DI MANICA LARGA - DALL’INIZIO DEL 2021 CIRCA 8MILA MIGRANTI HANNO ATTRAVERSATO IL CANALE PER ENTRARE ILLEGALMENTE NEL REGNO UNITO: LO STESSO NUMERO RAGGIUNTO IN TUTTO IL 2020 – A DIFFERENZA DEL PASSATO, QUANDO I MIGRANTI SI CONCENTRAVANO SOPRATTUTTO A CALAIS, ORA SI AMMASSANO SU UNO SPAZIO PIÙ AMPIO, RENDENDO I CONTROLLI SEMPRE PIÙ DIFFICILI – NON SOLO: GLI SCAFISTI UTILIZZANO IMBARCAZIONI SEMPRE PIÙ GRANDI, FACENDO ENTRARE PIÙ PERSONE PER OGNI VIAGGIO...
-Leonardo Martinelli per "la Stampa"
A Calais e sul litorale francese della Manica sono vent' anni che si accalcano migranti che cercano di passare dall'altra parte, nel Regno Unito: un Eldorado agognato, spesso illusorio. Ma quest' estate i tentativi sono in netto aumento, perlopiù su «small boats», piccole imbarcazioni di fortuna, che sfidano le correnti forti di questo tratto di mare e si fanno largo pericolosamente in un denso traffico marittimo, nonostante i tentativi di Parigi e Londra per frenare il flusso.
Secondo i dati ufficiali britannici, sono stati 8.483 i migranti arrivati via mare sulle coste inglesi nel 2020, contro appena 1.905 del 2019. Ebbene, secondo stime diffuse dalla Bbc, dall'inizio del 2021 fino a metà luglio si sono già totalizzati gli arrivi dell'intero 2020. Senza considerare quelli intercettati prima dalle autorità francesi: dal principio del 2021 sarebbero già 8mila, secondo il Times. Solo nella giornata di lunedì 88 migranti, che stavano tentando di attraversare la Manica, sono stati riportati dai francesi nel porto di Boulogne-sur-Mer.
Se nel passato i migranti si concentravano soprattutto a Calais (dove, al di là delle «small boats», cercano di infilarsi nei camion che attraversano la Manica a bordo delle navi di linea o sui treni dell'Eurotunnel), ormai si ammassano pure verso Boulogne-sur-Mer e sulla costa a Sud di questa città. La diffusione su uno spazio più ampio rende i controlli più difficili. Si nota anche un'altra tendenza: il ricorso da parte dei «passeur» (che organizzano il traffico illegale, in molti casi sono albanesi) a imbarcazioni più grandi, oggi con una cinquantina di persone in media a bordo contro una trentina fino a pochi mesi fa.
Sarebbero ormai 2mila i migranti che vagano su questo tratto di costa, perlopiù eritrei, sudanesi, afghani, iraniani e siriani. Vivono in piccoli accampamenti, che sono evacuati regolarmente dalla polizia francese: si teme l'installazione di un insediamento permanente, come fu la «giungla» a Calais, fino al 2016. D'altra parte, in questa città un abitante su tre vive sotto la soglia della povertà: è una delle zone francesi più in difficoltà economicamente.
Lì è venuto sabato il ministro degli Interni Gérald Darmanin e ha chiesto che Frontex, l'Agenzia europea della guardia costiera e di frontiera, si occupi ormai anche di quest' area e non solo del Mediterraneo: dopo la Brexit, qui passa un confine esterno dell'Unione europea. Nei giorni precedenti Parigi e Londra avevano concluso un accordo sulla base del quale il Regno Unito pagherà 62,7 milioni di euro alla Francia tra quest' anno e il 2022 perché rafforzi i controlli sul suo litorale, dopo che una trentina erano già stati sborsati con lo stesso scopo nel 2020