MAGIA, ESOTERISMO, ERBE CURATIVE, LIBRI FANTASY: TUTTE SCUSE PER SCOPA' - PARLA UNO DEGLI INDAGATI NEL CASO DELLA PSICOSETTA, UN PROFESSORE DI LETTERE DEL LICEO: ''NESSUNA COSTRIZIONE, ERAVAMO MAGGIORENNI E CONSENZIENTI. CI INCONTRAVAMO NELLA CASETTA FUORI NOVARA E ALCUNI SI APPARTAVANO. A VOLTE C'ERANO MAMME CON I FIGLI, MA SENZA MINORI. IL 'DOTTORE'? NON LO VEDO DA 10 ANNI. CI SAPEVA FARE CON LE ERBE''
Roberto Lodigiani per ''La Stampa''
La casetta è nascosta tra gli alberi dell'Ovest Ticino, fuori Novara. Un giardino, la siepe alta, le pareti di pietra, all'interno il soggiorno con le stoviglie, il cibo e gli strumenti musicali. Secondo gli investigatori della questura di Novara era questo il «quartier generale» del «dottore» a capo della psico-setta finita nelle maglie dell'operazione «Dioniso». E qui Davide Melzi, professore di Legnano, docente di Lettere in un liceo di Parabiago, racconta che sì, anche lui è tra gli indagati. «Assurdo, non vedo quell'uomo da dieci anni. Qui ci si vedeva tra amici».
Come si svolgevano gli incontri?
«Con un giro di telefonate si concordava l'appuntamento, chi era interessato raggiungeva la casetta. Nessuno era obbligato, tutti eravamo maggiorenni consenzienti».
Questa era l'abitazione del dottore?
«Assolutamente no. La casetta è a disposizione mia e di un mio amico. Per abitudine ci passo l'estate per stare lontano dal caos».
Agli atti delle indagini emergono testimonianze che parlano di abusi sessuali durante gli incontri...
«Le cene erano solo una parte della serata, suonavamo insieme con quei tamburelli e quei bonghi che vede appesi alle pareti. Accadeva pure che qualche coppia si appartasse, senza costrizioni, nel giardino esterno. Nella assoluta privacy, tra maggiorenni consenzienti. È capitato anche che alle cene partecipassero mamme accompagnate dai figli, ma nego categoricamente che fossero coinvolti dei minori».
Lei ha scritto dei libri per la casa editrice «La terra di mezzo». Sono stati sequestrati anche quelli?
«Sono rimasto esterrefatto per la mole di materiale che hanno portato via, una trentina di volumi. Sono arrivati alle 5, 30 del mattino nella mia abitazione di Legnano, poi la perquisizione è proseguita nella casetta nel bosco di Cerano. L'accusa è associazione a delinquere, un'assurdità bella e buona. Mi hanno portato via il computer, il telefonino e pure due libri che stavo leggendo, "Inni orfici" e "Introduzione alla magia". Mi hanno pure contestato un cimelio a forma di pugnale della Seconda Guerra Mondiale».
Il «dottore», da quanto non lo vede?
«Non lo vedo e non lo sento da 10 anni. Era abile nel trattare le erbe, ma nulla più. La fandonia della dominazione delle donne non ha senso».