MARCELLO MINENNA REPLICA SULLA PRESUNTA TRUFFA DELLE MASCHERINE: “SEMMAI SVENTATA TRUFFA. GIÀ NEL CORSO DELLA TRANSAZIONE, L'AGENZIA AVEVA PROVVEDUTO A INOLTRARE INFORMATIVA ALL'AUTORITÀ GIUDIZIARIA, RAVVISANDO ANOMALIE NEL COMPORTAMENTO DELLE CONTROPARTI” – “IL PAGAMENTO NON È AVVENUTO IN PARADISI FISCALI, MA NEL LORO LUOGO DI PRODUZIONE E NEL LUOGO DOVE RISIEDE LA SOCIETÀ VENDITRICE”
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Riceviamo e pubblichiamo da “Agenzia delle Dogane e Monopoli”, in relazione all’articolo “L’AGENZIA DELLE DOGANE GUIDATA DA MARCELLO MINENNA HA COMPRATO MASCHERINE NON A NORMA DA UNA SOCIETÀ CINESE” - https://www.dagospia.com/rubrica-29/cronache/minenna-carriola-ndash-rsquo-agenzia-dogane-guidata-marcello-237337.htm
TRUFFA ALLE DOGANE? NO GRAZIE. SEMMAI SVENTATA TRUFFA!
Comunicato Stampa dell’Agenzia delle Dogane e Monopoli
Doppia truffa alle Dogane? Anche no! Risponde secco il Direttore Generale dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli. “Trovo grave creare suggestioni giornalistiche per screditare l’operato di ADM che sta garantendo la legalità sul territorio e tutelando la salute pubblica con la sua attività. È evidente che la nostra rigorosa determinazione nei controlli su un giro di affari di centinaia di miliardi di euro che va dalle dogane ai prodotti energetici, dai giochi ai tabacchi sta creando difficoltà ai tentativi di raggiro al sistema pubblico. Tutto questo grazie all’impegno di tante donne e uomini che con grande professionalità agiscono per far rispettare la legge”.
Questo il commento di Minenna alle notizie riportate dai giornali su una presunta truffa subita da ADM nell’importazione di un carico di 100.000 mascherine. Il pagamento delle mascherine non è avvenuto in paradisi fiscali, ma nel loro luogo di produzione e nel luogo dove risiede la società venditrice, tramite un conto corrente della Banca d’Italia, con operazioni a normali condizioni di mercato. Le rigorose procedure di controllo nell’importazione del materiale sanitario COVID 19 hanno scongiurato e scongiurano tentativi di frodi e raggiri.
Le mascherine – rivelatesi prive di certificazione e che, a seguito di analisi svolte dai propri laboratori, risultano utilizzabili come generiche o di comunità – sono costate 36 centesimi l’una e quindi in linea, se non addirittura meno degli attuali valori di mercato.
Già nel corso della transazione di vendita, l’Agenzia aveva comunque provveduto ad inoltrare specifica informativa all’Autorità Giudiziaria di Roma, ravvisando anomalie nel comportamento delle controparti e attualmente pende un procedimento per tentata truffa.
I fatti esposti dimostrano come sia possibile, attuando specifiche condotte antifrode, tutelare economicamente gli interessi pubblici nei confronti di tentativi di raggiro, perseguendo allo stesso tempo gli autori di tali condotte.