IN MORTE DELLA LINGUA ITALIANA - IL LINGUISTA MASSIMO ARCANGELI HA RACCOLTO NEL SAGGIO “SENZA PAROLE” UN BESTIARIO CHE FOTOGRAFA L'IGNORANZA LINGUISTICA DI MOLTI GIOVANI: INTERVISTANDO DIVERSI STUDENTI UNIVERSITARI ESCE FUORI CHE UN “ADEPTO” VIENE SOSTITUITO AD “ADDETTO” E “UN' AFFLIZIONE MAFIOSA” È…

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Gianluca Veneziani per “Libero quotidiano”

 

errori linguistici

«Ero molto laconico dopo quel preambolo solerte ascoltato in chiesa. Biasimandomi nel prete, capii che stavamo andando incontro alla catarsi. Temevo però di corroborare tutto con quei brutti pensieri e quindi corsi via. Passai per strade caustiche e piene di gente, vidi un adepto del Comune dedicarsi all' afflizione di un manifesto e un tifoso blandire una bandiera. Infine giunsi a casa, sordido di sudore e affamato. Se fossi stato un fedifrago, avrei mangiato carne umana».

 

C' è da restare senza parole nel leggere i termini in corsivo usati in questo modo. Con significati forzati, sballati, rovesciati. E con effetti involontariamente comici. Eppure è questo il senso che molti studenti italiani, anche universitari, attribuiscono ai suddetti vocaboli: se interrogati in proposito sul loro valore semantico, danno risposte imbarazzanti, producendo mostri verbali.

MASSIMO ARCANGELI

 

Il bestiario Se n' è accorto il linguista Massimo Arcangeli che ha dato alle stampe l' interessante saggio Senza parole. Piccolo dizionario per salvare la nostra lingua (Il Saggiatore, pp. 248, euro 19), raccogliendo una cinquantina di parole, tra verbi, sostantivi e aggettivi, che, oltre a rischiare di essere perdute, corrono il pericolo di essere fraintese.

 

Massimo Arcangeli SENZA PAROLE

Lo ha verificato lui stesso, sottoponendo questi termini a qualche centinaio di studenti universitari e chiedendo loro, per ciascuna parola, di scrivere una frase che la contenesse e di fornire un sinonimo. La raccolta venuta fuori è degna di un bestiario che fotografa bene l' ignoranza linguistica di molti giovani; e mette a nudo lo stato culturale del nostro Paese, ormai vittima di un analfabetismo di ritorno.

 

Volendo procedere in ordine alfabetico, si può partire da abulico che, secondo alcuni studenti, significa «non aulico», quasi che il prefisso ab- abbia valore privativo. E si può continuare con adepto che, anziché come «seguace, discepolo», viene usato nel senso di «addetto, incaricato» (es.: gli adepti alla vigilanza) o addirittura come equivalente del verbo «adattare» (es.: Mi adepto a ogni situazione). E che dire di afflizione, parola che, a leggere come viene equivocata dagli universitari, ci procura moltissima afflizione: per alcuni ha il significato di «affiliazione» (un' afflizione mafiosa, le società in afflizione tra loro), per altri di «affissione».

 

DANTE E LA LINGUA ITALIANA

Tutti questi studenti andrebbero biasimati, ma non nella maniera in cui essi usano la parola biasimare. Anziché «criticare», «deplorare», per loro vuol dire l' esatto contrario, ossia «assecondare», «giustificare», «avere pietà» o addirittura «immedesimarsi» (Mi biasimo in lui). C' è poco però da blaterare e da blandire.

 

Perché, se la prima parola viene usata come sinonimo di «sussurrare», la seconda viene confusa con verbi simili a livello sonoro come «brandire» e «bandire». Da qui gli spassosi ma agghiaccianti: «Non capisco come fai a blandire quel coltello», «È stato blandito un nuovo annuncio».

LA LINGUA ITALIANA

 

Urgerebbe una catarsi per purificarsi da questi obbrobri linguistici, se non fosse che per alcuni universitari quella parola significa «disastro». Pertanto occorre rimbrottarli in modo caustico, aggettivo che si presta alle interpretazioni più fantasiose: si va da «ostico» ad «antipatico» fino a «caotico, rumoroso». Per la proprietà simmetrica, a detta di alcuni studenti, la parola «ostico» significa «caustico». Eppure i due significati non collimano affatto: il che, in un italiano corretto, vorrebbe dire «combaciano, coincidono», mentre per gli universitari interrogati significa «culminano» o «colmano» (es.: collimare un vuoto).

I VOCABOLI PERDUTI DELLA LINGUA ITALIANA

 

L' unica soluzione sarebbe corroborare la loro padronanza della lingua italiana, a meno che quel termine non venga inteso, come fa qualche sciagurato, nel senso opposto di «rovinare». Un uso da esecrare, ma non nel modo in cui, secondo alcuni, si può essere esecrati dalle tasse (ossia, «esentati»). Perché, al più, si può esimere qualcuno dalle tasse, ossia «esonerarlo», senza però esimere da lui una spiegazione (perché in realtà si dice «esigere»).

 

DIZIONARIO DELLA LINGUA ITALIANA

Questo tradimento della lingua italiana è esiziale («funesto», mica «illustre», come credono gli studenti) ed è degno di un fedifrago, che non significa però «cannibale», con buona pace degli universitari. Di fronte a tale scempio, comunque, non ci si può limitare a un commento laconico, da molti considerato affine a «malinconico»; al contrario tutti gli svarioni vanno menzionati, che non è un sinonimo di «coperti».

 

studenti universitari

lo scempio Punire gli studenti sarebbe la giusta nemesi, ossia un giusto «castigo» e non «una via di mezzo tra analisi e sintesi». Anche perché, come scrive un altro scellerato, «sbagliare è umano, perpetrare è diabolico».

Peccato che perpetrare non voglia dire «perseverare» né «perpetuare» (I Greci perpetrarono il loro sapere artistico) né «rimandare» (Hai il vizio di perpetrare i tuoi impegni), ma «compiere un' azione illecita».

 

dante alighieri 1

Questo lungo preambolo (ritenuto a torto equivalente di «profezia») richiede che ogni studente nell' apprendimento sia solerte, aggettivo che non ha niente da spartire con «solenne» o addirittura con l' avverbio «spesso» («Solerte mi alzo di prima mattina», scrive uno). Ma serve anche a dimostrare che la lingua è uno strumento da usare in modo ponderato, che di sicuro non corrisponde a «riposato». E che nello studio non si deve essere pusillanimi, cioè «pavidi», anche se qualcuno è convinto significhi «farabutti».

 

Perché il rischio, oltre a quello di essere uno che sporca l' italiano e lo rende sordido (che non è parente di «madido» o di «silenzioso», con buona pace degli ignorantelli), è quello di risultare un troglodita: sostantivo che ha il significato di «cavernicolo» e non di «regresso».

MASSIMO ARCANGELI

 

Una menzione speciale merita infine il termine apodittico. Sottoposto al giudizio di 176 studenti, in 175 non hanno saputo trovargli un sinonimo adeguato. In modo apodittico, cioè «inconfutabile», è possibile sostenere che nessuno di loro sapesse neanche vagamente il significato.

dante alighieri
dante paolo e francesca
dante alighieri 2