IL MOSTRO DEGLI ABISSI – UNO SQUALO CHE RISALE AI TEMPI DEI DINOSAURI È STATO PESCATO DA ALCUNI RICERCATORI AL LARGO DELLE COSTE DEL PORTOGALLO: SI TRATTA DI UN RARISSIMO SQUALO DAL COLLARE, UN PREDATORE CHE PUÒ RAGGIUNGERE DUE METRI DI LUNGHEZZA E CHE VIVE FINO A 1.300 METRI DI PROFONDITÀ – LA CARATTERISTICA PIÙ SORPRENDENTE È LA BOCCA CON 300 DENTI MOLTO AGUZZI CHE…
Luigi Bignami per "it.businessinsider.com"
Si pensa di conoscere molto dei nostri oceani e dei nostri mari, ma la realtà è ben diversa. Uno squalo che risale al tempo dei dinosauri, con una dentatura davvero impressionante, è stato scoperto al largo delle coste del Portogallo.
E’ senza dubbio uno degli animali marini più mostruosi in cui si si sia è imbattuti fino a oggi ed è quasi incredibile che sia riuscito a sopravvivere agli eventi che hanno portato alla scomparsa di tutti i suoi parenti. La cattura dell’animale è avvenuta da parte di un gruppo di ricercatori dell’Unione Europea che stava studiando le conseguenze della pesca a strascico in Oceano Atlantico, al fine di ridurre al minimo le conseguenze della pesca commerciale.
Tirando le reti a bordo della loro imbarcazione si sono ritrovati una delle creature più rare e più antiche del pianeta, con una testa da far ricordare le storie leggendarie dei serpenti marini sorte nei secoli scorsi.
Dopo un’attenta analisi si è scoperto che si tratta di un rarissimo squalo dal collare (Chlamydoselachus anguineus). Può crescere fino a circa due metri di lunghezza ed è ricoperto da soffici scaglie poste nella parte superiore del corpo.
Ma cosa più sorprendente è la testa, la quale possiede 300 denti molto aguzzi ordinatamente disposti in 25 precisi allineamenti.
Denti in grado di affrontare altri squali, polpi e calamari.
A oggi di questo pesce si conosce davvero poco, perché pochi sono stati gli esemplari catturati durante le battute di pesca. Si sa che vive sulle piattaforme continentali dell’Oceano Pacifico e Atlantico fino a 1.300 metri di profondità. I pochi esemplari trovati finora, ricordano un’anguilla con le pinne dorsali, pelviche e anali molto arretrate.
Ha un’anatomia molto semplice, forse per la mancanza di nutrienti nell’ambiente dove vive. Presenta caratteristiche dunque, molto primitive che gli hanno valso il nome di “fossile vivente”.
E’ comunque difficile dire da quando è presente sulla Terra. Per alcuni appartiene a una delle più antiche linee evolutive di squali che risale almeno a 95 milioni di anni fa, secondo altri addirittura a 150 milioni di anni oro sono.
A oggi non si riesce a capire comunque, come fece a sopravvivere all’estinzione del Cretaceo.
Il suo comportamento in fase di attacco ricorda più quello di un serpente che non quello di uno squalo, in quanto piega il corpo lanciandosi verso le prede. Una volta catturato un pesce i suoi denti aguzzi impediscono alla preda di scappare, mentre se la può ingoiare anche intero grazie alle sue mascelle estremamente flessibili.
Nonostante la sua esistenza sia nota dal 1879 è stato osservato per la prima volta nel suo habitat naturale solo nell’agosto del 2004, grazie a un sommergibile senza uomini, sulla piattaforma di Blake al largo del sud-est degli Stati Uniti e poi nel 2007 da alcuni pescatori giapponesi. Assai raramente viene catturato durante le battute di pesca a strascico, ma molte volte viene ributtato in mare per evitare qualunque problema burocratico.
La scoperta di questo pesce ricorda ancora quanto poco si conosca dei nostri oceani, tant’è che è di poche settimane orsono la scoperta di una specie marina spiaggiata dopo uno dei forti uragani che colpirono gli Stati Uniti che ha fatto parlare molto di sé per essere pochissimo conosciuta anche ai biologi marini.