MA QUALE SUICIDIO! LA STILISTA TROVATA IMPICCATA A MILANO QUATTRO ANNI FA FU STRANGOLATA DALL’EX CHE POI SIMULO’ L’IMPICCAGIONE E CHE ORA E' ACCUSATO DI OMICIDIO VOLONTARIO - I SOSPETTI SU DI LUI NON ERANO MANCATI: GLI VIENE CONTESTATO DI AVERLA PIÙ VOLTE PRESA A SCHIAFFI, DILEGGIATA, TRASCINATA PER I CAPELLI, DI AVERLA MINACCIATA E COLPITA CON CALCI ANCHE PER "MOTI DI GELOSIA"...
-B.B. per Libero Quotidiano
L'ha strangolata e poi ha simulato «un'impiccagione sospendendo parzialmente» con la sciarpa il cadavere ad un albero nei giardini di piazza Napoli, il 31 maggio di quattro anni fa, verso le 3.40 di notte. C'è una svolta nella tragica fine di Carlotta Benusiglio, la stilista di 37 anni trovata morta in un parco di Milano.
Una svolta che arriva dopo 4 anni d'indagini, colpi di scena e riesumazione del cadavere, ma che per la procura del capoluogo lombardo passa da un solo colpevole: il fidanzato di Carlotta, Marco Venturi. È lui, secondo la ricostruzione del pm Gianfranco Gallo, ad avere ucciso la donna «per futili motivi, con dolo d'impeto, stringendole al collo una sciarpa oppure il proprio braccio».
La ragazza, anche perché affetta dalla "sindrome di Eagle", un disturbo dei legamenti che collegano il cranio all'osso ioide del collo, sarebbe «deceduta subito dopo per asfissia meccanica da strangolamento» e lui avrebbe simulato l'impiccagione. Venturi è quindi accusato di omicidio volontario oltre a episodi di stalking e lesioni commessi contro la fidanzata tra il 2014 e il 2016. Gli viene contestato di averla più volte presa a schiaffi, dileggiata, trascinata per i capelli, di averla minacciata e colpita con calci anche per «moti di gelosia».
Ora l'uomo, assistito dall'avvocato Andrea Belotti, avrà venti giorni di tempo per produrre memorie o rendere dichiarazioni al pm, al termine dei quali è prevista l'udienza preliminare per decidere se andrà a processo. Per lui il pm ha chiesto l'arresto, negato però dal gip. Subito la storia fu catalogata come suicidio: quel giovane corpo di donna appeso ad un albero alla periferia sud di Milano, con i piedi che toccavano terra e anni turbolenti alle spalle avevano fatto propendere per questa pista.
Ma i familiari della vittima, in primis Giorgia, la sorella di Carlotta che a 17 anni prese una mezza pasticca di ecstasy e venne salvata solo grazie a un trapianto di fegato e da allora va nelle scuole a raccontare la sua storia, hanno sempre lottato perché venisse fuori la verità. «Carlotta non si sarebbe mai tolta la vita», hanno ripetuto dal giorno in cui le hanno dovuto dire addio.
Assistiti dai legali Gianluigi Tizzoni e Pierpaolo Pieragostini, i Benusiglio hanno chiesto che fossero eseguiti tutti gli esami possibili per arrivare a conoscere com' era morta Carlotta. Una perizia del 2018 sulla salma riesumata ha parlato di «asfissia prodotta da impiccamento», ma nulla che mostrasse «lesioni scheletriche riconducibili ad un eventuale strangolamento con successiva sospensione del corpo». I sospetti su Venturi non sono mai mancati.
Eppure l'ex fidanzato all'inizio era solo considerato una persona informata sui fatti, anzi il fascicolo che lo riguardava è stato sul punto di essere archiviato, con grande disappunto della famiglia Benusiglio. Poi Venturi è stato indagato per istigazione al suicidio fino all'accusa, ora, di omicidio volontario aggravato.