METTI UNA SERA A CENA MARIA CALLAS, PASOLINI E FRANCO ROSSELLINI - IL RICORDO DI OTTAVIO FABBRI - ROSSELLINI ERA FURIOSO CON IL SOPRANO: “LA PAZZA E’ RIMASTA GIU’ A CHIACCHIERARE CON UN PLEBEO. HO DUE PALLE COSI’…” - E ALLA DOMANDA “QUANDO PARTI MARIA?”, LA CALLAS HA UNO SCATTO E SI ALZA DA TAVOLA: “ME LO HAI CHIESTO GIÀ TRE VOLTE FRANCO!” - LA PADRONA DI CASA, IRENE GALITZINE, ACCOMPAGNA NON SI SA DOVE LA CALLAS FURIOSA. E QUANDO TORNA DICE…
-Ottavio Fabbri per “Libero quotidiano”
Roma, autunno 1972. Esco dall'Hotel Hassler e incontro una gentilissima signora, la principessa russa Irene Galitzine, già famosa per le sue creazioni di moda che avevano affascinato anche Jackie Kennedy di cui fu più volte ospite. Ci eravamo conosciuti in una terrazza romana e avevamo subito iniziato una non convenzionale conversazione. «Fabbri venga questa sera a cena da me, abito in questo palazzo e oltre alla scalinata di Trinità dei Monti può vedere anche dei miei amici. Ho sempre gente interessante a casa. La aspetto con piacere questa sera».
Mi apre lei la porta fasciata in un abito tutto un pizzo, immagino di sua creazione, che dà luce non impropria ai suoi aristocratici lineamenti e alle eleganti maniere. «Lei è il primo ad arrivare Siamo in sei». Suona il campanello e lei, che porta bene i suoi misteriosi anni, corre leggera ad aprire la porta.
Entra Franco Rossellini, produttore di cinema che subito riconosco, famoso per le sue taglienti battute e fendenti in ogni direzione assestate fra nemici e amici (per poco). «La pazza è rimasta giù a chiacchierare con un plebeo». «Franco torna a prenderla!». «Ho due palle così! Non vedo l'ora che parta!». Io non ho idea di chi sia la pazza. «Siete quiii?? Franco!».
La signora in questione ha sbagliato piano e scende la rampa di scale a piedi ed entra con un soffio esausto ma soddisfatto. Maria Callas. «Vieni Maria, ti presento un amico». «Buonasera. Ma Pier a che ora arriva?». Altro campanello. «Eccolo!». Pier Paolo Pasolini. Pallido, vestito di scuro, con lineamenti carsici, avanza scusandosi per un inconsistente ritardo un nume assoluto della poesia italiana. E del cinema. Ora la composizione non casuale degli invitati della Galitzine, a parte il sottoscritto ospite di maniera, mi è improvvisamente chiara e si conferma nella successiva conversazione.
La Callas aveva recitato come protagonista in Medea, con la regia di Pasolini e la produzione di Franco Rossellini. Questa la geometria del prestigioso terzetto. Cena squisita, è arrivata anche una adorabile quanto garrula amica, Gaea Pallavicini che ci intrattiene con storie e pettegolezzi in contro luce della sfibrata aristocrazia romana. Io sarei più interessato a sentire le storie di Pasolini e ascoltare la voce, non di canto che conosco, della più famosa Maria del mondo dopo la Madonna, sibila acido Franco Rossellini. Pasolini pare muto ma tiene stretta una mano di Maria che lo guarda in una direi greca ammirazione, forse ancora nei panni di Medea.
«Quando parti Maria?» Questa frase resta sospesa sulle labbra sottili di Rossellini. La Callas ha uno scatto e si alza da tavola. «Me lo hai chiesto già tre volte Franco!» Pasolini muto e sempre più di carsica fattura facciale. La Galitzine accompagna non si sa dove la soprano furiosa. Poi la padrona di casa torna: «Franco... con quella boccaccia ti fai detestare. Maria è fragile e adesso è in bagno che piange».
È il momento del regista Pasolini che si alza da tavola e va con lentezza da fatale messa in scena a raccogliere le lacrime della Divina Maria. Io penso che la mia più opportuna parte di scena sia adesso quella della uscita. Ho mandato dei fiori di ringraziamento alla Galitzine non rendendomi ancora bene conto se avevo assistito all'incipit di una tragedia greca o ad una irresistibile commedia romana.