IL METOO NELLA CHIESA ARGENTINA - LA PROTESTA DELLE FEMMINISTE FUORI DAL CONVENTO DI SAN BERNARDO A SALTA, IN ARGENTINA, DOPO LA DENUNCIA DI DICIOTTO MONACHE DI CLAUSURA CHE HANNO ACCUSATO L’ARCIVESCOVO MARIO ANTONIO CARGNELLO DI VIOLENZA PSICOLOGICA E FISICA - IL VATICANO HA INCARICATO IL VESCOVO MARTIN DE ELIZALDE DI ESAMINARE LE DENUNCE, MA È DIVENTATO LUI STESSO UN IMPUTATO NEL CASO…
-Sara Gandolfi per www.corriere.it
«Sorella ti credo», dice il cartello della dimostrante fuori dal convento di San Bernardo a Salta, nel nord dell’Argentina. All’interno dell’edificio vivono isolate dal mondo diciotto monache di clausura dell’ordine delle Carmelitane Scalze, che il 12 aprile hanno accusato l’arcivescovo della provincia, Mario Antonio Cargnello, e altri funzionari della Chiesa di violenza psicologica e fisica di genere.
L’udienza in tribunale era fissata per martedì ma è stata annullata alla vigilia perché l’arcivescovo doveva partecipare ad una riunione della Conferenza episcopale argentina. Il Vaticano ha incaricato il vescovo Martin de Elizalde di esaminare le denunce, ma è diventato lui stesso un imputato nel caso. L’avvocato delle monache sostiene che si è trattato di «un disperato grido di aiuto» perché «si sentono violate come donne». L’arcivescovo nega ogni accusa.
Cargnello contesta la fede delle suore nella «Madonna del Cerro», figura popolare che sarebbe apparsa in visione a una donna del posto negli anni Novanta. Secondo una ricostruzione del caso, l’arcivescovo e padre Ajalla avrebbero colpito la priora durante una veglia funebre perché stava riprendendo con una telecamera la preghiera alla Madonna del Cerro. Le monache accusano anche l’arcivescovo di danni economici, perché starebbe bloccando la nomina di una nuova priora, rendendo così difficile la gestione del monastero.
A marzo un tribunale ha condannato Gustavo Zanchetta, vescovo dal 2013 al 2017 nella cittadina di Oran, sempre nella provincia di Salta, a più di 4 anni di reclusione per abusi sessuali su due ex seminaristi.