GLI AMERICANI HANNO IL “NEMICO” IN CASA – LE ACCUSE DI CONTATTI TRA ELON MUSK E PUTIN CREANO UNA ROGNA INEDITA A WASHINGTON: IL MAGNATE È FORNITORE DI TECNOLOGIE MILITARI E SPAZIALI AL GOVERNO USA E CONOSCE SEGRETI CHE UN PRIVATO NORMALE IGNORA, COME I LUOGHI IN CUI SI ATTIVANO I TERMINAL STARLINK DELLE TRUPPE UCRAINE – PER IL “WALL STREET JOURNAL” I CONTATTI VANNO AVANTI DAL 2022: PUTIN AVREBBE CHIESTO A MUSK DI NON ATTIVARE IL SERVIZIO STARLINK SOPRA TAIWAN. UN FAVORE A XI JINPING E…
-Estratto dell’articolo di Anna Zafesova per “La Stampa”
Elon Musk parla spesso con Vladimir Putin, discutendo di «argomenti personali», affari e tensioni geopolitiche: la rivelazione del Wall Street Journal è chiaramente una cannonata sparata nella battaglia finale della campagna elettorale statunitense, ma apre scenari e interrogativi inquietanti che non si esauriscono il 5 novembre prossimo.
Il Cremlino smentisce tutto, una «menzogna assoluta», sostiene il portavoce del presidente russo Dmitry Peskov, che precisa che Musk avrebbe conversato con il suo principale una sola volta, nel 2021, ancora prima dell'invasione dell'Ucraina: si sarebbe parlato del futuro delle tecnologie spaziali, e Putin avrebbe trovato il suo interlocutore «mediocre». Ma, secondo il giornale americano, i contatti invece sarebbero ripetuti e frequenti, e rappresenterebbero un «segreto molto ben custodito» di cui perfino molti esponenti dell'amministrazione americana non sarebbero al corrente.
Un filo diretto tra l'imprenditore più ricco e il dittatore più aggressivo del pianeta, che avrebbe già avuto delle conseguenze concrete: alla fine del 2023, Putin avrebbe chiesto a Musk di non attivare il servizio Starlink sopra Taiwan, specificando che si trattava di un favore che chiedeva per conto di Xi Jinping. […]
Sulla mappa di Starlink, Taiwan continua a essere segnata come un territorio dove i servizi di Internet satellitare saranno «presto disponibili», ma non è chiaro se ciò sia un risultato di una promessa fatta da Musk a Putin, o della diffidenza delle autorità di Taipei.
Quello che appare più certo è che Musk avrebbe staccato i servizi Starlink all'esercito di Kyiv […] Sarebbe stato lo stesso magnate sudafricano a raccontarlo a Ian Bremmer, analista americano che aveva sentito Musk riferire di una sua conversazione telefonica con Putin.
In quella circostanza, il dittatore russo aveva promesso di scatenare un attacco nucleare in risposta al tentativo ucraino di riprendersi militarmente la Crimea annessa dalla Russia, e Musk sembrava aver preso molto sul serio la minaccia: «Bisogna fare tutto per evitarlo», disse a Bremmer, e i terminal di Starlink in Crimea avevano smesso di funzionare.
Più o meno nello stesso periodo Musk aveva pubblicato su Twitter il suo «piano di pace» per l'Ucraina – fondamentalmente un riassunto delle richieste del Cremlino – e aveva cominciato a mostrare sempre meno entusiasmo per il sostegno al governo di Volodymyr Zelensky
[…] Musk ha criticato gli aiuti americani e internazionali all'Ucraina, e ha dato spazio su X alla intervista-fiume che Putin ha rilasciato a Tucker Carlson, il giornalista volto della destra americana. […] le accuse di contatti con il Cremlino pongono a Washington un dilemma inedito: Musk è un privato, ma è anche fornitore di tecnologie militari e spaziali al governo Usa e conosce segreti che un privato normale ignora, come per esempio, i luoghi in cui si attivano i terminal Starlink delle truppe ucraine.
Un suo filo diretto con Putin «se vero, andrebbe indagato», ha dichiarato ieri l'amministratore della Nasa Bill Nelson, perché «estremamente preoccupante anche per il dipartimento della Difesa».