MA IL LEADER DI CASAPOUND GIANLUCA IANNONE E' ANCORA UNO DEI PROPRIETARI DELL'OSTERIA ANGELINO A ROMA? LE TARTARUGHE NERE IRROMPONO IN PIAZZA ALLA MANIFESTAZIONE DEI RISTORATORI: LANCI DI BOTTIGLIE E BOMBE CARTA CONTRO LA POLIZIA – “FATECI ANDARE A MONTECITORIO – POI RIBALTANO CASSONETTI E LANCIANO MONOPATTINI PRIMA DI ESSERE CARICATI E DISPERSI DALLE FORZE DELL' ORDINE - VIDEO
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Niccolò Carratelli per "la Stampa"
Le manette ai polsi, le braccia alzate al cielo, il grido «libertà, libertà». Dovevano essere 20 mila a cingere d' assedio il centro di Roma, secondo il movimento "IoApro". Alla fine, complice la pioggia caduta per tutto il pomeriggio, in piazza San Silvestro si sono radunati in meno di mille. Ristoratori, baristi, gestori di palestre, lavoratori del turismo, partite Iva in genere. E i militanti di CasaPound, schierati con bandiere tricolore e fumogeni, pronti a prendersi la piazza, nonostante i leader dei ristoratori cerchino di separare, anche fisicamente, i due gruppi.
«Non andate di là, non è la nostra manifestazione quella», grida qualcuno, forse prevedendo quello che sta per succedere: lancio di bottiglie e bombe carta contro la polizia schierata in tenuta antisommossa, che blocca tutte le vie d' uscita dalla piazza. Gli agenti tengono la posizione senza reagire, hanno avuto l' ordine di evitare ogni contatto, limitandosi a chiudere la strada verso Montecitorio. Cori di rabbia e frustrazione, insulti al premier Draghi e al ministro della Salute Speranza. Manifesti funebri per comunicare la morte di palestre e piscine, cartelli con scritto "Dalla padella di Conte alla brace di Draghi".
«Noi dobbiamo riaprire per i nostri figli. Perché alcune attività possono aprire e altre no?
Se il Covid c' è, c' è per tutti. Ci stanno distruggendo, Speranza si deve dimettere», grida Sandra Di Bella, del movimento "Ristoratori siciliani indipendenti", che ha in testa l' ormai non più originale elmo con le corna, per evocare lo sciamano di Capitol Hill.
Quando capiscono che da lì non si passa, le anime della piazza di riversano su via del Corso e nelle stradine limitrofe. Il gruppo più pacifico, circa 200 persone, fa il giro e arriva a vedere palazzo Montecitorio, a cantare l' inno di Mameli da dietro le transenne, all' angolo di via dei Prefetti, presidiate da altre decine di poliziotti e carabinieri. I neri di CasaPound, invece, improvvisano un corteo lungo via del Corso. Ribaltano cassonetti e lanciano monopattini. Bloccano il traffico a piazzale Flaminio, finendo per essere caricati e dispersi dalle forze dell' ordine.
Dall' altra parte, sotto al Parlamento ci pensa la pioggia battente a dichiarare chiuso il sit-in: «Non ci hanno fatto manifestare, questa per loro è la democrazia», si lamenta Roberto, ambulante arrivato dalla Calabria. Per ore si sono rincorse voci di decine di pullman bloccati ai caselli autostradali, di centinaia di fermatia Termini. Sorvolando sul fatto che il sit-in non fosse stato autorizzato, i pullman fermati e rispediti indietro pare siano stati solo due, in arrivo da Bologna. Alla fine 120 persone identificate, 6 portate in questura.
E una delegazione del movimento "IoApro" ricevuta dal sottosegretario leghista all' Economia Durigon.