IN LOMBARDIA L’ETÀ MEDIA DEI PAZIENTI IN CONDIZIONI CRITICHE IN TERAPIA INTENSIVA È ELEVATA, L’ETÀ MEDIA DEI DECEDUTI È SUPERIORE AGLI 80 ANNI - GIOVANNI REZZA, DIRETTORE DEL DIPARTIMENTO MALATTIE INFETTIVE DELL’ISS: “SE SI DOVESSERO PRIVILEGIARE I GIOVANI PER LA TERAPIA INTENSIVA, VISTO CHE SAPPIAMO CHE AL DI SOPRA DI UNA CERTA ETÀ IL RICORSO ALLA TERAPIA INTENSIVA NON HA UN EFFETTO SALVAVITA, L’ETÀ MEDIA DEI PAZIENTI POTREBBE ABBASSARSI”
-Mariolina Iossa per www.corriere.it
Sono 7.985 i contagiati da coronavirus, 1.598 in più di ieri. Domenica erano 6.387. È un numero alto, inimmaginabile fino a pochi giorni fa. Ancora più importante, se si contano tutti i contagiati che sono 9.172, tra i quali ci sono i 724 guariti, 102 in più rispetto a domenica. Sono numeri questi, diffusi ieri dal capo della Protezione civile Angelo Borrelli, che impongono di continuare a tenere alto l’allarme. Aumentano i decessi, siamo a 463, 97 in più. I ricoverati con sintomi sono 4.316, quelli in terapia intensiva 733 e 2.936 in isolamento domiciliare.
L’età media dei pazienti in condizioni critiche in terapia intensiva, ha spiegato Giovanni Rezza, direttore del dipartimento di malattie infettive dell’Istituto superiore di sanità «è piuttosto elevata, l’età media dei deceduti è superiore agli 80 anni». Ma ha poi precisato: «Se si dovessero privilegiare i giovani per la terapia intensiva, visto che sappiamo che al di sopra di una certa età il ricorso alla terapia intensiva non ha un effetto salvavita, l’età media dei pazienti potrebbe abbassarsi».
E dalla Lombardia arrivano numeri che fanno crescere i timori per la tenuta del sistema sanitario: in un solo giorno i contagiati sono stati 1.280, non si era mai raggiunto un numero a 4 cifre in una giornata: il totale è di 5.469. L’assessore regionale al Welfare Giulio Gallera ha fornito anche i dati dei pazienti in terapia intensiva che, dice, «non sono tutti anziani, il 33 per cento ha tra i 50 e i 64 anni, il 37 per cento tra i 65 e i 74, il 22 per cento sopra i 75 anni e l’8 per cento tra 25 e 49». E da Milano arriva la notizia di un 18enne in rianimazione. Le percentuali di mortalità sono invece in linea con la media nazionale. Tuttavia, se più persone giovani avranno necessità di ricorrere alla terapia intensiva, gli ospedali non potranno reggere.
L’unico modo di fermare il contagio è restare a casa. Nella vecchia zona rossa, infatti, i nuovi casi si sono azzerati, segno che la «chiusura» ha funzionato. «Stiamo lavorando per l’acquisto dei macchinari - ha detto Borrelli -. Questa mattina sono arrivati i primi 90 ventilatori, altri 56 domani andranno in Piemonte, 174 in Emilia-Romagna e 5 in Liguria poi, attraverso la Consip. Stanno anche arrivando un milione di mascherine». A Roma, 7 operatori sanitari del Policlinico Umberto I risultano contagiati: si tratta di 4 medici e 3 specializzandi. Si trovano in isolamento a casa e stanno bene.
Una polemica è scoppiata a causa di un’operazione di marketing del consorzio Abetone Multipass che ha offerto lo skipass giornaliero ad un euro agli studenti. Operazione di «pubblicità vergognosa», ha detto il ministro per gli Affari regionali Francesco Boccia in conferenza stampa alla Protezione civile. «Abbiamo dovuto prendere atto, nostro malgrado - ha continuato Boccia - che il buon senso che abbiamo chiesto non sempre c’è stato. Mi riferisco all’Abetone. Abbiamo così deciso di chiudere tutte le stazioni sciistiche d’Italia». Il coronavirus ferma anche la Corte costituzionale: i giudici riuniti sotto la presidenza di Marta Cartabia hanno deliberato di rinviare a nuovo ruolo le cause fissate per le udienze pubbliche del mese di marzo.