NEANCHE IL TEMPO DI RIPRENDERSI DAL COVID CHE SPUNTANO EPIDEMIE DA OGNI DOVE - DA ALCUNE SETTIMANE A SINGAPORE SI MOLTIPLICANO I CASI DI DENGUE, UNA MALATTIA INFETTIVA CAUSATA DA QUATTRO VARIANTI DELLO STESSO VIRUS CHE SI TRASMETTE PER MEZZO DI ALCUNI TIPI DI ZANZARE - SECONDO GLI ESPERTI I MOTIVI SONO L'EMERGERE DI UN NUOVO CEPPO VIRALE DOMINANTE E IL CALDO ECCEZIONALE DELLE SCORSE SETTIMANE...
-Davide Michielin per larepubblica.it
Nemmeno il tempo di tirare un sospiro di sollievo per la tregua estiva concessa dal Covid che una nuova minaccia virale fa capolino all'orizzonte: da alcune settimane si moltiplicano a Singapore i casi di dengue, nota anche come "febbre spaccaossa" per gli intensi dolori ossei e muscolari che può provocare quando è sintomatica. Al 1° giugno la città-stato asiatica aveva già superato gli 11 mila casi - oltre il doppio di quanti segnalati nel 2021 - e registrato la prima vittima, inaugurando con largo anticipo la stagione di questa malattia divenuta ormai endemica nella regione. L'epidemia è stata alimentata da un insolito e prolungato caldo e dai frequenti rovesci temporaleschi che hanno favorito l'attività delle zanzare che trasmettono il virus.
Se l'emergenza singaporiana preoccupa nell'immediato gli altri paesi del Sudest asiatico non lascia indifferente nemmeno l'Europa: anno dopo anno il cambiamento climatico espande l'habitat delle zanzare tropicali mentre la globalizzazione dei commerci e dei viaggi moltiplicano le possibilità di trasmissione a lungo raggio. Nel nostro paese la possibilità di ammalarsi è bassa ma non così remota: ogni anno si registrano decine di casi tra persone ritornate da mete esotiche. Veri e propri focolai, tuttavia, sono poco frequenti.
Endemica delle regioni tropicali, la dengue è una malattia infettiva causata da quattro varianti dello stesso virus, detti sierotipi, e si trasmette in maniera indiretta per mezzo delle zanzare che, a loro volta, hanno punto una persona infetta. Il vettore principale è la zanzara della febbre gialla (Aedes aegypti), tipica delle regioni tropicali ma può venire trasmessa anche dalla zanzara tigre (Aedes albopictus).
Nell'arco di 5-6 giorni dalla puntura, la malattia può progredire in forma asintomatica o manifestarsi con febbre molto alta accompagnata da mal di testa acuti, dolori attorno e dietro agli occhi, forti dolori muscolari e alle articolazioni, nausea e vomito, irritazioni della pelle che possono apparire sulla maggior parte del corpo, con un tasso di mortalità che può superare il 20%.
Ad oggi non disponiamo di una cura specifica. Esiste però un vaccino, il Dengvaxia, approvato in una ventina di paesi, ma secondo l'Organizzazione mondiale della sanità «si è dimostrato efficace solo in chi ha già avuto una precedente infezione dal virus, mentre comporta un aumento del rischio di malattia grave in coloro che manifestano la loro prima infezione naturale dopo la vaccinazione». Caratteristica che spinge l'Oms a raccomandarlo «solo in pazienti con dengue pregressa, a seguito di un test anticorpale, come strategia integrata di prevenzione».
Secondo l'Oms, i casi di dengue sono aumentati di 30 volte negli ultimi 50 anni. Prima che la pandemia limitasse gli spostamenti delle persone, nel 2019 sono stati registrati 5,2 milioni di casi nel mondo. Le epidemie in tutta l'Asia hanno mietuto migliaia di vittime, mettendo in ginocchio i sistemi sanitari di paesi come Filippine e Bangladesh. La peggiore epidemia di dengue nella storia di Singapore è avvenuta l'anno successivo causando 35.315 casi e 28 morti.
«Al 28 maggio 2022 sono stati segnalati circa 11.670 casi di dengue, il 10% dei quali ha richiesto il ricovero in ospedale» ha dichiarato alla CNN un portavoce del Ministero della Salute di Singapore. Secondo la medesima fonte, i ricoveri nei reparti di emergenza rimangono per fortuna a «un livello gestibile». Tuttavia, trattandosi di una malattia che rispetta una precisa stagionalità, il rischio che nelle prossime settimane i casi si moltiplichino ulteriormente è concreto poiché ci troviamo ancora lontani dal consueto picco epidemico.
L'anno d'oro della dengue è il risultato di almeno due fattori: l'emergere di un nuovo ceppo virale dominante ma soprattutto l'eccezionale meteo caldo e umido delle scorse settimane. Il servizio meteorologico di Singapore afferma che il paese si sta riscaldando due volte più velocemente del resto del mondo. Le temperature massime giornaliere potrebbero raggiungere i 37° C entro fine secolo. Secondo gli esperti, l'azione combinata del caldo e di monsoni torrenziali sempre più imprevedibili non può che peggiorare il problema della dengue a Singapore.
«L'isola di Madeira e una piccola zona sulle coste del Mar Nero sono le uniche regioni d'Europa in cui la zanzara Aedes aegypti, cioè il principale vettore della dengue, è endemica. Nel resto del continente, per ora, la malattia viene trasmessa, in maniera meno efficace, dalla zanzara tigre dando vita a focolai alimentati da persone rientrate in patria dopo che sono state infettate in paesi dove circola la malattia» premette l'infettivologo Federico Gobbi, esperto di Medicina dei viaggi dell'IRCCS Ospedale Sacro Cuore-Don Calabria di Negrar, confermando che «il cambiamento climatico provoca l'espansione delle aree geografiche adatte a ospitare Aedes aegypti: ad oggi, questa zanzara non è in grado di sopravvivere al nostro inverno ma con un clima più caldo potrebbe insediarsi stabilmente anche in Italia».
Come per altre malattie esotiche trasmesse dalle zanzare - come la chikungunya, la febbre del Nilo occidentale o zika - il nostro paese è dotato di un sistema di sorveglianza dei casi importati pronto a scattare alla prima segnalazione. Semmai, il problema di circoscrivere la dengue è che nella maggioranza dei casi la malattia è asintomatica. La prima infezione, infatti, raramente porta a complicazioni.
Tuttavia, una successiva infezione con un sierotipo differente del virus può scatenare reazioni immunitarie tali da provocare emorragie. «Ciò nonostante, quando si rientra da un paese a rischio è bene prestare attenzione a eventuali sintomi, anche lievi, e recarsi prontamente in centri specializzati. In caso di conferma scatta il protocollo di intervento che prevede, per esempio, la bonifica delle aree verdi circostanti all'abitazione per eliminare le zanzare tigre» prosegue Gobbi.
La consapevolezza dei rischi da parte dei cittadini rappresenta una conditio sine qua non per arginare la diffusione della malattia e passa anche attraverso la consulenza negli ambulatori di medicina dei viaggi. Prima di prendere l'aereo è sempre meglio sapere a cosa si va incontro. E soprattutto, che cosa si potrebbe riportare a casa.