NON C'È MAI LIMITE AL PEGGIO: LE FIGLIE E IL GENERO DI LAURA ZILIANI POTREBBERO AVERLA SEPOLTA VIVA – I TERRIBILI DUBBI DI MIRTO MILANI, IL COMPAGNO DELLA FIGLIA DELLA VIGILESSA 55ENNE, UCCISA NEL 2021, PER L'EREDITÀ, A TEMÙ (BRESCIA). L'UOMO IN CARCERE AVREBBE CONFESSATO (PER POI RITRATTARE) DI AVER OCCULTATO IL CADAVERE: “HA AVUTO UNA SERIE DI CONVULSIONI DURANTE IL TRASPORTO” – DAI RISCONTRI DEL MEDICO LEGALE, LA VITTIMA È STATA IMBOTTITA TRE DIVERSE BENZODIAZEPINE, POI STRANGOLATA, PRIMA DI…
Estratto dell’articolo di Maria Rodella per www.corriere.it
Operatrice al Caf di Lecco, «specializzata in dichiarazioni di successione, riceve una telefonata sul lavoro nel maggio 2021.
«Mi chiamò una donna dicendomi di essere la mamma del fidanzato di una ragazza la cui madre era scomparsa nei giorni precedenti, a Temù, nel bresciano» (aspetto «particolarmente strano», dirà di aver pensato, chiedendosi perché la signora non si fosse rivolta a un centro nella sua provincia). «Mi chiedeva come svincolare i suoi conti correnti» ma allo stato «la persona risultava solo sparita, quindi i conti non potevano certo essere svincolati».
Quella donna però «insiste»: «Le figlie sono sole, il padre è mancato, quindi hanno urgenza per la sorella affetta da disabilità». L’operatrice le consiglia quindi di «rivolgersi al un legale», prima di riattaccare e cercare, in internet, di che vicenda si tratti.
La trova: «Lessi della scomparsa di una vigilessa ma la Protezione civile la stava ancora cercando», dice Greta Galluzzi, chiamata a deporre nel processo in Corte d’assise (presidente Roberto Spanò) per l’omicidio e l’occultamento del cadavere di Laura Ziliani, 55 anni, che vede imputate le figlie Silvia e Paola Zani e il fidanzato della maggiore (e amante della minore) Mirto Milani.
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Primi a testimoniare, i consulenti medico-legali incaricati dal pm Caty Bressanelli. Stando ad Andrea Verzeletti, direttore dell’Istituto di medicina legale del Civile, l’epoca del decesso è compatibile con l’ultimo giorno in cui è stata vista viva. E sarebbe stata sepolta subito dopo l’omicidio, la notte tra il 7 e l’8 maggio.
Confermate anche le cause del decesso: «Nel corpo della vittima abbiamo riscontrato la presenza di tre diverse benzodiazepine in concentrazioni certamente inferiori rispetto a quelle presenti al momento della morte», ha spiegato, ipotizzando che le capacità di reazione della vittima fossero «ridotte» proprio a cause di queste sostanze, per di più mischiate tra loro, e che sia stata poi soffocata. Verosimilmente con un sacchetto di plastica, nominato peraltro anche dagli imputati nelle rispettive confessioni, e che sarebbe stato stretto (perché «troppo piccolo») al collo di Laura con il cavo di una prolunga.
Segni di lesioni non sono stati riscontrati in sede di autopsia, ma «può capitare, qualora fosse già in fase asfittica».
Da escludere, per gli esperti, sia stata sepolta viva, nonostante Mirto, a cui venne il dubbio, all’ex compagno di cella durante le lunghe confidenze avesse raccontato di una serie di convulsioni durante la fase di trasporto del corpo: anche lui è stato richiamato a testimoniare, per riferire sui presunti «depistaggi» messi in atto dai ragazzi per allontanare le indagini da loro.
E «spiegare» le ricerche in Rete sui veleni: «Mirto prima ammise, poi cambiò versione, sapendo di essere intercettato, dicendo fossero le sostanze che Laura avrebbe potuto utilizzare per avvelenarli».