IL MONDO CAMBIA E A PRENDERLA IN QUEL POSTO SONO SEMPRE I LAVORATORI (TANTO PER CAMBIARE) – 800 DIPENDENTI DI UN CALL CENTER IN CALABRIA RISCHIANO DI ESSERE LICENZIATI E RIMPIAZZATI DALL'INTELLIGENZA ARTIFICIALE, CHE RISPONDEREBBE AI CLIENTI AL POSTO LORO - ANCHE OPERAI SIDERURGICI POTREBBERO ESSERE MANDATI A CASA A CAUSA DELLA TRANSIZIONE GREEN, CHE METTE A RISCHIO IL SETTORE - IN ITALIA IN TOTALE I LAVORATORI A RISCHIO SONO OLTRE 100 MILA...

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Estratto dell’articolo di Claudia Luise per “La Stampa"

 

intelligenza artificiale nel lavoro

Sempre più aziende in crisi e a influire, spesso in modo determinante, sono le transizioni in corso. Quella tecnologica che rischia di far sparire posti di lavoro e quella ambientale che spesso richiede investimenti troppo forti per le imprese e - se si guarda al mondo automotive - rischia di far scomparire una parte della componentistica che non è in grado di riposizionarsi sui motori elettrici.

 

I tavoli di crisi aperti al ministero delle Imprese e del Made in Italy sono 37 (22 sono di monitoraggio e una decina sono le amministrazioni straordinarie) per un totale di 50 mila posti di lavoro diretti a rischio, a cui si aggiunge l'indotto. Ma il dato numerico non spiega, da solo, cosa sta succedendo. […]

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Un mondo che sta cambiando - non solo per la volontà di ridurre i costi delocalizzando - è quello dei call center, profondamenti influenzati dall'introduzione di strumenti di intelligenza artificiale.

 

L'esempio è, in Calabria, Abramo Customer Care dove a rischiare il posto di lavoro sono in 800. Un altro settore è quello della componentistica elettronica: prima nel casertano c'era un polo forte con Jabil Circuit Italia di Marcianise e Softlab. Ora si deve cercare una nuova collocazione.

 

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Legate, invece, alle trasformazioni geopolitiche sono le crisi nelle produzioni di elettrodomestici. Un fronte è la fusione delle attività di Whirlpool in Europa con quelle di Arçelik in Beko Europe: entro il prossimo ottobre si dovrà presentare il piano industriale. E anche su Electrolux c'è forte attenzione per l'andamento del piano di riorganizzazione di cui si vedranno gli effetti entro la fine del 2024.

 

Nel calderone dei problemi che affliggono la siderurgia italiana - l'ex Ilva in prima battuta e poi anche il polo siderurgico di Piombino - un peso forte lo ha proprio la transizione ambientale. Ieri il ministro del Lavoro ha convocato i sindacati per avviare l'esame congiunto della richiesta di cassa integrazione di 5.200 lavoratori di Acciaierie d'Italia e oggi al Mimit si parlerà di Piombino. […]

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Anche perché la crisi dell'acciaio riguarda in particolar modo i laminati piani che sono in pochissimi a produrre e servono per l'automotive. «Dobbiamo produrre di più e per farlo serve il piano nazionale sull'energia che stabilisca - dice Scarpa - come implementare energia green per produrre idrogeno che serve, a sua volta, per produrre acciaio per l'auto.

 

È un processo molto costoso per cui è indispensabile un intervento pubblico». Uno dei dati oggettivi per raccontare lo stato di salute delle aziende italiane è la cassa integrazione: a maggio, comunica l'Inps, le ore totali autorizzate sono state 47,2 milioni, in crescita rispetto ad aprile (38,1 milioni), ma anche rispetto a maggio 2023 (34,5 milioni).

 

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Rispetto ad aprile, è la cassa integrazione straordinaria (che viene chiesta per ristrutturazione, riorganizzazione e riconversione aziendale) a registrare un balzo del 71%. In leggero miglioramento l'occupazione, come rileva l'Istat: mentre a maggio, su base mensile, cala per gli uomini (-0,2%, pari a -27mila unità) e aumenta per le donne (+0,1%, pari a +11mila, se il confronto avviene con il 2023 la crescita per gli uomini è dell'1,2% (+167mila) e per le donne +3% (+295mila).

 

La questione viene illustrata anche nel report della Fim, sul I semestre 2024, che registra un aumento sostanziale di lavoratori coinvolti a vario titolo in crisi legate al settore metalmeccanico: sono +18.634 lavoratori. Siamo passati infatti dai 83.817 lavoratori coinvolti in crisi al 31 dicembre 2023 ai 103.451 del 30 giugno 2024. Molte di queste aziende sono coinvolte a vario titolo nei processi di transizione green o digitale.

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Per quanto riguarda l'automotive, che coinvolge oltre 256 mila lavoratori diretti, ci sono tre esempi su tutti di difficoltà a riconvertirsi: la Lear di Grugliasco, la Denso di San Salvo e la Bosh in Puglia, con 1600 lavoratori a rischio.

 

«Gran parte delle aziende in crisi - sottolinea il segretario nazionale della Fim Cisl, Ferdinando Uliano - hanno a che fare le transizioni green o digitale. Transizioni che nel nostro Paese stiamo affrontando in maniera scoordinata. L'Italia - conclude il sindacalista - non può fermarsi di fronte alle transizioni né pensare che il sistema industriale, da solo, possa affrontare questa sfida».