MA E' UNA SCUOLA O UN CENTRO ESTETICO? - LA PRESIDE DI UN LICEO DI NUORO VIETA UNGHIE LUNGHE E PIERCING ("PER RAGIONI DI SICUREZZA NELLE ORE DI EDUCAZIONE FISICA") E OLTRE 400 ALUNNI DISERTANO LE LEZIONI: "SIAMO QUASI SOTTO DITTATURA, NON POSSIAMO NEPPURE FARE LA RICREAZIONE. TORNEREMO IN AULA SOLO QUANDO AVREMO STRAPPATO ALCUNE CONCESSIONI" - LA PRESIDE: "APPLICO PROTOCOLLI CHE SI ATTENGONO ALLE NORMATIVE MINISTERIALI" - ORMAI QUANDO SI PROVA A FISSARE UNA REGOLA, SI STREPITA SUBITO ALLA DITTATURA...

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Gianfranco Locci per "La Stampa"

 

Proteste liceo nuoro

La severità dell’edificio scolastico, realizzato nel Ventennio, non ha arginato la loro voglia di ribellione. Anzi, se possibile l’ha alimentata. A Nuoro, oltre 400 studenti del Liceo delle Scienze umane disertano le lezioni da lunedì. «La dirigente ci vieta piercing e unghie lunghe», tuona una studentessa: «Siamo quasi sotto dittatura, non possiamo neppure fare la ricreazione. Torneremo in aula solo quando avremo strappato alcune concessioni».

 

La preside Carla Marchetti si difende: «Applico protocolli che non ho deciso da sola e che si attengono alle normative ministeriali, per prevenire i contagi. E per unghie lunghe e piercing, è solo un fatto di sicurezza nelle ore di educazione fisica».

 

Proteste liceo nuoro 3

Nessuna tregua «È una battaglia che porteremo avanti, per fare in modo che i nostri diritti vengano rispettati, dopo mesi di oppressione», dice Emilian Albu, 19 anni, studente di quinta e animatore della protesta. Un malessere che covava da tempo, quello esploso tra gli studenti della scuola sarda intitolata allo scrittore e poeta Sebastiano Satta. «Siamo la scuola delle Scienze umane ma di umano non c’è niente», riporta uno dei tanti cartelli degli studenti-ribelli.

 

Proteste liceo nuoro 4

Dei circa 500 iscritti, l’80 per cento ha deciso per il pugno duro: «Andremo avanti fino a sabato, siamo convinti delle nostre ragioni, non possiamo indietreggiare proprio ora». E aggiungono: «Abbiamo preso accordi con la questura per un’ulteriore grande manifestazione, il 4 dicembre. Non ci limiteremo al presidio davanti alla scuola, quel giorno bloccheremo l’intera via».

 

Sciopero e imposizioni Per gli studenti, sono stati mesi scanditi dalla solita routine, da una sfilza di obblighi mal sopportati. Smartphone da riporre nell’armadietto, rigorosamente spenti, come primo segno d’ordine costituito all’arrivo a scuola; poi, ricreazione in aula, stando seduti; infine, divieto di piercing e unghie lunghe durante le ore di educazione fisica.

 

Proteste liceo nuoro 2

Ecco perché Carmen passeggia nervosamente, davanti al liceo che ha scelto con convinzione e che vorrebbe più accomodante verso le esigenze dei giovanissimi. «Troviamo le restrizioni esagerate - racconta - non possiamo andare neppure ai distributori automatici ad acquistare qualcosa: può farlo solo uno studente per classe, una volta sola. E se ho bisogno di una bottiglietta d’acqua in altri momenti? Troppi divieti, continueremo a protestare».

 

unghie

Unghie lunghe e piercing È la norma più eclatante, impossibile da collegare alla pandemia o alle esigenze di distanziamento. La dirigente scolastica Carla Marchetti motiva il divieto di unghie lunghe e piercing durante lo sport con il «Regolamento della palestra». Un file presente nel sito web della scuola. «La decisione è stata presa dal nostro dipartimento di Scienze motorie - spiega la preside -. I docenti hanno stabilito che è pericoloso fare attività sportiva con le unghie lunghe. Nel recente passato ci sono già stati incidenti, alcune studentesse si sono fatte male. Poi, va detto che nelle mani le ragazze d’oggi hanno veri e propri artigli».

 

tatuaggio e piercing insieme

Piercing incastonati un po’ ovunque, labbra o sopracciglia non fa differenza; quindi, unghie ricostruite e appariscenti. Tra le studentesse assiepate sulle scale della scuola è impossibile non rilevare questi dettagli. «Capiamo la sicurezza, ma questa regola è assurda. Addirittura ci affibbiano una nota disciplinare per le unghie lunghe», sentenziano gli studenti.

 

«Mi reputo una lavoratrice seria che cerca di far applicare le regole nell’interesse dei ragazzi», conclude la dirigente scolastica: «Non mi sento una despota, rispetto solo le direttive nazionali e le decisioni degli organi collegiali». Intanto la protesta continua: ci sono i piercing da difendere.