MA 'NDO VAI, SE LA SECONDA DOSE NON CE L'HAI? - LE VACANZE SI PREANNUNCIANO UN BEL CASINO PER I NON VACCINATI: I PAESI EUROPEI CHIEDONO UN TAMPONE NEGATIVO ALL'INGRESSO E AL RIENTRO, MA IN CASO DI POSITIVITÀ SI RISCHIA DI RIMANERE BLOCCATI E COSTRETTI A QUARANTENE LONTANO DALLA FAMIGLIA E A PROPRIE SPESE - MOLTI GIOVANI PROVANO LA SCORCIATOIA LAST MINUTE: IL MONODOSE JOHNSON&JOHNSON CHE CONSENTE IL VIA LIBERA COL GREEN PASS...

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Mauro Evangelisti per "Il Messaggero"

 

Tamponi Covid

La grande incognita, nell'applicazione del green pass per viaggiare, insegue chi non è stato vaccinato. Tenendo conto che in estate si sposteranno in massa gli under 30, fascia di età in cui solo il 25 per cento ha ricevuto prima e seconda dose, è proprio per questo tipo di viaggiatore che il meccanismo può avere delle controindicazioni. Tutti i paesi europei chiedono, a chi non è immunizzato, un test molecolare o antigenico eseguito nelle ultime 48 ore.

 

PERCORSO A OSTACOLI

Il sistema di filtro anti Covid è confermato con il green pass e vale anche per rientrare. Al di là del costo economico - 30-35 euro all'andata, altri 30-35 al ritorno - c'è un problema pratico da non sottovalutare.

 

TAMPONI IN AEROPORTO

Chi si trova in vacanza in qualche isola della Spagna o della Grecia dovrà, prima di tutto, trovare un laboratorio per eseguire il test. Non è così complicato: viste le numerose richieste, i laboratori privati di analisi si sono organizzati ovunque. E si trovano spesso anche negli aeroporti.

 

Ma il problema è un altro: cosa succederà a chi risulterà positivo? Se capita all'andata, poco male (si fa per dire), si perderanno i soldi spesi per il biglietto aereo o per la prenotazione dell'hotel (meglio scegliere sempre l'opzione con la cancellazione gratuita).

 

vacanze ai tempi del covid

Ma se succederà prima del ritorno, saranno guai. Qualcosa di simile avvenne l'estate scorsa in Sardegna, quando non pochi ragazzi romani restarono bloccati perché positivi in Costa Smeralda, dove si era sviluppato un grande focolaio di coronavirus.

 

Lo scenario, moltiplicato per cento, si potrà ripetere nelle prossime settimane, ogni qual volta un ragazzo italiano andrà a farsi il tampone per il rientro a Ibiza, in Croazia, a Mykonos, a Malta, ovunque si trovi, per potere salire sull'aereo di ritorno.

 

GREEN PASS

Con l'aggravante che la quarantena a causa dell'infezione dovrà essere rispettata all'estero, lontano dalle famiglie e a proprie spese. L'incognita riguarda soprattutto i ragazzi, perché sono coloro che in maggioranza non sono stati vaccinati, ma ovviamente vale anche per i quarantenni, i cinquantenni, i sessantenni che saranno andati all'estero in ferie senza avere concluso il percorso vaccinale e dunque dovranno fare il test per rientrare.

green pass per viaggiare

 

Nei giorni scorsi molti esperti hanno lanciato un appello agli italiani, giovani e meno giovani: «Non partite se non avete ricevuto anche la seconda dose del vaccino».

 

Le vacanze da non vaccinato avranno risvolti pratici anche se resta in Italia: ormai appare scontato che la riapertura delle discoteche sarà consentita ma i clienti dovranno avere tutti il green pass.

 

digital green pass vaccinale

Dunque, un ragazzo romano non vaccinato che decida di trascorrere le vacanze sulla riviera romagnola e alla sera voglia andare a ballare a Milano Marittima, Rimini o Riccione, dovrà caricare il green pass con l'esito negativo di un test antigenico da eseguire nelle precedenti 48 ore. Non proprio il massimo.

 

SCORCIATOIA

Per questo, ad esempio nel Lazio, molti giovani stanno tentando di ricorrere a una vaccinazione last minute con Johnson&Johnson. Formalmente è raccomandato per gli over 60, ma con un consenso informato possono riceverlo anche i ragazzi. Essendo un vaccino monodose, appena 15 giorni dopo la somministrazione scatta il diritto a usare il green pass sia in Italia sia in Europa.

johnson & johnson

 

In teoria, il nostro Paese concede la certificazione anche 15 giorni solo dopo la prima dose degli altri vaccini, ma si sta studiando una modifica e comunque molti paesi europei non considerano valida la vaccinazione ancora ferma a metà strada.