MAMMA MIA! - A OSTIA UNA 48ENNE BOSNIACA LASCIA LA FIGLIA DI 8 ANNI DA SOLA IN UN PARCHEGGIO PER APPARTARSI E FARE SESSO CON UN UOMO: LA PICCOLA È STATA NOTATA DA ALCUNI PASSANTI E LA MADRE, CHE PROBABILMENTE SI ERA CONCESSA A PAGAMENTO, È STATA DENUNCIATA PER ABBANDONO DI MINORE – INTANTO A ROMA SI È CONCLUSO IL PROCESSO DI UNA HOSTESS 53ENNE CHE AVEVA LASCIATO IN AUTO LA FIGLIA DI 2 ANNI PER DIECI MINUTI PER COMPRARE UN ABITO. LA DONNA È STATA ASSOLTA DOPO UN'ODISSEA DI CINQUE ANNI PERCHÉ...

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1 - PER FARE SESSO LASCIA SOLA LA FIGLIA DENUNCIATA

Luca Monaco per "la Repubblica - Edizione Roma"

 

Ostia, abbandona la figlia per fare sesso ai Cancelli. Così è scattato l'allarme intorno alle 3 di mattina di mercoledì: un passante ha visto la bimba di otto anni aggirarsi da sola nel parcheggio che dà sulla via Litoranea, nei pressi del secondo cancello di accesso alla spiaggia di Ostia e ha chiamato i carabinieri.

 

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Quando i militari della stazione di Ostia sono arrivati sul posto la madre si è presentata e ha ammesso di aver perso di vista la figlia per appartarsi con un uomo che nel frattempo era andato via. Quel tratto di lungomare non è certo immune al fenomeno della prostituzione. La donna, una 48enne di origine bosniaca, ma nata a Tivoli e residente nel campo rom di Santa Palomba, ha assicurato ai carabinieri di non conoscere l'identità dell'uomo con il quale si era nascosta per consumare un rapporto sessuale.

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Non è escluso quindi che abbia abbandonato temporaneamente la figlia per concedersi a pagamento, in cambio di pochi euro. La bambina è stata trasportata in ambulanza all'ospedale Grassi di Ostia per un controllo pediatrico ed è risultata in buona salute. I carabinieri hanno informato i servizi sociali, la procura dei minori e hanno denunciato la madre per abbandono di minore.

 

2 - HOSTESS LASCIA LA FIGLIA DI 2 ANNI IN AUTO: ASSOLTA DAL GIUDICE

Giulio De Santis per il "Corriere della Sera - Edizione Roma"

 

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In via Cola di Rienzo lascia per non più di dieci minuti Sofia (nome di fantasia) - la figlia di due anni - addormentata nella macchina parcheggiata davanti al negozio dove deve andare a comprare un abito da lavoro. Da quel preciso istante per una hostess dell'Alitalia, 53 anni, ha inizio un calvario giudiziario durato cinque anni tra indagini e processo, in cui è stata imputata con l'accusa di abbandono di minore. Odissea terminata con la sentenza di assoluzione «perché il fatto non sussiste» pronunciata dal giudice monocratico Marco Marocchi. Verdetto divenuto definitivo dopo la decisione della procura di non impugnare il provvedimento.

 

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A innescare il procedimento, è stato l'affollamento di passanti creatosi davanti all'auto quando hanno visto la piccola appisolata. A quel punto sono intervenute le forze dell'ordine e un attimo dopo anche la mamma. Che ha fatto appena in tempo a correre fuori dal negozio per andare a rassicurare la figlia, spaventata in braccio ai poliziotti che l'avevano estratta dall'auto rompendo la serratura. Gli agenti a quel punto hanno denunciato l'hostess, difesa dall'avvocato Matteo Megna.

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Ma proprio quell'intervento - come si vedrà - è stata una delle ragioni che ha convinto il giudice ad assolvere la donna. L'episodio risale alla sera del 6 settembre del 2016. Verso le 19 l'hostess si reca in via Cola di Rienzo per acquistare un abito di lavoro. È una mamma single. Così porta con sé la piccola Sofia, due anni. Parcheggia davanti al negozio dove deve provare gli abiti. Scelta fatta perché in questo modo pensa di tenere sottocchio l'auto, preferendo lasciare dormire Sofia. E che da quella prospettiva possa sorvegliare bene la macchina, lo scoprirà in pochi istanti.

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Sceglie l'abito ma non fa nemmeno in tempo a chiudere la tenda del camerino per provarlo, perché vede intorno alla sua macchina decine di persone. Allarmata, corre fuori. La scena che trova è per lei surreale. Decine di persone ammassate intorno all'auto, convinte che Sofia sia stata dimenticata dai genitori. Motivo per cui intervengono anche i poliziotti. Cui l'hostess strappa Sofia con un gesto repentino. Tornata tra le braccia della mamma, Sofia smette di piangere. Dal processo emerge che la signora ha fatto il suo dovere - osserva il giudice nelle motivazioni - lasciando l'auto in bella vista per controllare la figlia, come dimostrato proprio dall'affollamento di persone.

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