MESSICO E SANGUE – TRE SURFISTI SONO STATI AMMAZZATI A ROSALITO, PARADISO PER GLI AMANTI DELLE ONDE: DOPO GIORNI DI RICERCHE, I CORPI DI DUE FRATELLI AUSTRALIANI E DI UN LORO AMERICANO SONO STATI TROVATI IN FONDO A UN POZZO PROFONDO QUINDICI METRI – PER LA PROCURA SI TRATTA DI UN FURTO FINITO MALE: I TRE SAREBBERO STATI PRESI DI MIRA, PER IL LORO PICK UP NUOVO DI PACCA, DA DUE UOMINI E UNA DONNA CHE…
-Estratto dell'articolo di Daniele Mastrogiacomo per www.repubblica.it
“Ecco, finalmente ci siamo”. Nel suo ultimo post su Instagram aveva immortalato i due furgoni carichi di tavole da surf con le onde, immense, sullo sfondo. Era il 26 aprile scorso. Callum Robinson, 30 anni, viveva a San Diego. Era un giocatore di lacrosse, quel tipico sport nordamericano in cui si deve infilare una palla in porta con un bastone simile a quello del cricket ma munito di una tela. Suo fratello Jack, 29 anni, lo aveva raggiunto dalla loro Perth, in Australia, dove era rimasto a fare il medico. Pochi giorni prima gli aveva lanciato un’idea fantastica.
"Vieni qui, andiamo in Bassa California e ci sfidiamo su quei mostri d’acqua”, gli aveva proposto. "Verrà anche Jack. Jack Carter Rhoad. Ha 30 anni anche lui. Un mio amico, uno simpatico. Conosce bene la zona". Non torneranno mai più a casa. […] Li hanno ritrovati in fondo a un pozzo di 15 metri morti, un foro di proiettile in testa. Una esecuzione.
[…] La zona dell’agguato – perché di questo si tratta - si chiama Rosarito. Un posto famoso per la grande comunità di surfisti che si misurano con le loro tavole sullo spot Km 38. I tre partono con un pick up Colorado bianco.
Arrivano sulla spiaggia, osservano gli altri che pagaiano e scivolano sulla cresta delle onde, scattano alcune foto che postano regolarmente. In compagnia di un cucciolo di cane che accarezzano; a Ensenada bevendo una birra; mentre si godono un bagno nella vasca idromassaggio; quando addentano un panino di kekab. Poi, più niente. Sono passate 36 ore dal loro arrivo.
L’ultimo collegamento su Instagram è il 27 aprile: tutti e tre si immortalano mentre bevono un caffè davanti alla spiaggia di San Miguel. […] Spariscono dai radar. Non raggiungono nemmeno la stanza che avevano prenotato con il web vicino a Rosario. Scatta l’allarme. Lo lancia la madre dei due fratelli australiani. Li segue sempre nei loro viaggi. È stata avvertita da un amico dei tre che il 30 aprile ha fatto una denuncia di scomparsa alla Procura della Bassa California. Il primo maggio, il padre dei Callum e la madre di Jack Carter, Debra Robinson, chiedono aiuto. Lo fanno sui social e pubblicano l’appello su un popolare forum di Facebook in lingua inglese frequentato da 120 mila utenti. […]ne parlano i media australiani e americani.
[…] L’eco è così vasta che il governatore spinge sulla Procura per agire subito e con tutti i mezzi. Il 2 maggio le prime tracce. Terribili. Una radura selvaggia dove ci sono pezzi di due tende bruciate, i bastoni in ferro abbandonati tra le sterpaglie.
Vicino si notano dei solchi sul terreno: come se fossero lasciate da qualcosa di pesante trascinato. È evidente che è accaduto qualcosa. Di grave. Un rapimento. Lo sperano tutti. Meglio che un omicidio. […] Il luogo si chiama La Bocana de Santo Tomás.
La Procura lo descrive come una zona disabitata, lontana dal primo centro abitato, dove non prende né la rete cellulare né internet. La procuratrice Elena Andrade conferma: “Abbiamo trovato delle aste di alcune tende, un bossolo di arma da fuoco, alcune bottiglie di plastica, macchie di sangue e segni di trascinamento, come se si trattasse di pacchi pesanti”.
Quei pacchi erano i corpi dei due Jack e di Callum. Li trovano il 3 maggio. In fondo a un pozzo di 15 metri, pieno d’acqua, coperto alla rinfusa con delle assi di legno. […] Ci vorranno ore per estrarre i cadaveri dei tre ragazzi. Saranno identificati domenica dai familiari affranti. La Procura parla di furto. Un assalto andato male. Secondo una prima ricostruzione tre balordi, due fratelli e la ragazza di uno dei due, scorge quel pick up immerso nella natura. È bello, quasi nuovo. Loro ne hanno uno più vecchio. Un Ford Ranger anche questo bianco. È l’occasione per smontare ruote e altri pezzi e montarli sul loro. Magari venderli. Anzi, meglio rubarlo. Si avvicinano. I tre surfisti probabilmente dormono.
Ma uno tra loro si accorge dei ladri. Esce da una delle tende. Li affronta. Volano spinte, pugni, urlano tutti. Ma quelli hanno una pistola. Sparano. Il ragazzo intervenuto cade a terra. Forse è ferito, forse è già morto. Gli altri due nel frattempo escono dalla tenda, guardano il compagno a terra. È una questione di secondi. Altri due colpi e anche loro crollano sul terreno. La rabbia degli assalitori esplode. Chi impugna la pistola spara altri tre colpi su quei corpi moribondi. Tre colpi alla testa. Li trascinano in un terreno vicino, trovano un pozzo. Gettano nel buco i tre surfisti. Fuggono con il pick-up che volevano saccheggiare o rubare. Verrà trovato a 60 chilometri di distanza bruciato.
I killer accusati del triplice delitto sono Jesús Gerardo, alias El Kekas, alcuni precedenti, suo fratello e la fidanzata di questo. La donna al momento del fermo aveva il cellulare di uno dei surfisti. Nel loro Ford Ranger è stata trovata un’arma che si pensa sia quella usata. Bisognerà vedere se le cose sono andate come racconta la Procura, decisa a chiudere presto e bene la vicenda. […]