NAPOLI RISPONDE A BRIATORE: PIZZA GRATIS PER TUTTI! - DOPO LE POLEMICHE SULLA PIZZA A 65 EURO SERVITA NEL SUO RISTORANTE, GINO SORBILLO SUONA LA CARICA E DISTRIBUISCE PIZZE GRATIS - "NOI SIAMO PER LA PIZZA POPOLARE, CHE ACCONTENTA TUTTI, DAI BAMBINI AI PROFESSIONISTI AI DISOCCUPATI" - "USIAMO I PRODOTTI MIGLIORI, MA RESTA ACCESSIBILE" - FRANCESCO MERLO TRANCHANT: "ABORRO LA PACCHIANERIA DELLE PIZZE GRIFFATE"
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1. LA PIZZA DI BRIATORE
Da “Posta e Risposta – la Repubblica”
Caro Merlo, ma lei la pizza di Briatore, a 15 euro, l'ha mangiata? Io sì e voglio dirle che è buona, ma che ne ho mangiate di migliori, a prezzi molto più bassi. Tempo fa a Milano avevo anche mangiato la pizza di Carlo Cracco: costava 20 euro. E non mi era tanto piaciuta.
Briatore dice: "ma vi siete chiesti cosa ci mettono per venderla a 4 o 5 euro?". Ha anche ringraziato chi ha protestato perché gli fanno pubblicità. E ha concluso: "io sono un genio". Dev' esser vero.
Angiolina Locatelli - Milano
Risposta di Francesco Merlo:
Aborro la pacchianeria delle pizze griffate.
2. I PIZZAIOLI NAPOLETANI CONTRO BRIATORE: "AL TOP CON 2,5 EURO"
Pasquale Raicaldo per "la Repubblica"
La disfida della pizza infiamma Napoli. Sul banco degli imputati Flavio Briatore: qui le icone, anche culinarie, sono intoccabili. Colorata e orgogliosa la risposta partenopea alla provocazione dell'imprenditore, che si è chiesto su Instagram come si possa vendere una pizza a 4-5 euro, giustificando così il listino della sua catena Crazy Pizza, dove la "tonda" va dai 13 ai 60 euro.
La reazione parte dal centro storico: suona la carica Gino Sorbillo, che in via dei Tribunali distribuisce pizze gratis e s'inventa un tutorial per i passanti. C'è folla come sempre, ma stavolta i morsi alla celebre pizza a portafoglio sono sberleffi a Briatore. «Noi siamo per la pizza popolare, che accontenta tutti, dai bambini ai professionisti ai disoccupati», dice Sorbillo, che s'ispira alla Livella di Totò e intanto dispensa tranci a iosa. I turisti in fila apprezzano, e si accodano al j'accuse: «Viva la pizza, abbasso Briatore». «Usiamo i prodotti migliori - aggiunge il maestro - e la pizza resta accessibile».
Rincara la dose Francesco Emilio Borrelli, presidente della commissione Agricoltura della Regione: «Sulla pizza non accettiamo lezioni: è un piatto popolare, non si addice ai cafoni arricchiti né può essere insolentita da un parvenu. Briatore venga a studiare qui». E insomma l'atmosfera è rovente, nella città che ha inventato - era il 1889 - la pietanza ispirata alla regina Margherita e ne ha fatto un vessillo, difendendola dalla globalizzazione grazie all'inserimento nella lista Unesco dell'arte del pizzaiuolo napoletano.
«Briatore si è fatto pubblicità: la pizza tira - spiega Massimo Di Porzio, titolare del ristorante "Umberto" - Ma il food cost non va oltre i 2,5 euro: ricarichi troppo alti sono operazioni d'immagine». «Avrebbe potuto spiegare che la pizza ha regole precise: ingredienti, tempi, dimensioni e procedimento - ammonisce Antonio Pace, presidente dell'Associazione Verace pizza napoletana - Pur nella consapevolezza che elementi a latere, dall'accoglienza alla location al servizio, possano determinare differenze di prezzo rilevanti».
A difendere Briatore è il Codacons: «Che ipocrisia. - sbotta il presidente Carlo Rienzi - A Napoli i pizzaioli predicano bene, peccato che quando aprono a Roma o a Milano non applichino gli stessi prezzi».