MA A SCUOLA SI VA PER STUDIARE O PER FARE I VIDEO DI TIKTOK? CONCITA DE GREGORIO TIENE LA BARRA DRITTA: “CI SONO PERSONE DI GIOVANE ETÀ CHE VANNO A SCUOLA PER IMPARARE A VIVERE E PERSONE DI ETÀ ADULTA CHE SONO LÌ PER INSEGNARLO. SE GLI EDUCATORI SONO TERRORIZZATI DA COLORO CHE DOVREBBERO EDUCARE NULLA FUNZIONA PIÙ. SE I GENITORI SI ORGANIZZANO A DIFENDERE I LORO FIGLI, LA SCUOLA SMETTE DI ASSOLVERE ALLA SUA FUNZIONE…”
-Concita De Gregorio per “La Repubblica”
Al quarto giorno, la dirigente scolastica ha dovuto dire che «rispetta la sensibilità della ragazza e degli studenti» perché «se uno ritiene di essere stato offeso è giusto che io lo rispetti». Ma no, gentile preside, dovrebbe essere lei a esigere rispetto: le consegne sono semplici. Ci sono persone di giovane età che vanno a scuola per imparare a vivere (non solo storia e matematica ma limiti e responsabilità, regole di convivenza) e persone di età adulta che sono lì per insegnarlo.
Se gli educatori sono terrorizzati da coloro che dovrebbero educare nulla funziona più. Se i genitori si organizzano a difendere i loro figli, la scuola smette di assolvere alla sua funzione. Certo, ci sono insegnanti migliori e altri meno capaci. C'è chi sa farsi rispettare naturalmente e chi no, come nella vita. La frase «non sei sulla Salaria» rivolta a una ragazza che in classe si fa un videoselfie da postare su TikTok scoprendosi il corpo non è un distico elegiaco, certo.
Ma non è neppure un'ingiuria: è un modo di dire colloquiale, altrove si dice "pari uno scorfano" senza che la protezione della fauna ittica insorga. A Roma sulla via Salaria ci sono persone che si offrono al mercato dei corpi, dire «non sei sulla Salaria» significa stai composta, per favore, che sei a scuola.
Si poteva dir meglio, va bene. Osserva Dacia Maraini che i ragazzi sono esposti continuamente a un mercato, non quello della Salaria ma quello del web: illusi che libertà e popolarità siano la stessa cosa quando è domanda e offerta, invece. Ci deve pur essere qualcuno che dica loro occhio, è anche quello un mercato. Liberi di frequentarlo, ma non qui a scuola. Magari con parole diverse ma è la pagliuzza, questa, non la trave.