LONDRA NON CHIAMA PIÙ – CON LA BREXIT COSA CAMBIA PER LE AZIENDE E PER GLI ITALIANI CHE VIVONO O CHE SOGNAVANO DI TRASFERIRSI IN GRAN BRETAGNA? L'ACCORDO EVITA L'IMPOSIZIONE DI DAZI E QUOTE, ANCHE SE TORNERANNO I CONTROLLI DOGANALI – STOP ALL’ERASMUS E RETTE RADDOPPIATE PER CHI VUOLE ISCRIVERSI ALL’UNIVERSITÀ – UN VISTO PER CHI ARRIVA PER LAVORO E PASSAPORTO PER CHI VUOLE ENTRARE – CHI VIVE GIÀ NEL REGNO UNITO DOVRÀ…
-Luigi Ippolito per il "Corriere della Sera"
1 Cosa cambia per le aziende?
L'accordo evita l'imposizione di dazi e quote, dunque si continua a commerciare liberamente con Londra, anche se torneranno i controlli doganali. Nel 2019 l'interscambio fra Italia e Gran Bretagna era stato di circa 30 miliardi di sterline (33 miliardi di euro), con 20 miliardi di nostre esportazioni e dieci di importazioni (dunque un saldo largamente attivo). Quest' anno la pandemia ha visto i volumi contrarsi di circa il 20 per cento, ma il 2020 dovrebbe comunque chiudersi con un interscambio di circa 25 miliardi.
Molte aziende dovranno però adattarsi al nuovo regime doganale, che comporta comunque un aggravio di costi, anche se i britannici hanno concesso un «periodo di grazia» di sei mesi. Una grossa fetta delle esportazioni italiane è costituita da cibo e bevande: il nostro prosecco finisce in larga parte sulle tavole inglesi e i loro negozi e ristoranti sono ormai inondati di burrata e olive di Nocellara. Tutti prodotti che sono particolarmente suscettibili di «frizioni» doganali: le nostre aziende, che spesso sono piccole realtà imprenditoriali, dovranno darsi da fare in fretta per mettersi in regola.
2 Cosa succede agli studenti?
Il governo britannico si era impegnato in un primo momento a continuare il programma Erasmus, ma alla fine non è stato così: dunque niente più scambi di studenti come prima, anche se Londra introdurrà un suo programma specifico ancora da definire, intitolato al matematico Alan Turing.
Dall'anno prossimo gli studenti italiani che vorranno iscriversi ai corsi delle università britanniche (al momento sono circa 16 mila i nostri giovani che frequentano gli atenei d'Oltremanica) dovranno chiedere il visto e le rette universitarie raddoppieranno - in certi casi fino a 30 mila euro l'anno - perché saranno portate in linea con quanto già pagano gli studenti extra-europei. Per i giovani che sono già in Gran Bretagna per studio entro il 31 dicembre, invece non cambia nulla: continueranno a pagare l'attuale retta di 9.250 sterline (poco più di 10 mila euro annui) e possono chiedere la residenza permanente.
3 Immigrazione e turismo: quali sono le regole?
Dal 1° gennaio scatta il nuovo sistema di immigrazione in Gran Bretagna, poiché avrà termine la libertà di circolazione (che era uno degli obiettivi primari della Brexit). Chi arriva per lavoro dovrà adesso avere un visto, ottenibile solo se ha già un'offerta in tasca e un salario previsto di almeno 25.600 sterline (circa 28 mila euro, meno in caso di lavori essenziali come nel settore sanitario). Agevolazioni previste anche per chi ha un dottorato di ricerca (specialmente in materie scientifiche), mentre sarà molto più difficile riuscire a venire a Londra per fare i camerieri o i commessi - come hanno fatto tanti giovani italiani nel passato - né sarà immaginabile trasferirsi per un periodo a Londra solo per imparare a lingua: ai nuovi arrivi è richiesta già la conoscenza dell'inglese.
L'ottenimento del visto è particolarmente costoso: per la richiesta bisogna sborsare circa 350 sterline, cui ne vanno aggiunte oltre 600 di contributo al servizio sanitario inglese. Dunque per il primo anno se ne vanno oltre mille euro e il contributo sanitario va poi rinnovato ogni anno. I turisti invece non avranno bisogno di visto, anche se il governo britannico aveva ventilato l'introduzione di un sistema di autorizzazione elettronica sul modello dell'Esta americano. In ogni caso non basterà più la carta d'identità, sarà necessario il passaporto e non si potrà restare per più di tre mesi.
4 Cosa succede a chi già vive a Londra?
I diritti dei residenti europei - e dunque italiani - sono stati garantiti dall'Accordo di Recesso firmato alla fine dell'anno scorso. C'è tuttavia una condizione importante: bisogna fare richiesta per il settled status , ossia la residenza permanente, ottenibile se si può dimostrare di aver vissuto in Gran Bretagna in via continuativa per almeno cinque anni.
Chi non soddisfa questo requisito può chiedere la pre-residenza ( pre-settled status ) e al maturare dei cinque anni può poi ottenere la status definitivo: ma attenzione, perché c'è tempo per presentare le domande solo fino al 30 giugno e non ci si può assentare dalla Gran Bretagna per più di sei mesi all'anno.