UNO, NESSUNO, CENTOMILA: MATTEO MESSINA DENARO AVEVA ALMENO UN’ALTRA IDENTITÀ – IL BOSS, OLTRE A USARE IL NOME DI ANDREA BONAFEDE PER FARSI CURARE A PALERMO, AVREBBE USATO UN'ALTRA IDENTITÀ FACENDOSI CHIAMARE "FRANCESCO" A CAMPOBELLO DI MAZARA, PAESE DI 11MILA ABITANTI DOVE NON SAREBBE STATO FACILE SFODERARE IL NOME DELL’IMPIEGATO DEL PARCO ACQUATICO CONOSCIUTO DA TUTTI – ALIAS CHE GLI SAREBBE SERVITO PER MUOVERSI IN TUTTA LA SICILIA COME RILEVATO DA…
-1. L’ALTRO ALIAS DI MESSINA DENARO IN PAESE LO CHIAMAVANO FRANCESCO
Estratto dell'articolo da "la Repubblica"
In clinica medici, infermieri e pazienti lo conoscevano come Andrea Bonafede, a Campobello di Mazara, il paese in cui ha trascorso almeno tre dei trent’anni di latitanza, avrebbe usato però un altro nome di copertura. Matteo Messina Denaro, ex primula rossa di Cosa nostra arrestata lunedì dai carabinieri del Ros, non voleva rischiare d’essere scoperto.
«Io lo conoscevo come Francesco», ha detto il suo autista Giovanni Luppino, finito in carcere con il boss. I carabinieri stanno cercando di approfondire. Eccolo, l’ultimo sviluppo dell’inchiesta sulla lunga fuga del padrino di Castelvetrano. [...]
2. SPUNTA UN'ALTRA IDENTITÀ USATA DA MESSINA DENARO SI MUOVEVA IN TUTTA LA SICILIA
Estratto dell'articolo di Giuseppe Legato per “la Stampa”
Se fosse il titolo di un romanzo sarebbe "Uno, nessuno, centomila", ma era atteso che col passare dei giorni – e con l'incedere dell'indagine sulla cattura di Matteo Messina Denaro – si sarebbe aperto il capitolo di ulteriori alias dell'ex latitante che certo molto prima di utilizzare l'identità di Andrea Bonafede avrà sciorinato chissà quanti nomi e cognomi.
È dunque verosimile che in clinica medici e infermieri lo conoscessero come Andrea Bonafede, ma a Campobello di Mazara, il paese in cui ha trascorso almeno tre dei 29 anni di latitanza, avrebbe usato un'altra identità di copertura. E d'altronde per fare una vita quasi normale in un centro di 11 mila abitanti non poteva certo presentarsi con le stesse generalità del vero impiegato di 60 anni di un centro acquatico, che in paese conoscevano in tanti.
Ha l'aria di essere la prima puntata di una lunga saga, ma intanto la posizione di Andrea Bonafede – quello vero – si complica ogni giorno di più. È un fatto che la Giulietta ritrovata sabato dalla polizia, acquistata in contanti da Messina Denaro, era stata fatta intestare alla mamma di Bonafede. C'è la loro conoscenza fin da bambini, la vicinanza delle due famiglie fin dai tempi del padre del latitante e dello zio del suo alias, entrambi mafiosi di rango uniti da battesimi, cresime e comparati.
[…] Indagato per favoreggiamento, procurata inosservanza della pena e – verosimilmente – per una serie di falsi (in concorso con Messina Denaro), tutti titoli di reato "appesantiti" dall'aggravante mafiosa, Bonafede rischia seriamente l'arresto.
E la luce resta accesa proprio su questo alloggio, dimora da almeno sei mesi di Messina Denaro nel quale il capo della mafia trapanese ha lasciato tracce dei suoi gusti letterari e non solo.
[…] tra le letture preferite dell'innominabile "Iddu", ci fosse "Les Fleurs du Mal", "I fiori del male" raccolte di poesie di Charles Baudelaire
[…] a un primo esame delle tracce lasciate da quei telefonini sequestrati al momento dell'arresto pare abbiano riscontrato come Messina Denaro, negli ultimi mesi, si sia mosso anche in altre province al netto di quelle di Trapani e Palermo. Evidentemente lo smartphone non è sempre stato in "modalità aereo".