stando a quanto contestato dal pm Andrea Cusani del pool che si occupa dei reati contro il patrimonio guidato dal procuratore Lucia Lotti.
I fatti risalgono al febbraio del 2018 e i ristoranti finiti nel mirino di Casamonica si trovano per la maggior parte nel quadrante Est di Roma - Tuscolano, San Giovanni, Furio Camillo, Monti e Frascati - proprio dove sono stanziati i componenti della famiglia.
L' indagine è partita dopo la denuncia di un ristoratore che aveva ricevuto una telefonata dal tono intimidatorio. Niente di esplicito, richieste velate, ammantate però dall' etichetta del clan malavitoso. La procura ha preso di petto la vicenda e ha delegato i carabinieri della stazione Quadraro.
Sono stati acquisiti i tabulati telefonici dell' imputato, che hanno portato alla luce, in realtà, centinaia di telefonate a ristoranti fatte in un lasso di tempo di piuttosto breve. Quando i militari sono andati a cercare riscontro, però, la maggior parte dei titolari dei locali non ha fornito indicazioni: « Non ricordo » . Solo sette hanno ammesso di aver dato seguito alla richiesta di Casamonica per timore di ritorsioni.