MINZIONE IMPOSSIBILE! - I TURISTI CHE VENGONO A VISITARE L'ITALIA LAMENTANO CHE, NELLE NOSTRE CITTA', NON CI SONO ABBASTANZA BAGNI PUBBLICI DOVE POTER FARE I BISOGNI - FATE SAPERE AI VIAGGIATORI CHE GIRANO NELLE CITTA' D'ARTE PIÙ BELLE DEL MONDO CHE NON SI PUO' METTERE UN BAGNO CHIMICO AI PIEDI DI PALAZZO VECCHIO A FIRENZE O IN MEZZO AL CIRCO MASSIMO - L'ASSENZA DI TOILETTE NON DEVE ESSERE UNA SCUSA PER I COMPORTAMENTI CAFONI DEI TURISTI CHE VENGONO IN ITALIA E PENSANO DI POTER PISCIARE A OGNI ANGOLO...
-Estratto dell’articolo di Luigi Grassia per www.lastampa.it
[…] Soprattutto i viaggiatori americani, ma anche quelli dal Nord Europa, lamentano con una certa frequenza la difficoltà di trovare wc pubblici nelle città italiane, e questa cattiva nomea può persino danneggiare la reputazione turistica del nostro Paese, se si pensa che i turisti anziani sono spesso quelli a più alto reddito, e se poi tornano a casa e raccontano ai loro amici e coetanei che l’Italia, da questo punto di vista, è scomoda, questo ci danneggia. […]
Sia chiaro: mettere a disposizione servizi pubblici è più facile (per esempio) nelle città degli Stati Uniti, con ampi spazi e poca storia, che in quelle italiane, dove nei centri storici gli spazi sono angusti e costosi, e dove il decoro sconsiglia di piazzare wc in bella vista – immaginate di farlo su Piazza della Signoria a Firenze o nelle “corti” di Venezia.
Ma il fatto che un problema sia di difficile soluzione non è una scusa per non provare a risolverlo. A latere c’è pure la questione delle toilette sugli autobus a lunga percorrenza: all’estero funzionano, mentre in Italia si fa a testa o croce, metà delle volte esistono ma sono temporaneamente fuori servizio, o l’autista dice che non ha la chiave. Anche questa sembra una cosa da ridere, ma ai turisti stranieri comunica un’immagine di un’Italia sciatta e disorganizzata.
Pochi giorni fa è arrivata una notizia correlata: l’azienda britannica Showers To You ha pubblicato uno studio internazionale da cui risulta che Roma è fra le 10 capitali d’Europa in cui i bagni pubblici sono più sporchi e meno frequentabili. Questo non riguarda direttamente il numero di wc a disposizione ma ne riduce la disponibilità complessiva; il problema può dipendere da cattiva educazione ma può anche avere una radice organizzativa, cioè essere provocato da poca frequenza nei turni di pulizia. […]
Il problema è ben presente alle associazioni dei consumatori. Dal servizio S.O.S. Turista (dell’associazione Federconsumatori) dicono che «in assenza di toilette pubbliche, in caso di bisogno si entra nei bar per usare il wc, e si ordina un caffè o una pasta che magari neanche si vorrebbe consumare, e questa per i turisti è diventata una specie di tassa di soggiorno aggiuntiva. Se due turisti girano in una città per una giornata intera, e fanno tre soste di questo genere, alla fine spendono 10 euro al giorno solo per questo».
Oltretutto non è detto che il trucco funzioni: «A S.O.S. Turista abbiamo ricevuto proteste di persone che entrano in un bar, consumano, e poi si sentono dire che il wc non è agibile. E a volte glielo dicono pure in malo modo. Un turista a Mirandola (in provincia di Modena) ha chiamato i carabinieri dopo che in un bar gli avevano detto di no. I baristi erano esasperati per la troppa gente che andava al wc, non siamo mica un cesso pubblico, hanno gridato.
E si può capire anche la loro esasperazione, c’è gente che nei bagni combina disastri, e poi non è piacevole pulire. D’altra parte, se non ci sono i wc pubblici i bar devono fornire il servizio, e oltretutto guadagnano qualcosa». L’associazione si rende conto che «gli spazi nelle città sono limitati e costosi, però gli enti locali dovrebbero provvedere. E dovrebbero anche disporre una segnaletica per rendere evidente dove trovare le toilette pubbliche». […]