IL LUNGO ADDIO – UNA FOLLA ASPETTA SOTTO LA PIOGGIA PER L’ULTIMO SALUTO A MAURIZIO COSTANZO ALLA CAMERA ARDENTE APERTA PER IL SECONDO GIORNO IN CAMPIDOGLIO – MARIA DE FILIPPI HA STRETTO LA MANO AI TANTI ROMANI CHE LE PORGEVANO LE CONDOGLIANZE – DAGO E IRENE GHERGO DAVANTI AL FERETRO – LA COMMOZIONE DI MAX TORTORA. NICOLA ZINGARETTI E ANTONIO GIULIANI – IL PIANTO DELLA NIPOTE DEL GIORNALISTA - GLI OCCHIALI SCURI DI VERONICA PIVETTI: “DOVEROSO ESSERCI”… VIDEO
-Da www.ansa.it
Sono ancora tantissime le persone che vogliono dire addio a Maurizio Costanzo nella seconda giornata di apertura della camera ardente nella sala della Protomoteca in Campidoglio che ha aperto alle 10 e chiuderà alle 18.
Tra i prima ad arrivare stamani Nicola Zingaretti. "C'è sempre stato da parte sua l'impegno civile per Roma, la sua curiosità e non smetterò mai di ringraziarlo per i suoi consigli.Per tutti noi è come se fosse parte del nostro appartamento.
Costanzo c'è da sempre" ha detto l'ex presidente della Regione Lazio."Nella mia vicenda politica lui è sempre stato, distante, autonomo come doveva essere - ha aggiunto - ma al tempo stesso presente per dare un consiglio.
Sono convinto lo facesse per il suo amore per Roma, una città a cui ha dato tanto da uomo curioso e creativo" .
"La prima cosa che mi viene in mente con lui sono le belle chiacchierate. Io sono stata spesso sua ospite in radio e in tv, mi sembrava doveroso essere qua". Lo dice Veronica Pivetti arrivata in sala della Protomoteca in Campidoglio. "Era un fan de La Prof, mi diceva sempre che gli piaceva quella fiction e mi chiedeva perché non la rifacessi, io scherzando rispondevo di non dirlo a me ma alla Rai... Era un gioco fra di noi. Ho un ricordo molto bello di Maurizio".
"Nei programmi di Maurizio Costanzo anche "dopo 30 anni vedi qualcosa che è sempre attuale. Per me è stato soprattutto un amico. Ho cominciato a lavorarci a fianco da direttore del nascente telegiornale (di Canale 5) e quando hai quell'occasione storica te la giochi per quello che sai. Nella sua esposizione pubblica ha sempre valorizzato gli altri e giocato di squadra". Lo dice Enrico Mentana in Campidoglio.
"In questa tv rimane tutto di lui, è stato la televisione. Mi ricordo anche quando da adolescente guardavo Bontà loro - ha aggiunto - dove lui iniziava aprendo le finestre, come se la televisione avesse aperto la finestra sulla realtà. Non però nel senso populista del termine, perché entravano persone notevoli, ciascuna nel suo campo e questo portava una ventata di novità". Era "il talk nella sua espressione un po' salottiera ma anche molto contenutistica.
Lui ha continuato a far questo con la forza di uno che sa tenere la lunghezza d'onda. Il suo insegnamento è proprio questo, saper prendere la lunghezza d'onda degli interessi, le curiosità, le passioni, a volte anche delle morbosità". Mentana ha incontrato per la prima volta Costanzo nell'87-88 a Venezia, "dove teneva il filo delle conferenze alla Mostra del cinema. Nel 1991 sono passato a Mediaset e lui è sempre stato per me un fratello maggiore, più che maestro. In 18 anni sono mille cose fatte insieme... I ricordi però li tengo per me".
"Per me è stato come un padre. Facevo già degli spettacoli a Roma, un giorno vidi che c'era Iacchetti in platea e un mese dopo mi chiamò Maurizio Costanzo. Ho praticamente vissuto con lui nove anni al Parioli, era casa. Ci facevo i miei spettacoli oltre al Costanzo Show, ho avuto anche la possibilità di esserne direttore artistico, di scrivere con Enrico Vaime". Lo ricorda uno dei talenti lanciati dal giornalista, Antonio Giuliani, all'uscita della camera ardente per Maurizio Costanzo in sala della Protomoteca in Campidoglio. "Maurizio mi trattava come un figlio - ha aggiunto -. E pensare che la prima volta con lui feci una battuta stupida. Dopo qualche anno mi disse che quella volta dopo che ero andato via aveva riso per 20 minuti. Se sto qui è grazie a lui".