LIBERO SENO IN LIBERO STATO: NON SOLO GILLIAN ANDERSON, SONO MOLTE LE DIVE NEMICHE DELL'INDUMENTO "FOTTUTAMENTE SCOMODO": DA BELLA HADID A SOPHIE MARCEAU - TRA LE PASIONARIE DI QUESTA BATTAGLIA CI SONO LE COREANE: "È ASSURDO CHE NEL 2020 DOBBIAMO ANCORA SPIEGARE CHE E' NOSTRO DIRITTO NON INDOSSARE IL REGGISENO" - QUEI FALO' SIMBOLICI NEL '68 "PER DISTRUGGERE LE REGOLE ESTETICHE DETTATE DAL PATRIARCATO"...

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M.Cor. per La Stampa

 

Bella Hadid

Libere dal reggiseno: è la nuova - ma non troppo - frontiera della lotta per l'empowerment femminile rilanciata da Gillian Anderson, star di X-Files negli Anni '90, e oggi di "The Crown" (nel ruolo di Margaret Thatcher che le ha permesso di vincere il Golden Globe come miglior attrice non protagonista), che su Instagram ha condiviso il sollievo per aver detto addio al reggiseno con cui si sente costrette. I seni poi calano fino all'ombelico? (parole sue) chissene importa: «È fottutamente scomodo».

 

Gillian Anderson

Le sue follower approvano: «Non indosso mai un reggiseno e ricevo molti commenti sgradevoli a riguardo, quindi sapere che Gillian Anderson non indossa più un reggiseno è un'informazione che mi fa più che piacere!». E il gruppo si allarga.

 

Anche sul red carpet di Cannes molte nemiche dell'indumento più odiato del momento. Bella Hadid, sorella di Gigi, una maxi-collana dorata a forma di polmone, senza niente altro. Mentre Sophie Marceau si è limitata a non indossare il reggiseno. Tra le star arruolate nella lotta Camélia Jordana, Lætitia Casta e Lou Doillon.

 

Radici lontane Ma la battaglia anti-bra ha radici lontane. Ricordate i falò (simbolici) dei reggiseni nel '68? Un simbolo della costrizione del corpo femminile ma anche della sua ipersessualizzazione dato alle fiamme per distruggere le regole estetiche dettate dal patriarcato. Qualcuna dirà: «vabbè adesso non esageriamo».

 

Elena Perminova

Il reggiseno è anche un indumento per contenere, per «stare più comode nel proprio corpo», soprattutto quando non si ha una prima ma una quinta taglia coppa D. Vero. Il problema però è un altro ed è il rifiuto di canoni estetici imposti da una società impostata su vecchi codici maschili e maschilisti.

 

E quindi il reggiseno si è trasformato in un'arma di seduzione di massa, con «scomodi ferretti atti ad alzare quel che cade e a imbottiture per fare credere che li sotto "chissà cosa trovo"». Insomma, il corpo della donna come un pacco regalo a sorpresa.

 

Kim Kardashian

Tutto a vantaggio di «lui» non certo di noi a cui bastano dei reggiseni basici senza cuciture e contentivi come quelli per andare in palestra (che sono gli unici le cui vendite sono continuate a crescere in questo periodo). E dire che nel XX secolo il reggiseno (nato nel 1914) rappresentò una rivoluzione per le donne che finalmente si liberavano dal corsetto.

 

Il diritto a decidere Ma oggi il ragionamento è più largo e, come dicevamo, comprende il diritto a decidere come mostrarsi delle donne. Tra le «pasionarie» di questa battaglia tra le prime ci sono state le coreane.

 

Laetitia Casta

«È assurdo che nel 2020 dobbiamo ancora spiegare che è nostro diritto non indossare un reggiseno in pubblico», dichiarò l'anno scorso ad ABS News Jiann Woo, regista e co-fondatrice di un gruppo femminista di Seoul, dopo che una presentatrice tv, perfettamente vestita, ma senza reggiseno sotto la camicetta, era stata travolta dalle critiche.

 

Da allora molte donne e molte star rifiutano il reggiseno contestando la tradizione. Il trend #freefrombra è sempre più forte tra le millennial e, le più giovani della Gen-Z. Così un oggetto «quotidiano» e «intimo» si candida a diventare l'arma letale nella battaglia per cambiare una società che si nutre di stereotipi femminili per frenare il cammino verso la parità. Indecenti? No, libere.

Rihanna
Sharon Stone
Miranda Kerr