IN NOME DEL POLITICAMENTE CORRETTO, CAMBRIDGE TRASFORMA UNO SCEMO IN UN “ERETICO” – LO STUDENTE AMERICANO (E TRUMPIANO), NATHAN COFNAS, RISCHIA L’ESPULSIONE DALLA PRESTIGIOSA UNIVERSITÀ BRITANNICA PERCHÉ SOSTIENE LA TEORIA DEL “RACE REALISM”, SECONDO CUI LA “RAZZA” NERA È PREDISPOSTA SOLO ALLO SPORT E ALL’ENTERTEINMENT – RIELLO: “LA SUA TESI VA CONTRO L'OPINIONE GENERALE DEL MONDO ACCADEMICO. E QUESTO TRASFORMA UN RICERCATORE-CHE-PROBABILMENTE-SCRIVE-STRONZATE IN UN MARTIRE DEL LIBERO PENSIERO”

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Antonio Riello per Dagospia

 

universita di cambridge

Non bastavano le proteste per la crisi di Gaza. E nemmeno la controversa questione di genere che sta mutando totalmente (e caoticamente) il lessico e la grammatica delle lezioni e dei documenti ufficiali universitari. Una ennesima nuova polemica sta scuotendo lo stanco mondo accademico britannico.

 

Un ricercatore aggiunto della Facoltà di Filosofia dell'Università di Cambridge, Nathan Cofnas (associato all'Emmanuel College), è stato sottoposto ad una inchiesta disciplinare che potrebbe tradursi in una espulsione dell'Università stessa. L'organizzazione culturale che aveva sostenuto finanziariamente il suo soggiorno a Cambridge, il Leverhulme Trust, in parallelo ha ritirato il suo appoggio.

 

nathan cofnas

Per quale motivo? Perché attraverso un suo blog questo signore, propugna da tempo una teoria che viene chiamata "Race Realism". In sostanza sostiene che le varie "razze" umane hanno delle attitudini proprie e, nello specifico, che le persone di colore abbiano propensione quasi-solo per lo sport e per l'Enterteinment (il business dello spettacolo).

 

Il corollario alle sue tesi è che se le università americane fossero davvero meritocratiche (cioè non funzionassero secondo il meccanismo delle "quote protette") alla fine sarebbero assai pochi gli accademici afroamericani in posizioni apicali nelle materie umanistiche e scientifiche.

 

cambridge university - studenti di colore

Cofnas è un cittadino americano (nato a Chicago e cresciuto a New York) che in una recente intervista dichiara di aver votato per Trump. Si proclama un partigiano della "Meritocrazia" (il che, in sé, potrebbe anche essere una posizione interessante), in pratica è un ideologo della "Nuova Destra". Forse anche un tizio antipatico (da quanto si può desumere dai video on line).

 

Dal punto di vista professionale sembra poter vantare un curriculum di discreto livello e un certo numero di pubblicazioni accademiche. In ogni caso le sue tesi non sono scientificamente affidabili al 100% ma tendono piuttosto a giustificare luoghi comuni e frusti cliché. Sono basate su dati statistici e la Statistica (come le Sacre Scritture) anche quanto è autentica (non contraffatta) può essere comunque usata per "dimostrare" qualsiasi cosa. Basta organizzare i dati nella prospettiva giusta.

 

emmanuel college cambridge 01

Inoltre, si sa, la riuscita scolastica è sempre basata su un variabile e friabile mix di opportunità, possibilità e necessità (realtà complessa non facilmente trattabile in termini statistici attendibili). Resta il fatto che, con le opportune motivazioni, chiunque è capace di imparare bene ogni tipo di disciplina. L'etnia (in termini di contesto culturale) ovviamente potrebbe sempre pesare un po', ma lo fa in misura comunque modesta e certo non determinante.

 

Al di là del fatto che Cofnas abbia ragione o torto (delle due, la seconda) il punto è un altro: la sua tesi va contro l'opinione generale corrente del mondo accademico (e mediatico) ed è per questa mancanza plateale di "politically correct" che effettivamente lui viene sanzionato. Viene trattato come un moderno eretico. E questo trasforma paradossalmente un ricercatore-che-probabilmente-scrive-stronzate in un martire del libero pensiero.

 

antonio riello

Il pro-vice-chancellor di Oxford, Bhaskar Vira, pur dichiarandosi contro le opinioni di Cofnas, scrive in una lettera a The Times che la libertà di pensiero è (e dovrebbe assolutamente rimanere) una delle certezze incontrovertibili dell'istituzione universitaria. Altrimenti è istruzione di regime ideologizzata.

 

Parecchi altri accademici, in vari paesi, si sono associati a questa posizione di Vira esattamente per la stessa ragione: gli atenei dovrebbero garantire ai propri docenti il diritto di manifestare - senza discriminazioni - la propria opinione (nel limite ovviamente di incitamenti criminali e campagne di odio).

 

Cofnas magari sbaglia, ma va lasciato fare il suo lavoro accademico (nella Storia gli errori dei professori universitari sono stati più numerosi delle stelle del cielo....). Il comitato universitario di Oxford, tramite Angela Breitenbach, intanto prende prudentemente tempo prima di una decisione finale.

 

bhaskar vira

Non è una storia che riguarda solo le onorevoli università britanniche. Ha a che fare - in senso allargato - con il concetto stesso di Democrazia (intesa in termini moderni) che tutela le opinioni di tutti, anche quando vanno controcorrente.

 

Una conquista importante che va salvaguardata fuori e dentro le università, ma non scevra da insidiosi effetti collaterali. Ad esempio, qual è il limite di tolleranza di un sistema politico aperto verso organizzazioni e partiti che hanno nel proprio programma la dismissione dello stesso sistema che li ospita? Un vero e proprio stress-test che riguarda tutto l'Occidente democratico. Potremmo definirlo, in altre parole, un "rischioso privilegio" di cui andare in ogni caso fieri.

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emmanuel college cambridge
biblioteca cambridge university