È LOU O NON È LOU? – IL MITO DEI VELVET UNDERGROUND RIVIVE A CANNES CON L’IMPETUOSO DOCUMENTARIO FUORI CONCORSO DI TODD HAYNES: LA PELLICOLA MOSTRA LOU REED, JOHN CALE, LA CANTANTE NICO QUAND'ERANO GIOVANI, TRABOCCANTI DI VITA, TRASGRESSIVI TRA CONCERTI E HAPPENING. MA IL REGISTA PRECISA: “NON VOLEVO UN FILM SU SESSO, DROGA E ROCK' N'ROLL: MI INTERESSAVA RACCONTARE IL FERVORE CREATIVO CHE SI MUOVEVA INTORNO AI VELVET E ALLA FACTORY DI ANDY WARHOL E… “ - VIDEO
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Gloria Satta per "il Messaggero"
Dopo Annette, il melodrammone cantato di Léos Carax che ha inaugurato il Festival, la musica dilaga a Cannes.
Nell' anno in cui il cinema sopravvissuto al Covid attende West Side Story di Steven Spielberg e Get back, il documentario di Peter Jackson sui Beatles, Todd Haynes fa rivivere sulla Croisette il mito dei Velvet Underground. La band rock americana che, fondata da Lou Reed con John Cale e lanciata da Andy Warhol, tra gli anni Sessanta e Settanta da New York infiammò la scena musicale e culturale del mondo intero è protagonista dell' omonimo, impetuoso documentario passato fuori concorso (si vedrà su Apple Tv).
EPOCA D'ORO Haynes, che nel 2007 dedicò a Bob Dylan il biopic Io non sono qui, questa volta ha dovuto confrontarsi con centinaia di filmati, immagini, documenti (molti forniti dai fan): cuciti insieme con ritmo ed energia, forniscono un ritratto palpitante «dell' epoca d' oro del rock». Il docu mostra Lou Reed, John Cale, la cantante Nico quand' erano giovani, traboccanti di vita, trasgressivi tra concerti, happening, eventi artistici.
Ma Haynes puntualizza: «Non avevo intenzione di realizzare un film su sesso, droga e rock' n'roll: mi interessava raccontare il fervore creativo che si muoveva intorno ai Velvet e alla Factory di Andy Warhol, e la capacità della musica di quegli anni di mescolarsi con il cinema d' avanguardia. Insomma, ho voluto tracciare il ritratto di un momento irripetibile in cui la forza propulsiva dei Velvet era destinata ad influenzare la musica successiva, a cominciare da quella di David Bowie».
A Cannes, nella sezione Premières, parla di musica anche Jane par Charlotte, il documentario dedicato da Charlotte Gainsbourg a sua madre Jane Birkin che in coppia con Serge Gainsbourg interpretò il leggendario brano Je t' aime moi non plus. In concorso c' è invece Haut et fort, film diretto da Nabil Ayouch e ambientato a Casablanca, protagonisti i giovani di periferia che si ribellano alla tradizione esprimendosi attraverso la cultura hip hop.
HIP HOP Ed è sempre il movimento hip hop, insieme al nascente rap, che alla fine degli anni '80 consente di riscattarsi a un gruppo di ragazzi francesi della banlieue in Suprême, regia di Audrey Estrougo, in programma a mezzanotte. Farà poi discutere, fuori concorso, Aline di Valerie Lamercier, «falso biopic» su Céline Dion riconocibile nell' immaginaria cantante Aline Dieu raccontata dall' infanzia vissuta nella campagne del Québec fino ai successi planetari.
La protagonista è proprio Lemercier che, doppiata nelle scene di canto, parla di «omaggio» a Céline. Intanto è sbarcato Matt Damon, che oggi incontrerà il pubblico per raccontare la sua carriera.